Partita sentitissima dalle due tifoserie che non si sono mai amate, anche nell’epoca della preistoria ultras l’acredine tra le due fazioni è sempre stata palpabile, accresciuta dalle diverse amicizie, spesso trasversali ed opposte, che hanno causato rapporti tesi. Nel recente passato il trend non è assolutamente cambiato e si potrebbe scrivere un’opera a parte sulle diverse situazioni che si sono susseguite in queste ultime stagioni.
Partita da cerchietto rosso quindi ma partita mozzata visto che la curva di casa, con un comunicato antecedente la gara, dichiara di non voler mettere piede all’Arena Garibaldi visti gli ultimi episodi che hanno causato problematiche non di poco conto durante l’ingresso dei tifosi. Ormai a Pisa la situazione è degenerata, gli ultras chiedono una capienza maggiore, un numero più elevato di tornelli ed una migliore gestione durante le fasi di ingresso e smistamento dei tifosi.
La curva è il motore della protesta ma anche una fetta di gradinata si associa segno di quella unità di intenti che muove da lontano, parte dall’iniziativa “Pisa non si piega” che ha visto sul piede di battaglia non solamente la curva ma la città intera ed oggi, quando c’è da dissotterrare l’ascia di guerra, le varie entità del tifo nerazzurro si trovano partecipi e concordi come raramente si vede ad altre latitudini, dove il diverso modo di intendere lo stadio e vivere la partita, crea quelle spiacevoli divergenze all’interno dei tifo che fanno solamente il male dello stesso.
Tifoseria di casa che comunque si ritrova sotto la curva per salutare l’arrivo del pullman della squadra, poi è la volta di un corteo cittadino molto partecipato che sfila per le vie con tanto di bandiere, torce e fumogeni, creando colore e stupore tra gli ignari turisti che popolano sempre Piazza dei Miracoli e dintorni. I più entusiasti, manco a dirlo, i turisti giapponesi che con una valanga di sorrisi e quelle orbite degli occhi stralunate, lasciano per qualche minuto perdere le foto alla Torre Pendente per concentrarsi su quella sfilata di persone che non possono non attirare la loro attenzione.
La tifoseria ospite ha invece preparato la trasferta nei minimi dettagli, polverizzando i biglietti a propria disposizione. Sono stati organizzati pullman e mezzi privati ma il grosso della Curva Ferrovia viaggia in treno: il percorso è decisamente breve e comodo ed alla fine la via ferrata viene presa d’assalto. Trenitalia evidentemente snobba l’evento ed alla stazione di La Spezia i tifosi riempiono i vagoni a loro disposizione, nelle stazioni successive verranno aggiunti altri vagoni con la conseguenza dell’inevitabile ritardo sulla tratta. Verrebbe da ripensare all’introduzione dei tanto vecchi e cari treni speciali che più di una volta erano utilizzati dalle tifoserie per muoversi con grossi numeri, la strage della galleria di Santa Lucia del 1999 che causò la morte di quattro giovani tifosi salernitani ed una serie di feriti, decretò la loro fine ma come spesso accade in Italia soprattutto quando di mezzo ci sono i tifosi, certe decisioni sono prese di pancia, sull’onda emotiva del fatto accaduto senza valutare bene la portata di tali decisioni. Prese di posizione che nel medio-lungo periodo si rivelano poi inevitabilmente sbagliate.
Treno dei tifosi liguri che arriva con un po’ di ritardo alla stazione di Pisa San Rossore, la polizia in assetto anti sommossa si prepara nelle vicinanze del binario 2 per arginare i numerosi tifosi e condurli sui bus che attendono all’uscita ma il treno arriva sul binario tre che è nella parte opposta della stazione, i primi tifosi a scendere notano che di forze dell’ordine ce ne sono veramente poche ed i più audaci tentano una sortita in solitaria. L’effetto sorpresa dura pochissimi secondi, le forze dell’ordine si riorganizzano, intercettano i tifosi che vengono accompagnati ai bus per il breve tragitto stazione – stadio.
All’interno dell’impianto la situazione è quantomeno insolita, la Curva Nord è praticamente deserta, possiamo asserire senza paura di essere smentiti che i posti vuoti sono di gran lunga superiori a quelli occupati, segno che la protesta degli ultras ha coinvolto una larga fetta di tifosi, che hanno rinunciato alla partita nonostante quest’ultima rivesta un ruolo di primo piano per il cammino della squadra.
Minuto di raccoglimento per Gigi Riva, sulla questione c’è chi ha voluto spargere una bella quantità di fango andando a biasimare il comportamento dei tifosi rei di non aver portato rispetto alla persona, la verità come spesso accade non è quella descritta dall’informazione mainstream che non vede l’ora di gettare benzina sul fuoco. In effetti verso la fine del minuto di raccoglimento, dalla gradinata è partito qualche insulto verso il settore ospite giocando sul silenzio totale che stava regnando, ovviamente qualche altra persona ha risposto per le rime ma si tratta di un numero risicato di persone messe a tacere dagli ultras spezzini, che avevano già informato i presenti di evitare cori offensivi verso una tifoseria che non era presente sui gradoni. Gesto al massimo deprecabile ma compiuto veramente da una ristretta cerchia di persone, evidentemente un po’ su di giri vista la posta in palio e la rivalità. Stessa severità di giudizio mi pare non sia stata utilizzata per i fischi, questi sì numerosi e facilmente udibili, a Riad per lo stesso minuto di raccoglimento durante la finale di Supercoppa italiana tra Napoli ed Inter: evidentemente quando ti vendi anima e corpo non hai né la forza né la possibilità di criticare chi non rispetta una tua scelta. Con i soldi si compra tutto, anche la dignità e la parziale giustificazione della diversa cultura araba è parsa più la classica arrampicata sugli specchi: in certe occasioni bisogna essere realisti e dire le cose come stanno, cioè loro pagano, loro decidono, loro pretendono. Devi solo ubbidire ed evitare ciò che possa creare malumore e disturbo.
Passato anche il minuto di raccoglimento tra i più chiacchierati della domenica, parte anche il tifo: nella gradinata nerazzurra viene lanciato qualche coro anche niente male ma è un fuoco di paglia; difficile se non impossibile sostituirsi agli ultras perciò il tutto finisce dopo qualche minuto, il tempo di offendere i rivali e poi si torna a godersi la partita.
Tutto un altro ritmo nel settore ospite dove gli spezzini sono un rullo compressore e per una buona ora di partita riescono a coinvolgere gran parte del settore nel sostegno alla squadra, ottenendo una risposta ottima, con il tifo che prosegue senza sosta e con decibel che si alzano senza troppi problemi. Magari a livello di colore poteva essere fatto di più, un bandierone sventolato a centro curva è tutto quello che viene offerto, accompagnato da un paio di torce che vengono accese in maniera clandestina, seppur il ricorso alle care vecchie sciarpe compensi almeno in parte questo gap.
Verso il finale di gara, con il risultato in bilico e con il Pisa stabilmente nella metà campo avversaria, il tifo degli aquilotti cala un po’, la tensione si taglia a fette così il sostegno poggia solo sullo zoccolo duro. Spezia che riesce a strappare tre punti insperati, la squadra a fine partita si dirige verso il settore ospite per i reciproci applausi, c’è il tempo per salutare degnamente i gemellati di Savona presenti con tanto di pezza e poi si alza l’unico coro che sbeffeggia gli avversari di turno. Inevitabile visto l’andamento della gara, la posta in palio e la rivalità esistente.
Valerio Poli