Superfluo ricordare la vicenda di Maurizio Alberti, meno superfluo fare le dovute riflessioni alla luce delle ultime vicende che hanno coinvolto il mondo ultras. Troppo spesso si usa dire che negli stadi c’è una sorte di impunità, troppo spesso viene invocato il pugno duro nei confronti degli ultras, troppo spesso si apostrofano gli ultras come il male assoluto del calcio. Senza fare del vittimismo, le vicende di cronaca nera che hanno coinvolto gli ultras, hanno dimostrato come negli stadi ci sia una legislazione diversa rispetto alla società comune.

Maurizio ha trovato la morte proprio perché non è stato trattato da normale cittadino ma da ultras con tutti i pregiudizi che ne seguono: drogato, alcolizzato, persona socialmente pericolosa, l’ultras per la massa è questo ed in quel febbraio del 1999 se i soccorsi fossero stati più tempestivi, forse una persona poteva essere salvata. Purtroppo non andò così ed oggi il nome di Mau è affiancato a numerosi progetti di beneficienza oltre ad essere legato indissolubilmente alla Curva Nord.

“Mau ovunque” non è più solamente uno striscione ma è diventato un mantra tanto che proprio poche settimane fa a Pisa, lungo il Viale delle Piagge, è stato inaugurato un parco cittadino dedicato proprio a Mau, un parco finanziato dagli ultras e dagli sportivi che hanno affollato l’Arena Garibaldi, un parco voluto dagli stessi cittadini, l’ennesima dimostrazione del binomio esistente tra curva e tessuto cittadino.

Ormai da più parti, non solo a Pisa, l’ultras si è aperto alla città, dove vengono portati avanti svariati progetti ed iniziative benefiche che in Italia hanno visto come protagonisti coloro che popolano le curve: si va dagli aiuti alle popolazioni terremotate o vittime di calamità, a progetti che coinvolgono gli strati più deboli e indifesi della popolazione fino ad arrivare a veri e propri progetti che vanno ben al di là dei confini nazionali. Di tutto questo l’informazione tradizionale non ne parla minimamente preferendo puntare il dito sulla violenza fisica o verbale, ragion per cui nell’immaginario collettivo la parola ultras va a braccetto con tutti quegli epiteti negativi che vengono normalmente usati.

Oggi, a distanza di vent’anni da quel triste episodio, c’è la ferma volontà di tenere viva la memoria, di onorare la figura di un ragazzo che, come tanti, credeva nell’ultras come figura aggregativa antagonista ad un sistema precostituito. La coreografia che sciorina la Curva Nord è quella di altissimo profilo: difficoltà elevata ma riuscita perfettamente con telone centrale e bandierine laterali che cambiano soggetto e colore a seconda delle disposizioni impartite dalle persone presenti nella parte bassa della curva e sul terreno verde.

Anche i pistoiesi presenti si stringono al ricordo di Mau, uno striscione esposto ad inizio partita ed i cori intonati durante la stessa, testimoniano come al di là della rivalità sportiva, gli ultras abbiano trovato un loro equilibrio, quella capacità di coalizzare le forze per scopi comuni. Una linea non sempre seguita questa, a dir la verità difficile da perseguire proprio per le rivalità interne, ma indubbiamente negli ultimi anni c’è stata una evidente presa di responsabilità che ha portato ad una maturazione del movimento nel suo insieme.

Ospiti che partono con il piede pigiato sull’acceleratore, cori continui e molto seguiti, un paio di bandieroni a donare colore e vivacità ed infine quella sana voglia di divertirsi che porta alcuni elementi a mettersi a torso nudo. Non che la temperatura sia estremamente rigida però siamo sempre a febbraio, in orario serale e tutto questo calore non mi pare proprio ci sia. Nella ripresa calano vistosamente, il tifo non manca ma è pur vero che si affievolisce notevolmente perdendo quella verve dei primi quarantacinque minuti.

Curva di casa che una volta terminata la coreografia, si fa forte dei numeri a propria disposizione e sostiene la squadra al meglio delle proprie possibilità, bandiere e bandieroni accompagnano i cori e la curva tira la carretta fino a fine partita con alcuni picchi di intensità particolarmente rilevanti.

Risultato che sul terreno di gioco sorride ai padroni di casa dopo un secondo tempo dove le emozioni non sono mancate. Sul campo come sugli spalti.

Valerio Poli