Anche in questo caso, come precedentemente successo con il Venezia, è il Pisa ad aprire il turno di campionato di serie B anticipando al venerdì sera. Non il massimo soprattutto per chi gioca lontano dalle mura amiche e deve necessariamente far combaciare gli impegni di lavoro e quelli familiari con la trasferta. Peccato perché anche in questo caso a far visita nella città della Torre Pendente è il Perugia con al seguito una tifoseria che ha bisogno di ben poche presentazioni, una tifoseria capace di spostare numeri importanti, anche se in questa stagione le soddisfazioni sportive non collimano con la tradizione e le aspettative della Curva Nord.

Nonostante i rapporti più che distesi tra le due tifoserie, il servizio d’ordine è il medesimo, delle volte precedenti. Gli umbri vengono dirottati al parcheggio appena fuori città e questa scelta, in termini organizzativi, è la migliore possibile dal loro punto di vista, dato che la zona è ampia e facilmente controllabile. Anche intorno allo stadio non mancano le forze dell’ordine ma il clima è parecchio disteso: la tifoseria di casa vive il prepartita con lo spirito di sempre, le compagnie si danno appuntamento intorno alla Curva Nord ed è un pullulare di sciarpe e bandiere nerazzurre, l’animosità e l’attesa per l’evento sono ai massimi livelli ed è piacevole vedere come generazioni diverse possano condividere oltre che la curva, anche i momenti che precedono l’incontro vero e proprio.

Gli umbri fanno il loro ingresso nel settore destinato agli ospiti pochi minuti prima dell’inizio delle ostilità, il tempo di aprire gli striscioni e di radunarsi dietro di essi che le squadre entrano in campo e scatta il minuto di raccoglimento per Ilario Castagner, ex giocatore ma soprattutto ex allenatore del Perugia dei miracoli. Quello che a metà anni ’70 vinse il campionato di serie B ed in seguito riuscì a strappare un secondo posto in serie A che resta nella mente di tutti gli sportivi umbri. Forse sarò poco sensibile ma ormai negli stadi italiani, per un motivo o per l’altro, per una persona che ha scritto pagine importanti per il calcio nostrano ma anche per una persona estranea al mondo pallonaro, viene effettuato il minuto di silenzio che proprio per la sua persistenza, pian piano ha perso quel suo fascino ed è stato in pratica depotenziato. Per una volta tanto almeno lo si osserva per una persona che ha davvero scritto pagine importanti per questo sport, non a caso nel settore ospite viene aperto uno striscione in suo onore che verrà poi appeso alla vetrata.

Anche la Curva Nord apre le ostilità con uno striscione su due piani rivolto alla squadra, immancabili le torce che vanno ad illuminare la serata con il colpo d’occhio che risulta particolarmente attraente.

Gli ospiti decidono per tenere in mano gli striscioni dei gruppi e compattarsi dietro di questi, scelta dal punto di vista estetico quanto mai vincente. Il sostegno è ben coordinato dai lanciacori che si sgolano per dettare tempi e parole, la risposta dei presenti non è affatto male con diversi cori che vengono tenuti alti per parecchi minuti. Gli ultras biancorossi si danno un gran bel daffare e se la voce non viene meno, per quanto riguarda il colore alcune bandiere e parecchie bandierine vengono costantemente sventolate mentre qualche torcia accesa in maniera clandestina completa il quadro.

A sbloccare il risultato sul terreno di gioco è il Perugia che passa in vantaggio quasi a fine primo tempo, grazie ad un penalty. Forte di un uomo in più, la partita sembra in discesa per il Grifo perugino ma nella ripresa, in appena dieci minuti, il Pisa ribalta la situazione e fa letteralmente impazzire l’Arena Garibaldi con la Curva Nord in testa che sciorina una prestazione maiuscola, dove voce e colore fanno la loro parte. I cori si alzano senza troppi problemi, in alcune fasi della partita la gradinata si accoda alla curva facendo da cassa di risonanza mentre torce e bandiere offrono sempre il loro apporto. La partita sui gradoni si fa intensa, le due tifoserie spingono sull’acceleratore e gli ospiti si prendono la loro porzione di applausi da tutto lo stadio quando espongono uno striscione per Maurizio Alberti.

Sul terreno di gioco l’incontro diventa poi maschio, il direttore di gara fa fatica a tenere la partita in pugno, le entrate a dir poco decise infiammano la gara e di conseguenza il pubblico sugli spalti che risulta particolarmente vivace. Il triplice fischio finale premia i padroni di casa con la squadra che fa festa sotto la curva.

Valerio Poli