Il mio feeling con il basket non accenna ad aumentare, però posso constatare con mano il bel clima che si respira al palazzetto. Un pubblico veramente vario e trasversale che sostiene la squadra e si lancia spesso e volentieri ad offendere senza tante remore il direttore di gara ed i suoi collaboratori. Diciamo pure che il palazzetto, almeno a Livorno, vede la presenza di tante famiglie perché il biglietto è alla portata di tutti. Oggi forse più di un tempo, l’aspetto economico è un fattore principale per il quale scegliere se essere o meno presenti ad un evento e constatare che con dieci euro stai un paio d’ore all’interno di una struttura riscaldata, pulita ed accogliente a goderti una partita di basket, magari non di primissimo livello ma comunque piacevole: non è questione da poco. Mi collego doverosamente al fatto che i nostri stadi di calcio siano spesso e volentieri molto meno affollati che in passato: i soliti intenditori e specialisti in materia ovviamente additano gli ultras e la violenza come fattore principale che allontana le famiglie dagli impianti italiani. Forse costoro dovrebbero prendersi la briga di presentarsi al botteghino, fare la trafila tra tessere e documento d’identità, sorpassare un tornello ed infine farsi guidare da uno steward in un posto assegnato, il tutto ad un prezzo tutt’altro che economico. Ed allora ben venga il palazzetto di basket dove entri col semplice biglietto comprato al botteghino e poi ti siedi dove vuoi e se vuoi restare in piedi nessun problema, non c’è nessuno che ti invita a comportarti in questa o quella maniera. Ambiente molto più soft rispetto allo stadio di calcio, ambiente che ti dà l’opportunità di avere un minimo di movimento, poi Livorno ha una certa cultura di basket e l’aspetto lo si nota dall’affluenza di pubblico.
Partita non di cartello, siamo lontani dalle presenze del recente derby ma ciò è inevitabile, resta il fatto che la struttura presenta pochi posti vuoti con la Curva Sud che fa la parte da leone ed incita la squadra già nel prepartita, quando i giocatori entrano nel parquet per il rituale riscaldamento. La Pielle è prima in classifica, seppur in coabitazione, perciò l’entusiasmo è parecchio alto ed il sogno promozione è tangibile, la strada è sicuramente ancora lunga ma fino alla fine c’è la speranza di potersi giocare le proprie carte.
I Rebels sono il motore del tifo biancoazzurro coadiuvati dalla Banda Piellini che si fa notare per le tante bandiere sventolate nel proprio spicchio. Il colore non manca, ormai come spesso accade, l’inizio delle ostilità vede il bandierone calare in Curva Sud, poi le bandiere e la voce diventano i protagonisti della serata. L’incitamento segue diligentemente l’andamento della partita, l’inizio gara vede gli ospiti sugli scudi ed il palazzetto fa fatica ad infiammarsi, passato il disastroso primo quarto, sia sugli spalti che sul parquet la musica cambia totalmente, fino ad arrivare alla bolgia di fine partita dove tutto il palazzetto sostiene senza freni la squadra.
La Pielle vince abbastanza agevolmente la partita, continua la propria cavalcata ed il pubblico non può non apprezzare l’impegno profuso. Alla fine l’abbraccio con la squadra è più reale che simbolico con più di una persona che si spinge fin dentro al parquet.
Valerio Poli