La domenica cestistica si apre a mezzogiorno con la sfida tra Pistoia e Sassari. Se sul versante ospite la partita ha una valenza importante per quel che riguarda la qualificazione ai playoff, sul fronte toscano l’interesse è legato fondamentalmente alla situazione palazzetto. Com’è ormai abbastanza noto, la federbasket ha imposto alle squadre della massima serie, a partire (in teoria) dalla stagione 2018/19, di giocare in palasport con capienza minima da 5.000 posti. Subito viene da chiedere cosa se ne facciano società come quella pistoiese, ma il problema si è ripercosso sulla stragrande maggioranza delle squadre di massima serie. Voci del popolo e malcontento sono state alimentate dal fatto che molti palazzetti con la capienza minima richiesta siano quelli di numerose squadre che non riescono ad emergere dalla divisione inferiore (Fortitudo, Trieste, Biella, Treviso, per fare degli esempi), e che questa regola possa servire per riportare d’ufficio in prima divisione società storicamente più importanti della pallacanestro italiana, a scapito proprio di Pistoia, Capo d’Orlando, Brindisi e compagnia bella. A pensar male si fa peccato, dicono, e il resto lo sapete…

Detto questo, la settimana è iniziata con una diatriba tra società e Comune: i primi hanno accusato i secondi di richiedere alla Federazione una deroga per la capienza attuale, scatenando le ire e le minacce di trasferimento o autoretrocessione da parte del presidente Maltinti. La risposta del sindaco è stata immediata: in soldoni, ha spiegato che secondo i tecnici comunali raggiungere la capienza imposta è impossibile e quindi, a seconda della risposta della Federazione, il Comune vedrà come muoversi. Pistoia quindi resta in bilico, aspettando la risposta finale della Federazione.

Tornando alla giornata odierna, non ho troppe aspettative: come già detto, la squadra pistoiese è (praticamente) salva, Sassari ha l’obbligo di vincere e, in base al trend delle scorse stagioni, il gruppo organizzato ospite del Commando non credo proprio si farà vivo. Quest’ultimo pronostico risulterà errato: alla quinta stagione, per la prima volta in massima serie, a Pistoia viene affissa la pezza del Commando. Con il massimo e più sincero rispetto per i trenta presenti circa, non si può però parlare di presenza ultras nel settore.

Poco prima del fischio d’inizio espongono però uno striscione a favore di Dodo, storico ultras trentino venuto a mancare. Scoprirò in seguito che Dodo era un personaggio assai conosciuto nelle file calcistiche e, a seguito dello scioglimento degli Ultras Trento, si è poi concentrato attivamente sul basket. Comunque, il tifo dei sardi si limiterà a sventolare due bandiere con i 4 mori e a qualche ululato ai tiri liberi avversari.

Capitolo biancorossi: la curva, capitanata dalla Baraonda, presenta spazi vuoti rispetto al suo solito, così come il resto dei settori. Nonostante l’attenuante dell’orario scomodo e della partita praticamente inutile, spero non sia il segnale che il pubblico pistoiese si stia arrendendo alla prima stagione più difficoltosa.

Il settore più caldo comunque cerca di fare quadrato e inizia a cantare qualche minuto prima del fischio iniziale. All’avvio del match viene invece mostrato uno striscione contro appunto l’insolito orario: la protesta è rappresentata dall’esposizione dello striscione unita a cinque minuti di silenzio. In questa partenza marcata dalla contestazione pare di assistere a una partita di basse categorie, essendo ben udibili i richiami e le urla provenienti dal campo.

Riguardo il colore, la presenza del rosso delle magliette fa da padrone, facendo riconoscere prontamente il tifo attivo pistoiese. Tifo coadiuvato da utilizzo di bandieroni e bandiere più piccole. Terminata la protesta, la Baraonda offre davvero un buon tifo, nonostante la presenza più bassa di pubblico rispetto al solito.

Oltre a ciò, per i primi due quarti è la squadra toscana a condurre la gara, entusiasmando e non poco i presenti. La storia cambia invece nella seconda metà di gara: oltre a un calo dei biancorossi, di cui ne risentirà il tifo, si erge protagonista il trio arbitrale, con una serie di fischi dubbi pure per me, non proprio un grande esperto. Ciò rende partecipe fino quasi al termine della gara l’intero palazzetto, con la Baraonda che tra battimani e fischi contro le giocate avversarie, varia una serie di cori di sostegno e di vicinanza alla squadra che cerca di onorare al meglio questa sfida.

Oltre alla Legabasket, oggi i destinatari delle proteste pistoiesi sono società e comune, per via della già citata questione palazzetto: vengono esposti due striscioni, uno presente in foto, mentre nell’altro vi è scritto scritto “Promesse e disponibilità: trovate una soluzione Comune e società”. Va sottolineato che comunque molto dipenderà dalla risposta della Legabasket.

La partita volge al termine con la vittoria, abbastanza immaginabile, della compagine sassarese per 80 a 69: i tifosi sardi possono quindi esultare con i loro beniamini. Per quanto riguarda invece la tifoseria pistoiese le reazioni sono differenti: qualche applauso per l’impegno dei propri giocatori ma anche scene di completo quietismo. I prossimi impegni vedranno la squadra sarda affrontare Venezia, mentre i pistoiesi saranno di scena a Trento.

Tifo Toscano