“Dai, mandate le foto di ieri, non di dieci anni fa” oppure “queste sono le foto dei playoff con Avellino!” sono le battute scambiate tra gli amici, appena rese pubbliche le immagini della sfida: per fortuna si notano alcuni carabinieri e membri della Misericordia indossare le mascherine, sennò, soprattutto per i neofiti, sarebbe stato faticoso pensare che quello che si vede nelle foto sia il pubblico della sfida tra Pistoia e Cento, valevole per passare in semifinale playoff. Eppure è così, mercoledì 18 maggio la Curva pistoiese sembra essere tornata quella dei tempi d’oro. È bastato poco: una partita decisiva e prezzi (finalmente!) popolari hanno riavvicinato persone che da tanto tempo non venivano, ma soprattutto hanno invogliato ragazzi che magari conoscono poco la pallacanestro, ma una volta vissuta l’atmosfera della Baraonda non ci penseranno due volte a tornare.

La tifoseria organizzata biancorossa si ritrova con largo anticipo nella strada davanti alla biglietteria, per caricarsi, stemperare la tensione e bere un po’ di birra, che male mai non fa. Viene organizzata un’entrata tutti insieme mezz’ora circa prima dell’inizio della partita, ma un po’ a causa della contemporanea accensione della musica e ad un’eccessiva dispersione dei tifosi, risulterà l’unica nota un po’ stonata della giornata. Per il resto, veramente una grande Curva: i membri attivi del tifo oggi toccano l’apice stagionale, con le braccia alzate fino all’ultima fila di gradoni, estese per largo ben più del solito. Quando manca ancora una decina di minuti all’inizio della partita, con quindi alcuni baraondini ancora assenti, viene messa in atto un’impeccabile sciarpata, scenografia che era diventata un marchio di fabbrica della Baraonda Biancorossa. Se a livello di colore la Curva pistoiese ha sfornato opere migliori nel corso della stagione, a livello di supporto canoro e di partecipazione oggi non vi è davvero nulla da rimproverare: dai cori più lunghi ai battimani, ai botta e risposta, la collaborazione del tifo baraondino oggi è impareggiabile. Nonostante a mio avviso qualche assenza di troppo negli altri settori, il pubblico pistoiese risulta essere comunque davvero coinvolto e motivato. Significativo ad esempio è “Con la voce/mani/saltellando insieme a noi” eseguito due volte in maniera magistrale da tutti gli spettatori presenti quest’oggi. Pure il livello di “disturbo” non è da meno: molti presenti infatti utilizzano fischietti con l’obbiettivo appunto di disturbare le azioni della squadra ospite. Certo, l’andamento della partita secondo me influisce e non poco: a differenza dei match precedenti è Pistoia a fare la voce grossa.

La tifoseria ospite si presenta con circa 135 unità: a livello di supporto canoro non tutti partecipano costantemente, ma rendono merito alla loro nomea. Ammetto che si fanno sentire meno rispetto alle due sfide precedenti, ma oggi sarebbe stato complicato per molte tifoserie tra le più blasonate e partecipative. Anche gli Old Lions mettono in atto una bella e compatta sciarpata, cercando comunque di farsi sentire anche a livello vocale, aiutati da un tamburo e cercando di abbellire il settore attraverso piccole bandiere. Da non dimenticare che i primi cori della giornata di entrambe le parti sono dedicati a questa ritrovata amicizia; nel bene o nel male poi entrambe cercano di portare a casa il risultato positivo. Questo scambio sincero di saluti si presenta anche al termine della partita, che vede Pistoia vincere per 64 a 57.

Prima del confronto finale tra le due tifoserie, la Baraonda ha l’opportunità di lanciare e rendere partecipe l’intero PalaCarrara, attraverso il Dale Boca e di festeggiare insieme alla squadra. Gli Old Lions ringraziano invece sentitamente i propri giocatori, protagonisti della migliore stagione della storia del basket centese fino ad oggi.

Adesso Pistoia sfiderà Verona (le prime due partite in trasferta), con il primo appuntamento previsto per domenica 22 maggio. Ahimè, lo scontro finale tra Milan e Inter probabilmente non aiuterà ad alimentare le presenze, ma la Baraonda è pronta anche per questa semifinale.

Testo di Edoardo Pacini
Foto di Andrea Del Serra