Se c’è una sorpresa tra le squadre della serie cadetta, questa è il Pordenone. Premetto che non sono un profondo conoscitore del valore tecnico delle squadre, ma da quel che prima del campionato si sentiva dire in giro, i ramarri non erano sicuramente i favoriti del torneo; e vedere squadre come Cremonese, Empoli e Frosinone nelle zone medio – basse della classifica, fa una certa impressione.

Bando ai discorsi, il calcio fortunatamente è anche questo, ogni tanto c’è una sorpresa e di rimando qualche delusione e nella serie cadetta questo avviene praticamente ad ogni stagione. Sarà per la posizione in classifica estremamente felice, però mi stupisco per la nutrita presenza ospite all’Arena Garibaldi: considerando il bacino d’utenza, la poca tradizione di una tifoseria tutto sommato “giovane” e la partita posticipata al lunedì sera, numericamente i neroverdi non sono affatto male. A ciò bisogna aggiungere una prova non maiuscola ma certamente più che sufficiente; il sostegno alla squadra non viene meno e, nonostante qualche fisiologica pausa, gli ultras si fanno sentire. Viene mostrata pure una sciarpata poco prima dell’inizio della partita, mentre una bandiera viene fatta sventolare per buoni tratti dell’incontro. Da dire che il gruppo resta compatto ed il tifo si protrae fino al novantesimo minuto, nonostante il risultato sul campo non sorrida alla squadra.

Pubblico pisano che gremisce l’Arena Garibaldi, la Curva Nord è il solito muro di persone. Ormai è quasi superfluo rimarcare e ricordare come in questi anni ci sia stato un massiccio avvicinamento di tifosi allo stadio, merito soprattutto degli ultras che hanno saputo coinvolgere tutte le anime del tifo nerazzurro nelle diverse iniziative intraprese. Il risultato è lampante con numeri, sia in casa che in trasferta, che vanno ben al di là della media.

La Curva Nord parte con il piede schiacciato sull’acceleratore: i primi cori sono autentici boati, poi la squadra ci mette del suo andando in vantaggio e raddoppiando poco dopo. Ovvio che lo stadio sia su di giri e la curva svolga il ruolo di regia per un tifo che si mantiene su livelli eccellenti, sicuramente una delle miglior prestazioni della stagione per quanto riguarda il tifo vocale.

Come da tradizione, sono diversi gli striscioni che la curva mostra, le tematiche sono tra le più svariate e, come spesso succede, vedi caso Fanesi, viene messo il dito nella piaga. A tal proposito, si sprecano alcuni cori contro le forze dell’ordine, visto che in queste ultime stagioni il tifo di marca nerazzurra è stato vittima di una profonda, ed a volte ingiustificata, repressione. Un po’ quello che succede a tutte le latitudini, ancora non si riesce a voler intendere l’ultras come un movimento propositivo in grado di aggregare giovani e meno giovani intorno ad una squadra di calcio.

In una società spiccatamente individualista, l’aggregazione ultras resta tra le poche ancora in vita, fino a quando non è dato sapere. Ma è bene mettersi nella testa che se vogliamo una generazione tutta smartphone ed amicizie virtuali, siamo sulla strada giusta.

Valerio Poli