C’è chi lo cataloga come un derby toscano – ligure e sinceramente la definizione non mi trova d’accordo perché pur essendo una partita sentita da entrambe le tifoserie, resta pur sempre una rivalità sportiva che non va a sconfinare in altri campi. Rivalità che comunque, sul piano ultras, si riflette in tantissime forma ulteriori di conflitto, basti pensare al gemellaggio che ha legato la tifoseria spezzina a quella doriana e a quello che, in contrapposizione, c’è stato tra pisani e genoani. Se si vuole aggiungere il carico da undici, c’è da ricordare il gemellaggio anni ’80 tra spezzini e livornesi, perciò fra amicizie e rivalità incrociate tra le due tifoserie, la guerra è totale.

Attriti questi che, nel passato, hanno portato a situazioni ben al di là della semplice rivalità: alcune partite si sono trasformate in guerriglie urbane con feriti da entrambe le parti e un bel corollario di denunce e diffide; oggi non sono più gli anni dei cortei nei centri città, della ricerca spasmodica del contatto tra le parti e più in generale le nuove leggi in materia stadio, in parallelo ad una crescita e presa di coscienza dell’intero movimento ultras, hanno fatto sì che la violenza, soprattutto quella gratuita, sia stata quasi totalmente messa al bando.

Non che questo pomeriggio ci si possa aspettare scambio di doni e abbracci fraterni però l’arrivo del contingente ospite è controllato, scortato e spalleggiato da un ingente numero di forze dell’ordine che prendono gli ultras liguri direttamente alla stazione, li fanno salire sui bus e li scortano fuori del settore ospite bloccando letteralmente il traffico del centro città. Servizio d’ordine che non vedevo da tempo, sia per il numero di uomini sia per il numero dei mezzi coinvolti, basti pensare che anche un elicottero sorvola la zona dello stadio ed in particolare segue la colonna dei mezzi ospiti dalla zona della stazione fino al settore a loro destinato.

Per non creare ulteriori problemi in zona stadio, per questa partita è stato pure disposta la chiusura delle scuole superiori alle ore 12 in via Contessa Matilde, saranno stati contenti gli studenti che hanno saltato un’ora di lezione e sono arrivati a casa con un buon anticipo. Tutte misure che mi sono sembrate esagerate, volutamente ingigantite rispetto alla portata dell’evento, come a voler dimostrare che c’è costante bisogno di uomini e mezzi per gestire la sicurezza di una partita di calcio che pur tesa che sia, resta comunque una semplice partita.

Qualche apprensione c’è stata per gli inevitabili tifosi che si sarebbero presentati a Pisa senza regolare biglietto d’ingresso allo stadio, del resto la problematica ha coinvolto per l’intera settimana la tifoseria spezzina, alla quale in un primo momento erano stati dedicati solo cinquecento biglietti a fronte di una richiesta di mille tagliandi, infine la società toscana ha allargato i cordoni del settore ospite, arrivando ad assicurare settecento posti per gli aquilotti che li hanno polverizzati arrivando in forze in terra toscana.

Ambiente bello carico quello all’interno dell’Arena Garibaldi, gli ultras bianconeri arrivano largamente in anticipo rispetto al fischio d’inizio della gara, attaccano le pezze alla balaustra e alla vetrata e formano un bel gruppo compatto. Sull’altro versante la Curva Nord si riempie con un discreto anticipo cosicché si alzano ben presto i primi cori offensivi tra le parti. L’ambiente comincia a scaldarsi e la rivalità è palpabile visto che è praticamente l’intero stadio a ruggire contro il settore ospite.

Ad inizio partita gli ultras della Curva Ferrovia organizzano una sciarpata, buono il colpo d’occhio e buona la partecipazione segno che anche tra i tifosi non prettamente ultras, c’è chi si presta molto volentieri al gioco.

La Curva Nord ricorda invece Romeo Anconetani, il presidentissimo, e lo fa con una sua gigantografia contornata dalle strisce nere, blu e rosse che cadono dall’alto e formano uno spettacolo applaudito da tutto lo stadio.

Tifo che parte un po’ col freno a mano tirato, entrambe le tifoserie, visti i numeri a disposizione, potevano fare meglio. Gli ospiti peccano un po’ a livello partecipativo, alcuni cori sono parecchio seguiti, altri sono a carico solamente del nocciolo duro della Curva Ferrovia così a fine primo tempo, anche il lanciacori è costretto a catechizzare i presenti. Curva Nord che invece comincia ad alzare i decibel quando la squadra passa in vantaggio, sul finale di frazione alcuni cori sono parecchio seguiti ma in definitiva sembra che i presenti siano maggiormente interessati allo svolgimento della gara, tanto che il tifo sembra seguire le azioni di gioco pericolose di questa o quella parte.

La ripresa si apre con la seconda coreografia della Curva Nord che sfotte simpaticamente gli ospiti che, a loro volta, ribattono usando la voce ed un tocco di ironia. Botta e risposta che non esula da qualche coro offensivo che si alza con particolare convinzione ed è il “la” per un secondo tempo sicuramente più vivace, sia sugli spalti sia sul terreno di gioco, dove lo Spezia si porta in vantaggio ma proprio sul finale di gara viene raggiunto e sorpassato. Tifo che nella ripresa sale in cattedra, sale prepotentemente d’intensità e mostra il lato migliore, un degno spot che esalta la partecipazione del pubblico all’evento, in barba a chi vorrebbe trasformare gli stadi in teatri asettici dominati dal business sfrenato. Zero emozioni, zero colore, zero partecipazione attiva… una gran bella prospettiva!

La vittoria dei padroni di casa proprio nei minuti finali fa scatenare l’Arena Garibaldi ed immancabili sono i cori di scherno verso i rivali che devono masticare amaro. Indipendentemente dal risultato sul terreno di gioco, una sfida che riporta ad un passato neanche troppo lontano, due tifoserie che nonostante tutti i cambiamenti del caso e le mode sopraggiunte, hanno mantenuto una propria identità, fondando gli aspetti attuali del mondo ultras ad una continua ricerca delle tradizioni del tifo, colore, calore e quel sano agonismo che non può mancare in partite del genere.

Valerio Poli