Che il calcio, almeno quello patinato e sfarzoso, sia diventato un’industria troppo indaffarata a calcolare profitti e margini di guadagno a scapito, spesso e volentieri, di chi vive con passione quotidianamente la propria squadra è ormai un dato di fatto. Negli anni coloro che sono la parte integrante e più importante ma anche la più bistrattata, i tifosi e in particolare noi Ultras, hanno dovuto subire di tutto: decreti, repressione, norme assurde, tessere e card, leggi speciali, aumento dei biglietti, orari assurdi, stadi per la gran parte fatiscenti. “Rimarrete soli coi vostri decreti”, recitava uno striscione famoso post-TdT. E ci siamo andati vicini, se non fosse per la tenacia di chi, nonostante tutto, vive ancora oggi gli stadi e le curve come punto di aggregazione e collante generazionale per vivere l’amore per la propria squadra e per la propria Città.Oggi, finalmente, dopo lo scempio della Finale di Coppa Italia con gli spalti computerizzati e il ritorno dei campionati professionistici a porte chiuse, causa emergenza sanitaria, si sono accorti che per quanto brutti e cattivi siano importanti i tifosi e specialmente le curve, di quanto sia triste una partita nel silenzio più assoluto.A Poggibonsi come in altre piazze d’Italia, fortunatamente, non abbiamo dovuto subire per adesso la tristezza di veder giocare i nostri colori senza il suo pubblico: per noi come Ultras, dilettantistico o di Serie A che sia, il calcio è motivo di orgoglio, passione e appartenenza.Se, come detto, per il calcio ‘maggiore’ il futuro è ben delineato (ovviamente per il lato sportivo, mica per quello dei tifosi..) per quello dilettantistico ancora si naviga a vista. Capiamo, da una parte, che può essere così: un evento epocale ed improvviso che ha colpito tutti imprevedibilmente non poteva non stravolgere le nostre vite. Abbiamo ceduto delle nostre Libertà, per un bene comune e superiore, per i nostri cari e per le nostre comunità; ma adesso, noi come cittadini ma soprattutto Ultras queste Libertà le rivogliamo indietro. E se nella vita di tutti i giorni questo piano piano sta accadendo, non possiamo dire lo stesso su ciò che accadrà negli stadi. Si parla di contingentamento negli stadi, di capienza ridotte, di blocco delle trasferte, di mascherine, di curve in cui non si può cantare, tifare, abbracciarsi dopo un gol, quando nella vita di tutti i giorni si può manifestare, assembrarci, lavorare gomito a gomito nelle fabbriche senza alcun tipo di controllo. Non vorremmo che ‘qualcuno’ prendesse la palla al balzo per, finalmente, rompere quella tenacia di chi non ha mollato mai e dove tessere e decreti hanno fallito: stroncare ogni forma di tifo organizzato, dalla Serie A alla Terza Categoria.Non accetteremo regole speciali paravento per gli stadi, non accetteremo stadi aperti col distanziamento sociale, con capienze ridotte (chi deciderà chi potrà entrare e chi no?), non accetteremo compromessi per poi, magari, vederci arrivare un DASPO per assembramento; non accettiamo che chi ha una diffida con obbligo di firma oggi debba andare a firmare nonostante le partite siano giocate a porte chiuse e a orari improponibili. Se i campionati ripartiranno, la prossima stagione, dovrà ripartire con la sua gente: se questo maledetto virus non ce lo permetterà, siamo sicuri che anche il Calcio potrà aspettare fino che non verrà trovata una soluzione a questo problema.”Il calcio senza tifosi è niente”: ora che finalmente iniziate a capirlo, sarebbe ora di pensare a quali cose importano davvero.Poggibonsi 1925