A mani vuote. E però vai avanti, perché quello hai. Questo articolo si apre così e così potrei già chiuderlo, in quanto queste poche parole sintetizzano quanto accaduto sul campo e sugli spalti oggi in Ponsacco-San Donato Tavernelle, seconda contro terza, 60 punti contro 58, entrambe alle spalle della Pianese prima a 63. E la Pianese vince e vola a 66, mentre i rossoblu, così come i loro avversari, sfoderano una prova scialba, propria di chi non vuole salire. E tutto quello che rimane sono gli spalti, le bandiere e gli amici, lo stadio pieno in tribuna coperta e il settore di tribuna scoperta pieno per metà e il settore degli ultras mezzo vuoto. Perché per tifare devi crederci in primis tu; penso di essere sempre stato bene tra quelli che sono definiti ultras perché hanno il pregio di seguire una linea e quindi di distaccarsi dal risultato del campo, pretendendo solo impegno e sapendo contestualizzare le prestazioni con le situazioni societarie.

Il blocco di circa 50 ragazzi fa il suo, tra una coriandolata e qualche torcia all’inizio e cori continui, senza proporre rimproveri alla squadra che rende con la prestazione evidente ciò che un po’ tutti pensano, ma anzi applaudendo gli undici rossoblu a fine gara. Fare bene, questo è in primis la D per moltissime società che vi partecipano, anche perché il paradiso sicuro passa solo attraverso il primo posto, il resto vale solo per eventuali ripescaggi da affrontare dietro pagamenti di fideiussioni cospicue. Tutto però continua; il tempo si divide in anni per i comuni mortali, in stagioni sportive per chi si occupa di calcio, ci ha insegnato Nick Hornby. Torneremo ad odiare i mesi come giugno e luglio.

Testo di Amedeo Zoller.
Foto di Valerio Poli.