La situazione meteo non era delle più rosee: famigerato tempo da lupi, le avversità iniziate nella mattinata di sabato, prima con una fitta nevicata poi trasformata in pioggia incessante. È questo quanto annuncia, in senso metereologico, la sera di questo posticipo al “Leonardo Garilli “ tra Piacenza e Robur Siena.
Arrivando in prossimità dello stadio, non incontro nessuna pattuglia, nessun lampeggiante e le uniche luci sono nei balconi delle case limitrofe per gli addobbi natalizi. Non incontro tantomeno tifosi che si apprestano in cammino verso la partita, ma soltanto strade e marciapiedi invase di acqua e fra me e me non posso far a meno di ripetermi il più classico dei “Ma chi me l’ha fatto fare?!!”.
Già nei giorni precedenti pensavo alla quantità di freddo con contorno di foschia in cui avrei inzuppato le mie ossa, ma arrivato a destinazione percepisco che vincerà nettamente la pioggia e il gelo.
Scendo ugualmente in campo, visto che non è stata ancora pronunciata ufficialmente alcuna sospensione del match da parte della terna arbitrale.
Lo stadio si presenta quasi deserto, c’è poco altro di concreto da dire, ma volevo sfruttare l’occasione per complimentarmi con i coraggiosi che hanno deciso ugualmente di presentarsi sugli spalti, sia da parte piacentina che, ancor più, senese: una prova di temerario amore per la propria squadra, un patrimonio d’amore sui cui, chi comanda il calcio, dovrebbe investire e non reprimere.
Lo spaker comunica successivamente e ufficialmente che il tutto è rinviato a data da destinarsi, così come la mia cronaca del tifo per Sport People.
Giovanni Padovani