Il calendario continua a propormi derby, questa volta tocca a quello fra Pistoiese e Prato, uno dei più importanti e sentiti della Toscana che già da qualche anno avevo puntato, fermandomi di fronte alla mannaia di qualche organo (in)competente, costituita da divieti assurdi al limite dell’invenzione. Non meno scriteriate certe scelte della Lega di giocarlo in infrasettimanale, la cui eloquente risposta delle tifoseria è stata quella di lasciar vuoti gli spalti.

Prendendomi i miei bei rischi con le varie prenotazioni torno al “Melani” dove ero già stato per un Pistoiese-Cremonese di Serie C di tanti anni fa così, arrivato di buon ora, approfitto innanzitutto per perlustrare la stazione, poi mi dirigo subito allo stadio per cercare tutti quei particolari e quelle curiosità che la prima volta, per fretta, non avevo approfondito, non prima di esser però passato per il centro storico. In breve i fari dell’impianto mi guidano verso la grande scritta “Stadio Marcello Melani” della tribuna coperta, nel cui “Orange Shop” c’è già un buon via vai di persone in coda per un biglietto, cosa che fa ben capire l’attesa di questo derby. Circumnavigo la struttura in direzione del settore ospite, molto bello e suggestivo. Particolare e vetusto ma sempre affascinante tutto lo stadio in sé, dispiace solo per la gradinata scoperta, purtroppo non agibile e di conseguenza un pochino trascurata.

Finisco il tour sotto la curva nord, cuore pulsante del tifo arancione, dove un paio di murales marcano la zona assieme a uno striscione che invita tutti allo stadio. Dopo di che torno in stazione dove alle 12:30 arriverà il treno con gli ultras pratesi hanno deciso di coprire, alla vecchia maniera, i circa 18 chilometri che li separano da Pistoia. Con le forze dell’ordine già presenti e pronte a ricevere i tifosi ospiti, puntuale come un orologio svizzero arriva il Regionale da cui scendono in tanti, accendendo diversi fumogeni biancazzurri prima di essere stipati su cinque bus del trasporto, porte aperte in caso di qualsiasi evenienza, con i quali fra cori e urla ostili raggiungono il loro settore. Goduto successivamente anche un po’ del pre-gara arancione, con i ragazzi della curva che distribuiscono la loro fanzine, guadagno l’ingresso sul rettangolo verde.

La tensione all’interno è palpabile, questo tipo di partite valgono molto di più dei classici tre punti, la tifoseria pratese è già quasi tutta dentro, affiancata dagli amici del Saronno e raccolta dietro il lungo striscione “AVANTI LANIERI NON MOLLATE MAI”. Nella “curvetta” al loro fianco c’è qualche altro tifoso pratese, evidentemente staccatosi per godere in tranquillità della gara. I padroni di casa, “MILLENOVECENTOVENTUNO” in testa, sembrano aver trovato nuova linfa dopo anni di difficoltà nel raccogliere l’ingombrante eredità di “BRIGATE ARANCIONI” prima e “ULTRAS PISTOIA” dopo, ma oggi c’è una bella curva, compatta nella parte bassa della stessa con i gemellati di Venezia e della Vis Pesaro.

Prima che le squadre scendano in campo, la curva ospite comincia a colorarsi con un bel tappeto di cartoncini azzurri, mentre i bandieroni sventolano in alto e qualche minuto dopo, si scorge la scritta “CIUCCIA LA BANANA” su uno striscione a tre pezzi e un bandierone giallo a forma appunto di banana marchiata Pistoiese, alla pari di diverse banane gonfiabili che riportano di colpo agli anni Ottanta e Novanta, bombe carta comprese. Come annunciato con un volantino, il settore di casa invece, si colora di diverse bandierine plastificate blu al centro e arancione ai lati e si fa sentire a sua volta con un paio di potenti petardi.

La differenza demografica tra le due città (Prato quasi duecentomila abitanti, Pistoia non arriva alla metà) è compensata dalle diverse fortune calcistiche che hanno visto il Prato fare negli ultimi cinquant’anni fare tanta C, mentre la Pistoiese ha raggiunto l’exploit della massima serie e di qualche torneo cadetto in cui la sua tifoseria ha potuto misurarsi (e crescere di conseguenza) con diverse piazze importanti. Le ostilità odierne si aprono con una torcia ospite, tantissimi battimani volti ad accompagnare cori discretamente intensi su entrambi i fronti, anche se bisogna ammettere che la copertura aiuta la curva locale. Elevato il numero di battimani e prolungati i cori di quest’ultimi, mentre la tifoseria pratese, oltre ad un minor numero di battimani, si differenzia per i cori non troppo prolungati. Non manca la pirotecnica, mentre il colore dato dai bandieroni arride agli ospiti. Poco prima della mezzora, Simeri porta in vantaggio la Pistoiese, esplosione di gioia enfatizzata da un altro potente petardo. Ciò porta a un ovvio aumento di decibel fra i locali, mentre i pratesi continuano a tifare chiudendo bene i primi quarantacinque minuti.

A rendere più appassionante un derby, nella seconda frazione c’è spazio per un botta e risposta di striscioni: “RIEMPI LE ASTE DI SALE GROSSO, DUE VETRI DEL TUO BUS È TUTTO CIÒ CHE HAI PERCOSSO” è l’accusa mossa ai pistoiesi i quali, quasi in contemporanea, si prendono il tempo per un commosso saluto a Raul per poi rispondere per le rime: “20/10/24 PISTOIESE FERROVIERE, 16/02/25 TUTTI IN TRENO!!!” deride la scelta avversaria di giungere via ferrovia dopo che lo stesso approccio era stato loro contestato in precedenza. Segue un “PRATESE ZERO MENTALITÀ È QUESTA LA REALTÀ, PRATO BOIA” infine su sponda avversaria si vede un “NON C’E’ KAOS SENZA MIRKO”.

Al ventesimo minuto, sulle ali dell’entusiasmo, la tifoseria pistoiese delizia con una bella sciarpata mentre, tornando all’aspetto corale, in questa seconda parte di gara, i padroni di casa continuano a tifare in maniera decisa e lineare facendosi sentire tanto. Discreto l’avvio dei pratesi che calano però alla distanza, penalizzati dal risultato negativo. A sette minuti dalla fine, il neo entrato Maloku segna il gol che cala il sipario su questo derby, facendo esultare la curva pistoiese colorata per l’occasione da un fumogeno rosso, ma i dirimpettai invece di crollare, tirano fuori l’orgoglio e chiudono la sfida tifando a gran voce e con una fitta sciarpata che accompagna al triplice fischio, quando i giocatori andranno a salutarli ricevendone applausi nonostante la cocente sconfitta.

La festa è tutta dei giocatori e dei tifosi pistoiesi, che suggellano con un’ulteriore sciarpata questa giornata decisamente positiva. Dopo i diversi cori ostili e l’uscita degli ospiti, non resta che uscire a mia volta da questo stadio ricco di storia, una storia arricchita da questo importante confronto a dispetto della misera categoria in cui entrambe saranno costrette a giocare anche la prossima stagione. Chissà se prima o poi anche le varie istituzioni capiranno l’importanza di queste tifoserie, di queste rivalità, delle tradizioni e dei riti che stanno uccidendo con la commercializzazione, con gli eventi, con il marketing che fino a quando va tutto bene magari funzionano anche meglio, ma che quando seguono i tempi di vacche magre ti lasciano con il vuoto più totale perché il cliente spenderà forse anche di più del tifoso, ma quest’ultimo è un patrimonio eterno che sarebbe saggio tutelare e non vessare.

Marco Gasparri