Picerno è un comune italiano di poco più di cinquemila abitanti della provincia di Potenza. Picerno, quest’oggi, entra nella storia sportiva per aver raggiunto lo storico risultato della promozione in serie C. Con due giornate di anticipo e al termine di una cavalcata segnata da 24 vittorie.
Arrivo nel piccolo paese che dista circa venti chilometri dal capoluogo di provincia intorno alle ore 13. In virtù dell’importantissimo evento speravo di trovare un paese addobbato a festa, ma rimango tremendamente deluso: non c’è nulla che faccia presagire ad una festa presumibilmente tanto attesa. Delusione che vado a tamponare recandomi nell’unico bar aperto nel centro del paese, l’unico punto dove si ritrovano sciarpe appese e palline di natale rossoblù che, parlando con il titolare del bar, verranno rimosse dopo la promozione.
Malinconicamente, dopo aver bevuto una birra e chiacchierato con alcune persone del posto, raggiungo verso le 13 30 lo stadio dove non c’è praticamente nessuno. I primi movimenti si registrano verso le 14 quando una folla festante si dirige verso lo stadio sfilando in un corteo molto pittoresco. Finalmente riscontro movimento ed entusiasmo.
All’interno dello stadio le due squadre incominciano il riscaldamento, soprattutto nei volti della squadra del Picerno si denota una certa tensione. Lo stadio nel frattempo incomincia a riempirsi alla spicciolata, portando la tribuna locale a esaurirsi completamente.
Offrono tanto colore i picernesi, e tanto entusiasmo. Grazie al pareggio della seconda in classifica contro l’Ercolanese, festeggiano proprio in questa partita la matematica promozione.
La mia presenza però, è dovuta soprattutto alla tifoseria tarantina che si presenta in 150 in quel di Picerno. Nonostante debbano assorbire l’ennesima delusione e vedere festanti realtà che, con tutto il dovuto rispetto, si eclissano rispetto al potenziale di una tifoseria di tale blasone e di tale spessore.
I tarantini cercano di onorare al meglio l’ultima trasferta del campionato prima dei playoff. Un campionato nonostante tutto sopra le righe per quel che li riguarda direttamente, anche considerando i tanti divieti e campi di periferia in cui hanno dovuto girare quando magari sognavano di ritornare nel gotha del pallone.
Per Taranto non resta che accontentarsi della simbolica vittoria sugli spalti, dando fondo alla propria voglia di non mollare mai e crederci fino in fondo. Anche ora che si profila per l’ennesima volta lo spauracchio dei playoff, ma la tifoseria jonica è ormai vaccinata alle disfatte e non gli si può che augurare le migliori fortune, con la speranza di rivedere i loro volti stanchi da un ventennio di amarezze, risplendere per una volta di felicità per una promozione che meritano senza dubbio alcuno.
Pier Paolo Sacco