Non so se avete avuto modo di leggere i miei articoli precedenti sulla situazione in Polonia. Riassumendo, è capitato pressoché sempre che mi recavo allo stadio per documentare la tifocronaca della partita e mi ritrovavo a dover descrivere uno scenario deprimente, o meglio, da una parte la curva, quella di casa, dall’altra solo parecchi seggiolini vuoti con settore ospiti chiuso a mandate.
In Polonia, da qualche tempo, c’è stato un giro di vite importante, studiato a tavolino da Federazione e governo, dopo che in maggio un tifoso del Lech Poznan in trasferta a Kurnow, è rimasto ucciso dalla polizia, per via di un proiettile di gomma sparato volontariamente. Pertanto, ora spesso e volentieri qui, usano mettere le tifoserie in castigo: accendi torce? Tre trasferte vietate. Ti scontri? A discrezione di chi decide, ma scattano molte trasferte vietate. Poi altro criterio di valutazione viene fatto quando si affrontano tifoserie rivali, oppure tifoserie gemellate con l’antagonista cittadina, ecco in quel caso la punizione è automatica, trasferta chiusa e chiuso anche il discorso.
Detto così, direte: “Eh, certo noi ci lamentiamo in Italia”. Eh si, ci lamentiamo in Italia, ed a ragione. Quello che stanno perpetrando ai tifosi di Roma e Lazio è ben peggio di tutto questo, perché da noi stanno militarizzando le curve. Ci proibiscono addirittura di dissentire pacificamente, denunciando le persone; la polizia entra in curva come e quando vuole, presenza inutile di steward in massa nei settori popolari, multe salate a chi cambia posto, quando dall’anno del Signore in curva nessuno ha mai rispettato il proprio posto, e non è certo un reato. L’unica similitudine è che ad esempio il Wisla ha la curva divisa da vetrate, cosi come all’Olimpico. Però loro possono fare entrare il megafono e i tamburi. E’ vero che le tifoserie di Roma hanno scelto di non farne utilizzo, ma pensate che se avessero voluto reintrodurli gli sarebbe stato consentito?
Questo è quanto, in teoria oggi il tema portante doveva essere la tifocronaca di Wisla Krakow-Korona Kielce, ma parlare nuovamente di una curva che si confronta contro un muro di seggiolini vuoto sta diventando monotono. Vi regalo giusto un paio di foto che immortalano uno striscione anti Islam posto in tribuna e non in curva. Sorrido amaramente pensando che, se fosse successo a Roma, tralasciando la tematica, quanti anni di galera avrebbe potuto prendere il malcapitato che si era sognato di esporlo?
L.B.