Natale ci ha portato in dono un big match di Serie B nel giorno di Santo Stefano, tanto da spingermi a mollare parenti e cibo per assistere a una sfida che promette, almeno calcisticamente, scintille. Parto presto da Roma, deciso a vivere appieno questa giornata. Prima tappa obbligatoria: un giro a Piazza dei Miracoli, quasi un dovere. Ma non c’è tempo da perdere, la partita inizia alle 12:30, e lo stadio chiama.
Il Sassuolo arriva a questa sfida lanciato, reduce da ben sette vittorie consecutive in campionato, un ruolino di marcia che lo vede saldamente al comando della classifica. Dall’altra parte il Pisa sta disputando una stagione straordinaria, ben al di sopra delle aspettative iniziali.
I tifosi del Sassuolo, che negli ultimi anni hanno ricostituito un gruppo organizzato, sono giunti in circa 250 unità, un numero senza dubbio importante per una realtà che incontra generalmente numerose difficoltà nella propria attività, tra cui quella non trascurabile di non giocare mai in casa. Durante tutta la partita si fanno sentire: bandiere a colorare il settore, battimani e cori che accompagnano una giornata che, nonostante il risultato sfavorevole, li mostra in grande spolvero. Dall’altra parte, i pisani riempiono lo stadio in ogni ordine di posto consentito (l’Arena Garibaldi continua a subire l’annosa questione dei posti limitati causa inagibilità). Fin dall’inizio, l’obiettivo è chiaro: sostenere la squadra in una giornata cruciale per la classifica. La Curva Nord è un tripudio di bandiere e cori, coinvolgendo spesso anche la tribuna, soprattutto quando partono i cori contro le rivali storiche, Fiorentina e Livorno. Il risultato sul campo alimenta ulteriormente l’intensità del tifo: ai gol si accompagnano fumogeni e torce che rendono il settore ancora più vivace.
A inizio secondo tempo uno striscione commemorativo celebra i 40 anni degli Sconvolts, il tutto è reso ancora più suggestivo da una fumogenata intensa di colore verde, giallo e rosso. Un notevole per uno dei gruppi storici del panorama ultras nazionale, che per l’occasione esibisce lo storico striscione da trasferta, un lungo lembo di stoffa che rimanda la memoria indietro di diversi anni. Agli anni più belli e liberi del movimento. Passando alla partita, il Sassuolo parte meglio, cercando il gol con insistenza nei primi venti minuti, ma senza successo. Il Pisa cresce gradualmente e, dopo un paio di contropiedi sprecati, sblocca il risultato con un’imbucata perfetta. Poco dopo, raddoppia sugli sviluppi di un calcio d’angolo, chiudendo il primo tempo avanti 2-0. Il Sassuolo appare spento, e il suo uomo simbolo, Berardi, subisce le provocazioni del pubblico, finendo spesso a terra e protestando inutilmente. Nel secondo tempo, gli emiliani tentano di rientrare in partita, ma il Pisa li colpisce ancora, segnando il 3-0. Il gol della bandiera ospite arriva a dieci minuti dalla fine e serve solo a fissare il punteggio sul 3-1.
L’atmosfera è stata semplicemente fantastica. Ogni domenica mi muovo alla ricerca di emozioni come queste, e vedere uno stadio intero coinvolto, capace di incidere sul risultato, è esattamente ciò che cerco. Pisa-Sassuolo è stata una di quelle giornate da ricordare, dove il calcio si mescola con la passione, rendendo ogni istante unico.
Marco Meloni