Tifoserie accomunate da un vecchio gemellaggio ormai ricordo del passato, l’attualità ci parla di ambiente molto disteso con alcuni rapporti personali che sono restati ben saldi; del resto alcune trasferte, diverse partite seguite fianco a fianco e avvenimenti extra calcistici condivisi non si possono cancellare con un colpo di spugna, perciò è quantomai naturale vedere ancora oggi persone con sciarpe diverse intrattenersi assieme.

Bel pomeriggio di sole, partita tranquilla, ambiente ben carico, sono tutti ingredienti che rendono la partita interessante e le attese vengono rapidamente confermate. Cosentini che vanno ad occupare il settore ospite dell’Arena Garibaldi, i numeri sono quelli di una tifoseria importante. Ovviamente c’è chi proviene dalla lontana Cosenza, chi dal resto dello Stivale e non pochi sono gli studenti residenti proprio a Pisa che vanno ad infoltire la nutrita schiera di tifosi. Bello il colpo d’occhio offerto dal settore, tante le pezze attaccate alla vetrata, altre vengono esposte sui gradoni e subito si percepisce la vena anticonformista e piuttosto ribelle di una tifoseria che in questo ambito ha fatto scuola, dai Nuclei Sconvolti, alla fanzine Tam Tam Segnali di fumo passando per una simbologia parecchio ricercata, la tifoseria cosentina è storicamente innovativa pur mantenendo alcuni principi ben saldi. Anche alcuni cori intonati in questo pomeriggio hanno un chiaro rimando all’antiproibizionismo, con una certa attitudine all’uso di droghe leggere, anche su questo punto, dunque, resta vivo il legame con la simbologia del loro passato.

Nello spicchio abbondano bandiere e bandieroni fatti sventolare continuamente nella parte bassa, zona dove stazionano gli ultras e da dove parte l’incitamento alla squadra. Ottima la continuità nel dettare i cori, praticamente non c’è mai un momento di silenzio. L’unico neo è che poteva essere coinvolto maggiormente tutto il settore, visto che una buona fetta dei presenti si limita a seguire diligentemente l’incontro, senza troppo interessarsi al sostegno alla squadra.

Da menzionare l’annoso problema dei prezzi dei biglietti per gli ospiti, problematica di carattere nazionale e che riguarda un po’ tutti gli stadi ma su cui i cosentini non si esimono dal dire la loro. Quando si parla di desertificazione dei nostri impianti, sistematicamente la prima accusa che viene mossa è quella della troppa violenza nelle curve, ormai è una filastrocca sentita e risentita che non ha neanche le basi della verità, è un castello di sabbia che viene giù al primo soffio di vento. Riportare le famiglie allo stadio? Perfetto, forse introdurre un tetto massimo di prezzo per i settori popolari sarebbe cosa alquanto giusta e propedeutica a riportare davvero la gente allo stadio, ma finché il tifoso è visto come la gallina da spennare non ci si può certo attendere di vedere ai botteghini famiglie con indosso la maglia ufficiale del club da 80 o più euro in morbosa attesa di varcare i cancelli. Direi che è utopia. Aggiungiamo pure una trafila di non poco conto per acquistare i biglietti, rispettare i posti assegnati come al teatro, impossibilità di sventolare una bandiera ed il gioco è fatto. Andare allo stadio non è più instaurare rapporti con altri tifosi della medesima squadra ma seguire lo spettacolo e tornarsene a casa. Spettacolo che in alcuni casi non è nemmeno di primissimo ordine.

Curva Nord invece che segue diligentemente la strada intrapresa: ormai è una macchina collaudata, il tifo scorre senza troppi intoppi ed anche dal punto di vista estetico la curva si presenta molto colorata, con tanti bandieroni e bandiere e con in più di qualche fumogeno che aggiunge quel gradito tocco di colore ed anche quell’odore acre che ti rimanda ad un passato sempre più ingiallito. Quei barattoli di fumogeno arancioni, magari scaduti da qualche anno, hanno un profumo tutto particolare ed in assenza di vento resta quel fumo denso, per il quale i polmoni magari non ringraziano ma l’occhio sicuramente sì ed in questo caso non si può far altro che godersi quei secondi, sperando che passino più lenti possibile.

Nel primo tempo il Pisa gioca praticamente sempre nella metà campo avversaria, va avanti di due reti e l’Arena è un catino ribollente di tifo. La sciarpata organizzata dalla curva ben presto viene ripresa anche dalla gradinata, l’atmosfera è calda nonostante la temperatura cominci ad abbassarsi notevolmente. Anche nella ripresa il tifo si mantiene su livelli più che buoni, mentre il finale vede il Cosenza sugli scudi e nei minuti di recupero un eurogol di Fumagalli fissa il risultato sul pareggio, mandando in estasi i calabresi che non credevano quasi più in una rimonta della propria squadra.

Valerio Poli