Torno a Pisa e mi sento come un bambino al luna park con in mano i biglietti gratis per le giostre. Il Covid, il distanziamento, il regolamento della Lega che ha messo i bastoni tra le ruote, tutti aspetti che hanno inciso, e non poco, per il mio momentaneo allontanamento dal campo dell’Arena Garibaldi. Torno a scattare a Pisa e lo faccio per un evento che ha un alto tasso di nobiltà, nella città della Torre arrivano infatti i grifoni genoani.

Squadra e tifoseria ospite non hanno bisogno di presentazioni e se la compagine rossoblu aspira senza tanti giri di parole ad una promozione diretta, la tifoseria ha terminato la scorsa stagione in un crescendo inspiegabile, se si guarda solo ai tristi eventi del campo, ritrovando quella verve che negli ultimi anni aveva perso, tra qualche faida interna e la lunga contestazione a Preziosi che – assieme alla discutibile gestione di quest’ultimo – avevano inevitabilmente minato la stabilità della Curva, allontanandone diversi effettivi. In ogni caso, esulando dalla Gradinata Nord ed andando a fare un discorso a più ampio raggio, oggi come oggi la gestione di una Curva è affar serio, portare avanti un progetto ambizioso e coinvolgente è spesso complicato, altresì bisogna mettersi in discussione, essere severi ed oggettivi con sé stessi senza addossare colpe solo al cosiddetto mancato ricambio generazionale o puntare il dito arbitrariamente sulla repressione, sennò – a differenza dei genoani – si rischia di non uscire più dai propri momenti negativi.

Sfogliando l’album dei ricordi tra pisani e genoani si ricorda uno splendido gemellaggio, due tifoserie che almeno nel passato erano fatte della stessa pasta, poi qualcosa nei rapporti si è rotto ed è stato un po’ come quel lungo fidanzamento che si interrompe bruscamente con le due parti che però fanno fatica ad allontanarsi del tutto. Ed infatti se la parola gemellaggio è stata cancellata dal vocabolario, l’atmosfera intorno allo stadio è sempre molto distesa, i tifosi si incrociano senza problemi con qualche inevitabile incontro in cui vengono rievocati i vecchi tempi. A tal proposito Pisa resta un’isola, almeno apparentemente, felice, dove anche prima della partita le varie compagnie di tifosi si ritrovano, discutono e trovano il tempo di bersi una birra, lontano da quell’odiosa tendenza di arrivare dieci minuti prima del fischio della partita, cancellando tutta la ritualità e trasformandola in mero evento consumistico.

L’ingresso degli ultras nerazzurri avviene in maniera compatta, ormai questa è una peculiarità della tifoseria, e già da questi piccoli e quasi insignificanti particolari, si evince come l’unita sia la forza di questa (come di qualsiasi) tifoseria.

Se nel passato ci sono stati dei disguidi o comunque dei momenti in cui la tifoseria genoana ha deragliato dalle proprie vecchie convinzioni, in questa serata la presa di posizione è netta e decisa, con un paio di cori contro la tifoseria livornese che delineano inequivocabilmente da che parte sta attualmente la Gradinata Nord. Numericamente i Genoani si presentano in massa, andando ad occupare interamente il settore ospite. Qualcuno trova posto in tribuna superiore non limitandosi alla sola presenza ma facendosi notare con cori e bandiere. Le bandiere sono sicuramente il fiore all’occhiello dei Grifoni, il settore è un tripudio di colori ed il colpo d’occhio è veramente bello. I cori massicci e continui uniti al colore delle bandiere riportano alla mente il tifo anni ’80 “Made in Italy”, mentre qualche lanciacori seduto sul divisorio completa l’idilliaco quadro della situazione.

Se in barba alle mode c’è chi continua a percorrere la strada del sostegno alla squadra e dell’entusiasmo ad oltranza, questa è la Curva Nord che non si distoglie dal suo consueto cliché fatto di cori partecipativi, grande seguito e sventolio perenne delle bandiere dei gruppi. Anche in questo caso il divertimento è assicurato, il resto della Curva segue più che volentieri le indicazioni provenienti dagli ultras ed anche le persone che si trovano nelle zone laterali non si fanno pregare per partecipare a cori e battimani.

Una bella serata di tifo insomma, con l’invasione finale di campo di diversi ragazzini che scavalcano dalla Curva Nord per accaparrarsi un souvenir, azione mal digerita da chi deve mantenere l’ordine e che per questa volta si limita ad una sonora ramanzina.

Valerio Poli