Prima giornata di campionato e vedere il Ponsacco scendere in campo, giocare una partita ufficiale e per di più in serie D è già di per sé motivo d’orgoglio per la tifoseria. Perché Ponsacco ed il Ponsacco sono rapidamente passati dall’euforia per un campionato, lo scorso, condotto nei piani alti della classifica e per una promozione sognata e sfiorata, all’incubo del fallimento e della ripartenza dalla Terza categoria.

A fine giugno, come un fulmine a ciel sereno, l’amministratore unico della società, Walter Buonfiglio, è stato arrestato gettando nel panico una tifoseria che si è letteralmente rimboccata le maniche per trovare i soldi per l’iscrizione al campionato, organizzare una squadra che potesse competere nella categoria ed infine affidarsi a dirigenti competenti e a persone che avessero a cuore le sorti del sodalizio.

Impresa non da poco visti i tempi ristretti e le tante problematiche da affrontare ma in questo caso evidentemente il legame tra ultras, tifosi, sportivi e semplici abitanti del paese ha funzionato alla grande ed ogni attore protagonista ha offerto il proprio contributo riuscendo nell’impresa di continuare ad avere una squadra nel campionato di serie D. Ogni tanto il calcio ci offre storie dal lieto fine, ora sarà il manto erboso ad esprimere il proprio giudizio.

Ponsacco ha una buona tradizione ultras, pur tra alti e bassi la squadra ha avuto sempre un seguito ed in questi ultimi anni diverse generazione di ragazzi hanno permesso una certa continuità al movimento. Sicuramente i numeri son limitati, del resto sarebbe dura fare di più, ma certe trasferte, in primis quella di Sanremo della scorsa stagione, dimostrano come alcune realtà possano campare su quel sano spirito di aggregazione paesana che nelle grandi occasioni chiama a raccolta anche il semplice sportivo. Come al solito, se si semina bene alla lunga qualcosa si raccoglie.

Nel settore ospite troviamo un’altra tifoseria piuttosto navigata, quella montevarchina che ha alle spalle diversi campionati di serie C1 e C2, poi c’è stato un roboante tonfo ma anche una risalita. La serie D magari sta un po’ stretta ma almeno in alcuni stadi si trova sull’altro versante una tifoseria con la quale confrontarsi, dopo qualche stagione passata in campi quasi da oratorio. In questo pomeriggio gli ospiti sono accompagnati dai gemellati di Empoli con tanto di pezze e dagli amici di Lanciano che non mancano di sciropparsi un po’ di chilometri per rinsaldare il legame. Diversi cori degli ospiti rimarcano come questi due rapporti siano particolarmente sentiti e portati avanti con orgoglio.

Ospiti che si presentano in una settantina di unità, qualche bel bandierone al seguito e quella sana voglia di divertirsi ad ogni costo. Aspetto quest’ultimo che riesce non in pieno in quanto, sul terreno di gioco, un sorprendente Ponsacco infarcito di giovani e rimasto pure in dieci uomini, riesce a segnare ben tre reti e conquistare una vittoria totalmente insperata. Per tutta risposta, a fine partita, gli ultras montevarchini chiamano a raccolta la squadra per la prima doverosa strigliata della stagione: una sconfitta non pregiudica un campionato ma sicuramente questo non è l’atteggiamento giusto da tenere.

Euforia a mille nel settore degli ultras di casa che aprono le danze con uno striscione diretto alla squadra e proseguono con un tifo continuo e piuttosto partecipativo. Un bandierone sventola per lunghi tratti della gara ma è la voce ad accompagnare le gesta della squadra sul terreno di gioco. Qualche coro contro i cugini di Pontedera, direi inevitabile, ed uno contro i rivali di Sangiovanni Valdarno, per il resto gli ultras si fossilizzano sul sostegno alla squadra che li ripaga con una prestazione maiuscola.

Sostanziale indifferenza tra le due tifoserie con i padroni di casa che applaudono gli ospiti nel momento dell’esposizione da parte di quest’ultimi di uno striscione in ricordo di Maurizio Marchi, l’ultras genoano deceduto in questi giorni.

Valerio Poli