Nel 1926 il Comune di Mestre fu incorporato nel Comune di Venezia, nell’ambito di un processo di riorganizzazione amministrativa in atto in quegli anni. Solo tre anni dopo, dalla fusione fra le quattro maggiori rappresentative della città, nacque l’Associazione Calcio Mestre.  Parzialmente in controtendenza con il fenomeno “imposto” nel ventennio fascista che, spingendo i club ad unirsi tra di loro, ambiva a creare nell’ambito di ogni centro cittadino un solo club, i  Mestrini preferirono unire le proprie forze, rimanendo però distinti e distanti dal Venezia Calcio, club fondato nel 1907 dalla fusione tra la Palestra Marziale Mestre e la Costantino Reyer Venezia.

Il club arancionero è riuscito nell’impresa di resistere al tempo, nonostante le magre figure sportive accumulate negli anni: impresa ardua se poi pensiamo ai successi sportivi del Venezia di Zamparini a cavallo tra gli anni ’90 e i Duemila.

Oggi a Pomezia il club veneto, una stagione dopo la mancata iscrizione in Serie C, prova a riconquistare la serie D, contando sul supporto di circa 50 tifosi arrivati nel centro laziale e, per l’occasione, supportati dai gemellati degli “East End” di Morena, club dell’omonimo quartiere alle porte di Roma.

Il loro tifo sarà quasi sempre su buoni livelli, ottimo se consideriamo il caldo afoso e il lungo viaggio che i mestrini hanno dovuto affrontare. Il pareggio in campo rimanda ogni discorso sulla promozione alla partita di ritorno, allorquando i veneti potranno beneficiare del fattore campo, moralmente forti del buon risultato odierno.

Il Pomezia, almeno in questa circostanza, è supportato solo da tifosi “normali”, comunque presenti in buon numero (circa 600), mentre si segnala l’assenza di gruppi ultras.

Michele D’Urso