Quante volte, un po’ per retorica ed un po’ per seria convinzione, ci rifacciamo a quei meravigliosi anni ’80 per esaltare lo spirito ultras? Quante volte abbiamo sostenuto come gli anni ’90 siano stati, per numeri, colore e passione, il culmine del movimento ultras nel nostro paese? Tutto vero, tutto ampiamente documentato, questo perché fondamentalmente in ogni paese, in ogni piccolo comune del nostro territorio, ad ogni squadra anche di un campionato dilettantistico, poteva essere associata con una buona dose di affidabilità, una tifoseria. Sembrerà un paradosso ma nel momento clou del panorama ultras, in ogni piccolo borgo esisteva un movimento, più o meno numeroso, che in ogni domenica presenziava sul campo e si faceva conoscere in giro per l’Italia grazie alle riviste specializzate e alle corrispondenze tra gli ultras.

Anche in Toscana, come nel resto dello Stivale, non sono mancati nel passato esempi di tifoserie che a cavallo degli anni ’80-’90 sono salite alla ribalta nel panorama ultras nazionale, ma in seguito sono scomparse o quasi a seguito del mancato ricambio generazionale, degli scarsi risultati ottenuti dalla squadra oppure della semplice e spietata repressione. Del resto in alcune realtà, mettere fuori gioco quella decina di persone più rappresentative ed attive, significa far chiudere bottega.

A Pontedera il movimento ultras ha origini piuttosto antiche, la storia e lo striscione presente sui gradoni ci indicano nel 1979 il primo vagito di colore granata, il resto della storia ci parla di una realtà che ha vissuto il suo apice con la squadra ai vertici del campionato di serie C, quando a guidare l’attacco c’era Alfredo Aglietti oggi stimato tecnico. L’attualità vede gli Ultras Granata ancora a sostenere la squadra e a girare lo Stivale ma proprio in questi giorni un comunicato del gruppo ha dichiarato la momentanea, speriamo solo momentanea, sospensione dell’attività.

Non conosco le dinamiche granata dall’interno ma la partita di questa sera vede l’abituale settore dove stazionavano gli ultras, completamente disadorno, in religioso silenzio e quasi deserto. Veramente un brutto vedere, una sensazione di abbandono che mette tristezza se paragonato ad un recente passato dove presenza ed incitamento erano sempre assicurati. Vedremo gli eventuali sviluppi, in questa prima uscita di sospensione è palese come non ci sia alla vista un eventuale ricambio generazionale.

Se i granata sono in un momento di difficoltà, questo non si può dire degli ospiti che arrivano a Pontedera con ottimi numeri e come al solito colorano e ravvivano un settore che a tratti sembra debordare completamente. La Curva Sud apre le danze con una serie di bandiere a due aste e qualche bandierina, poi parte il tifo che ormai è una macchina oliata con un’organizzazione capillare che trova pochi ostacoli: due tamburi a dettare i tempi, altrettanti megafoni che coordinano il tifo ed infine la massa dei presenti che non si tira indietro nel seguire le direttive.

Gli amaranto non si fanno mancare nulla, un tifo continuo, qualche torcia accesa e le solite bandiere che offrono sempre il loro apporto di colore. L’aspetto che fa la differenza tra gli amaranto è che i presenti ce la mettono tutta per sostenere la squadra e contemporaneamente divertirsi, c’è una continua partecipazione segno di un collante tra l’ultras ed il tifoso che è il mix ideale per una pacifica e proficua convivenza.   

Gli Ultras Arezzo restano una garanzia, una tifoseria che bada all’estetica ma anche alla sostanza. Difficile chiedere di più e considerando il bacino non immenso della città, c’è solamente da battere le mani a chi ancora irrimediabilmente continua a crederci.

Valerio Poli