Giornata che non si presenta nel migliore dei modi, nuvoloni neri all’orizzonte fanno capolino e lasciano sul divano di casa oppure nell’ipermercato di turno, i soliti indecisi. Sarà che si avvicina il Natale con tutto ciò che ne consegue, ma in questo pomeriggio si nota qualche spazio vuoto sia in curva che in gradinata. C’è da mettere in conto, oltre questo aspetto, anche un Pisa che sembra anche in questa stagione incapace di lottare per il vertice del campionato: l’ultima sconfitta patita a Carrara ha fatto clamore per il risultato e per la qualità del gioco espresso.

A far visita in Toscana c’è la matricola Albissola con i suoi ultras che vanno applauditi già solo per la presenza e per la costanza che ci mettono nel seguire la loro compagine. Ovvio che i numeri che possono esprimere son quelli che sono, ma va ricordato che la squadra per anni ha vivacchiato nelle categorie dilettantistiche del nostro calcio e solamente negli ultimi anni, ha fatto una salita imperiosa e per certi versi inaspettata.

Ci sono in genere due linee di pensiero: quelli che si lamentano per il fatto che alcune squadre ed alcune tifoserie siano rilegate nei campionati minori e quelli ai quali piace poter vedere all’opera la novità di turno. Io faccio parte della seconda schiera anche se, ben inteso, effettivamente dispiace nel vedere alcune tifoserie, e penso soprattutto al sud Italia, marcire nei campi dilettantistici. Però il bello del calcio è anche questo, non avere risultati scontati e vedere saltuariamente anche Davide contro Golia, osservare una piccola tifoseria in uno stadio cittadino o addirittura metropolitano.

Questo pomeriggio i tifosi dell’Albissola, magari entusiasmati dal mettere piede all’interno del settore ospite dell’Arena Garibaldi, dimostrano di avere dei numeri e soprattutto quella voglia e quell’entusiasmo che caratterizzano l’ultras. Mi è capitato di vedere all’opera piccole tifoserie che una volta fatta la presenza si dimenticano di sostenere la squadra, non colorano un settore, restano passive magari alternando lunghi silenzi a qualche coro di rito. Un vero peccato perché una volta assicurata una partecipazione numericamente rilevante o meno, il passo immediatamente successivo sarebbe dare una logica conseguenza provando a lasciare un segno del proprio passaggio. E questo è quello che fanno gli ospiti questo pomeriggio: numericamente sono una trentina ma si fanno notare con quattro bei bandieroni, alcune bandiere a due aste e con un tifo che vuole essere continuo. Un tamburo a dettare i tempi, il classico lanciacori che si prende la briga di dettare la linea e tra i presenti c’è chi svolge il proprio compito al massimo delle proprie possibilità. Aspetto da non trascurare proprio per la scarsa tradizione ultras del gruppo. E comunque in tempi di scioglimenti e di curve piegate su sé stesse, vedere che c’è ancora chi ci crede è un qualcosa che ti fa fare pace con l’intero movimento ultras. C’è la consapevolezza che malgrado leggi repressive, aggressioni verbali e una continua demonizzazione, l’ultras non potrà estinguersi tanto facilmente. Del resto è una sottocultura giovanile esistente da una cinquantina d’anni. Mica pochi, ma per la pensione c’è tempo: quota cento è ancora lontana!

Curva di casa che apre le danze con uno striscione su due piani e con un bel bandierone coprisettore “Pisa non si piega”. In contemporanea viene aperto uno striscione in gradinata per continuare il feeling e la collaborazione tra i due settori dello stadio che anche in passato ha dato origine a coreografie ed iniziative davvero ben architettate. Ormai il segno distintivo del tifo nerazzurro è l’unione di intenti tra le diverse anime, quelle degli ultras, quella dei tifosi e quella dei normali sportivi. Basti pensare che anche in questa occasione, quando vengono ammainati gli striscioni, si alza un bell’applauso che coinvolge pure il pubblico di tribuna che generalmente è piuttosto freddino.

Per il resto la Curva Nord svolge il proprio compito al meglio, non delude né nel colore e neppure per l’apporto canoro. Cori continui, bandieroni dei gruppi sempre alzati e di tanto in tanto qualche torcia accesa. Sempre buona la partecipazione e nonostante la pioggerella che cade di tanto in tanto, il tifo non si affievolisce ma viene sempre rilanciato.

Per la cronaca, l’incontro termina in parità con l’Albissola che continua la sua striscia positiva dopo un inizio di campionato disastroso.

Testo di Valerio Poli

Foto di Valerio Poli e Pierpaolo Sacco


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