Ultima giornata di campionato e verdetti ormai scritti sia per i nerazzurri che per i grigiorossi: mentre i primi sono ormai in serie A, per i secondi i play off sono già realtà, resta solo da vedere se riescono a superare in classifica lo Spezia, ma ci sarebbe bisogno di qualche risultato a sorpresa affinché ciò si verifichi. I giocatori della Cremonese sembrano comunque crederci, almeno fino ad un certo punto dell’incontro, infatti l’estremo difensore grigiorosso, si mette ad un tiro di schioppo da un informatore per sapere in tempo reale ciò che succede a La Spezia, dove la squadra di casa sfida il già retrocesso Cosenza: non siamo più al raccattapalle che si sistema dietro la porta con la radiolina vicina all’orecchio ma il concetto resta quello. Dalla Liguria non giungono notizie confortanti perciò già alla fine del primo tempo il destino appare segnato, la quarta posizione in classifica permette comunque di saltare un turno nella prossima lotteria tanto travagliata quanto malvagia che mette in palio la promozione.
A Pisa invece, l’ambiente non può che essere carico, la promozione appena conquistata è stata seguita da una festa non stop che ha visto ultras, tifosi e sportivi calarsi nella veste di protagonisti. La città è stata invasa da un’orda di nerazzurro per cui oggi c’è solo da allungare e godersi l’appendice di un momento storico. Trentaquattro anni dopo l’ultima apparizione nella massima serie, Pisa torna a calcare stadi storici, squadre tra le top d’Europa e naturalmente curve e tifoserie di un certo spessore. A tal proposito la curva torna a tuonare contro la tessera del tifoso, l’esposizione dello striscione nella ripresa rimarca, semmai ce ne fosse bisogno, il pensiero della tifoseria da subito contraria a ogni tipo di tessera. Al netto di qualsiasi idea o pensiero sull’argomento, la realtà ci racconta di tifosi e tifoserie tesserate che si sono viste chiudere la trasferta, per cui quella di dividere i tifosi “buoni” da quelli “cattivi” per mezzo di essa è stata una gran bella favola, ma alle prime difficoltà sono venuti al pettine le reali finalità della stessa. Quelle del controllo sociale, altro che fidelizzazione.
Entusiasmo ed euforia in tutta l’Arena Garibaldi, i momenti di festa non mancano. Bandiere anche in gradinata, fumogeni a colorare il settore e cori che vanno ad accompagnare quelli della curva. Lo stadio, specialmente nei primi minuti, è una bolgia. I cori contro i nemici storici ricevono un’approvazione totale, tanto che anche la tribuna, settore tradizionalmente silente, si scalda e partecipa più che volentieri alla festa collettiva. Poco da aggiungere, probabilmente se l’Arena avesse avuto trentamila spettatori come capienza, sarebbe stato centrato ugualmente il tutto esaurito. Attualmente bisogna accontentarsi di questo ennesimo sold out in attesa di un ammodernamento dell’impianto e di una capienza che per la serie A dovrà essere necessariamente aumentata.
Da Cremona giungono in Toscana un buon numero di tifosi, la partita anche per loro ha poco senso, l’unico dovere è timbrare il cartellino anche in quest’ultima giornata di campionato e provare a divertirsi. Obiettivi entrambi raggiunti, sembrerebbe. Se la presenza nel settore ospite è cosa certa e gradita, anche il sostegno alla squadra non viene meno e i presenti si lasciano andare ad una prestazione che va ben al di là del semplice obbligo morale, ma si snoda tra colore e calore, tra qualche torcia accesa accanto ai bandieroni sventolati continuamente e i cori che si alzano maniera costante e duratura, fino ad arrivare al fatidico novantesimo minuto.
Sul terreno di gioco l’incontro offre fin troppe emozioni. Le due squadre non si risparmiano e giocano come se fosse una partita che vale tre punti pesanti. Sugli spalti a un certo punto c’è quasi disinteresse per quello che succede sul campo, le reti delle squadre vengono a malapena salutate dalle esultanze che in altre occasioni sarebbero state sicuramente più vigorose: la festa dell’Arena ha il suo programma, i suoi tempi e i protagonisti sono i tifosi. La festa prosegue, la speranza degli ospiti è quella di seguire le orme della tifoseria di casa, i play off sono senza pronostici, ma chiudere in posizione di privilegio è sicuramente motivo ulteriore per cullare sogni di gloria. Manca poco per i verdetti finali.
Valerio Poli








































