Domenica 12 maggio si conclude la regular season del massimo campionato di basket. Al Palacarrara va in scena la partita tra Pistoia e Avellino, con un’incredibile novità: la squadra biancorossa, nonostante abbia racimolato la miseria di 12 punti (compresi due a tavolino contro Milano), ha ottenuto la salvezza! Tutto ciò è stato possibile “grazie” alla penalizzazione inflitta dalla Comtec (una sorta di omologo del basket della Covisoc calcistica) a Torino con cui Pistoia ha ottenuto il mantenimento della Serie A.

Come accade spesso in questi casi, il popolo si divide in due parti: chi afferma con decisione che il campo ha decretato un risultato, chi invece dichiara che se una società bara o vìola qualsivoglia regolamento è giusto che paghi. Non è semplice trovare la soluzione al quesito, ma possiamo anche concludere semplicemente dicendo che una squadra è retrocessa sul campo e una non ha rispettato il regolamento.

La Baraonda ha espresso la propria posizione e come aggiunto in un’altra nota, abbandonerà il proprio settore a fine primo quarto. Nel corso dei primi dieci minuti il tifo più caldo si compatta, dedicando cori in primis ai gemellati di Torino, vere vittime di questo finale di stagione e un perentorio “Salvate l’Auxilium”. Oltre ai vari striscioni di protesta, viene riservato un pensiero anche a Marco Mungai, curvaiolo pistoiese venuto a mancare ormai 5 anni fa e a cui è intitolato il torneo di beneficenza di fine anno della stessa Baraonda Biancorossa.

Dopo aver accompagnato con fischi l’ingresso in campo della squadra pistoiese, la curva biancorossa continua a esprimere dissenso cantando rime poco carine nei confronti del proprio team. Di grosso impatto è il “Siamo l’armata biancorossa..”, urlato dall’intero palazzetto dopo essere stato chiamato a raccolta dalla Baraonda. Palazzetto che riempie di applausi soprattutto due striscioni, uno più ironico, “Non siete stati boni neanche a retrocedere”, e un altro invece assai più serio, che sottolinea come il pubblico, in particolare la curva, è disposto a collaborare in qualsiasi modo per evitare eventuali auto-retrocessioni o mancanze.

Il primo quarto scorre anche troppo velocemente, tra cori e battimani coadiuvati da bandieroni ben in vista. Come annunciato però, il settore caldo abbandona il proprio posto dopo aver affisso uno striscione, recandosi fuori dall’ingresso della curva. Qui la Baraonda attenderà la fine della partita divertendosi, cantando e bevendo tutti insieme.

Al fischio finale qualcuno si riversa nel settore per concedere altri fischi, risparmiando soltanto i giovani italiani, i quali quest’oggi hanno avuto un impiego molto alto in campo, accompagnati dai sinceri applausi del palazzetto (che nonostante la nulla importanza del match risultava essere sufficientemente pieno).

Gli irpini capeggiati dagli Original Fans si recano a Pistoia in una cinquantina di unità, creando uno spicchio bello colorato. Data la distanza è un numero più che rispettabile, ma sono quasi certo che lo spareggio calcistico (quasi) contemporaneo tra Avellino e Lanusei giocato a Rieti abbia sicuramente ridotto i potenziali presenti. Il loro tifo si concentra sul sostegno alla propria squadra e città. Con la collaborazione di tamburo e bandieroni, riescono ad ottenere una vittoria che li qualifica a un’inaspettata serie playoff. Gli Original affronteranno al primo turno Milano, mentre la Baraonda conclude qui il proprio campionato, in attesa del già citato torneo di beneficenza e vigilando sulla situazione societaria.

Testo di Edoardo Pacini.
Foto di Daniele Bettazzi.