Il 19 novembre è venuto a mancare anche Samuele, giovane ultras foggiano: dopo più di un mese di ricovero, tra l’ospedale di Potenza e Lecce, anche il suo cuore ha cessato di battere. Sale così a quattro il numero di vittime del tragico incidente che ha coinvolto i tifosi del Foggia di ritorno dalla trasferta di Potenza.
La sindaca di Foggia, Maria Aida Episcopo ha espresso subito vicinanza e cordoglio a nome di tutta la città: «Abbiamo pregato, abbiamo pianto, abbiamo sperato ogni giorno, dal tragico incidente stradale a Potenza, che Samuele Bruno ce la facesse; che la sua famiglia, le persone care e la sua scuola e quanti hanno diviso gli attimi fuggenti della sua giovane vita, non dovessero provare lo stesso infinito dolore vissuto per Samuel Del Grande, Michele Biccari e Gaetano Gentile. Non è andata così, e questa mattina il suo cuore si è arreso, dopo aver lottato e sofferto come non dovrebbe mai un ragazzo di appena quindici anni. Un lutto per ognuna e ognuno di noi e di tutta la sua città natale».
Il cordoglio delle istituzioni si è però fermato a Foggia, a Roma invece tutto è andato come sempre procede quando a morire non sono calciatori o vecchie glorie del calcio. Nel suo cinismo estremo, misto ad una coerenza quasi macabra, la Lega Calcio ha riservato anche all’ultima vittima lo stesso trattamento: lo spettacolo deve andare avanti e nessuno si deve sognare di fermarsi, anche se solo per pochi secondi, per tributare l’ultimo saluto a chi ha perso la vita dopo una partita di calcio. Il mondo ultras, invece, nel suo istinto comunitario altrettanto e più positivamente coerente, ha tributato anche a Samuele l’ultimo commosso saluto.
Al “Donato Curcio” si affrontano i padroni di casa del Picerno e i pugliesi dell’Altamura. I tifosi ospiti nonostante orario e giorno lavorativo, si presentano in buon numero, sono infatti circa 150 gli ultras al seguito dei murgiani. Le squadre entrano in campo e come se nulla fosse, iniziano a giocare sperando di sbloccare quanto prima la partita: il Picerno dopo l’ottobre nero vuole finalmente ripartire, mentre l’Altamura intende allungare la sua striscia di sei risultati utili consecutivi. Quanto accade sul rettangolo verde però non sembra minimamente scalfire l’umore dei presenti: gli ultras altamurani dedicano a Samuele non solo uno striscione toccante ma anche cinque minuti di silenzio, lo stesso silenzio che nel frattempo viene solo interrotto dalle urla dei ventidue in campo che, come da copione, invece mandano avanti uno spettacolo che però almeno oggi passa in secondo piano. Il primo coro gli ospiti lo dedicano sempre a Samuele e a tutto il movimento ultras, gesto apprezzato anche dai padroni di casa. Il resto della partita è il solito copione: cori, calore e colore e infine delusione per la sconfitta per gli ospiti che è invece gioia per i padroni di casa.
A fine partita c’è solo il tempo di staccare le pezze e tornare a casa, rivolgendo l’ultimo pensiero a chi invece ha visto infrangere la propria vita su una strada maledetta e non ha neanche trovato la pietas delle istituzioni calcistiche, troppo prese a studiare nuove formule commerciali. Appena la morte sarà monetizzabile, magari concederanno qualche minuto di silenzio in più.
Se la prima volta l’indifferenza della Lega era sembrata una tragedia, oggi quanto visto in campo, almeno nei primi minuti, è sembrato una farsa irrispettosa non solo nei confronti di chi oggi non c’è più, ma soprattutto di quel principio che prevede che tutti siano uguali, quantomeno davanti alla morte.
Testo di Michele D’Urso
Foto di Pier Paolo Sacco