È andata a finire come doveva andare a finire. Inutile parlare ancora di miracolo sportivo o quant’altro, il Pisa retrocede dopo solo una stagione di serie B e lo fa tribolando per tutto il campionato per questioni che esulano dall’aspetto prettamente sportivo. Che la retrocessione fosse ormai alle porte lo si è capito dalle troppe sconfitte interne dell’ultimo periodo ma, nonostante questo, la curva e gli ultras hanno optato per un sostegno ad oltranza che ha visto le diverse anime dello stadio fare quadrato, mostrando la faccia più solare della tifoseria.

Che il sogno di una salvezza fosse ormai svanito, lo si capisce dalle presenze numeriche e dalla mancanza dell’abituale caos del prepartita intorno allo stadio. Non è proprio una calma apparente ma non vedo file ai botteghini e, aspetto strano per questa stagione, l’Arena non fa registrare il tutto esaurito con la curva che presenta qualche spazio vuoto. Onore ai presenti che hanno mostrato passione ed attaccamento alla maglia, una tiratina di orecchie a chi ha abbandonato la nave nel momento del bisogno. Perché lo spessore di una tifoseria lo si vede proprio quando le cose non vanno propriamente nel verso giusto, quando c’è da stringere i denti, quando il dodicesimo uomo non è scontato. Troppo facile montare sul carro dei vincitori e partecipare solo quando ci sono i titoli di coda, troppo semplice partecipare alle trasferte oceaniche che, pur belle ed emozionanti, sono alla portata di chicchessia. Pisa retrocede ma non retrocede la tifoseria nel suo insieme che, onestamente parlando, non poteva fare molto di più ed anche per questo posticipo mostra di avere le carte in tavola per dire la propria.

L’avversario del Pisa è il Cittadella, impegnato a rincorrere quei playoff che, classifica alla mano, sono a rischio. Però se davanti il terzetto perde qualche punto, c’è la concreta possibilità di salire in serie A, perciò la posizione finale conta e non poco. Al seguito della squadra circa venticinque tifosi che attaccano qualche striscione e qualche pezza granata nel settore e poi si godono la partita. Un bandierone viene sventolato soprattutto nelle prime fasi dell’incontro, per il resto si limitano alle inevitabili esultanze alle reti segnate e al triplice fischio del direttore di gara.

La Curva Nord invece, accoglie le squadre in campo con le classiche bandiere ed i soliti bandieroni, poi è il tifo l’indiscusso protagonista della giornata: l’inizio non è dei migliori, i cori si alzano con il freno a mano tirato, manca quella coralità che in altre circostanze ha fatto la differenza, perciò a cantare è solo lo zoccolo duro della tifoseria. Tra le altre cose il Cittadella passa pure in vantaggio ma tale aspetto non è che cambi radicalmente la sostanza. Man mano che passano i minuti la curva inizia a salire d’intensità, i cori sono più seguiti e anche i decibel si alzano e non di poco. Tanti cori per la squadra che, a dire la verità, mostra un impegno esagerato, pari solo alle carenze tecniche: il pubblico sembra gradire ed anche la gradinata offre il proprio contributo.

Anche in questa serata i messaggi della Curva Nord sono molteplici ed arrivano direttamente ai destinatari. Il primo striscione saluta due indiscussi protagonisti in campo di questa stagione, che al momento sono indisponibili e lo saranno fino al termine del campionato: “Pisa non dimentica. Grazie Edgar Cani, grazie Samir Ujkani”. Qualche torcia accesa in maniera clandestina, le solite bandiere alzate ed i cori che cominciano a farsi sentire.

La ripresa si apre con i padroni di casa che, dopo qualche minuto, tirano fuori dal cilindro il secondo striscione della serata: “Contro diffide e repressione combatteremo per il nostro grande amore” viene esposto nella parte alta della curva, mentre in quella bassa si apre l’enorme “Pisa non si piega!!!”. Anche in questo caso si sprecano torce tradizionali e torce flash: l’effetto ottico è decisamente buono, con gli striscioni che vengono tenuti alti diversi minuti.

Il Pisa pareggia ed il pubblico si scalda maggiormente: ora il tifo è su livelli ottimi, c’è una gran bella partecipazione con la gradinata che spalleggia la curva. Il Cittadella però fa la voce grossa e nell’ultimo quarto d’ora riporta il risultato a proprio favore, ma questo non intacca il tifo dei padroni di casa che accanto a cori e bandiere, si cimentano in una sciarpata dagli esiti più che buoni.

Il finale di gara, nonostante la sconfitta, fa registrare gli applausi del pubblico pisano ai propri giocatori, con la Curva Nord che estrae dal cilindro l’ultimo messaggio della serata: “Una stagione da riscattare… una categoria da riconquistare… un futuro da programmare… tutti uniti bisogna continuare a lottare”. Pensiero migliore non ci poteva essere: il Pisa retrocede in Lega Pro ma la città non può disperdere un potenziale del genere. Il legame ultras – tifoso – sportivo ha permesso di vivere una stagione da protagonisti, con iniziative comuni e prese di posizione che hanno unito le diverse anime del tifo. Continuare sulla strada intrapresa è il miglior viatico per un’altra stagione da protagonisti. Comunque vada sul terreno di gioco.

Valerio Poli.