Il girone B della serie C ci propone qualche tifoseria interessante e oggi a fare visita al Pontedera arriva il Carpi, squadra che ristagna nella medio-bassa classifica ma con un discreto pedigree e un seguito che negli anni ha saputo ritagliarsi un proprio spazio all’interno del panorama ultras nazionale. È parecchio che non vedo dal vivo i carpigiani, me li ricordo tempo fa in un pomeriggio piovoso in quel di Cecina per una partita di serie D e anche in quell’occasione, malgrado si stesse parlando di un campionato dilettantistico, una sparuta presenza c’era sempre sui gradoni.

A Pontedera, questa volta, la serata è spazzata da un vento piuttosto fastidioso che porta con sé un’aria a dir poco fresca: siamo a febbraio e la temperatura, una volta calato il sole, si abbassa rapidamente. Giocare di sabato alle 17:30 quasi mai è cosa gradita, ben che mai utile, ma ormai dobbiamo convivere col calcio spezzatino anche nelle categorie inferiori. Ricercare la compattezza per lotte e rivendicazioni che un tempo avevano anche un senso è ormai utopia, forse, a mio parere, è il limite più evidente di un panorama ultras che raramente ha percorso un sentiero comune, dividendosi sempre su questioni filosofiche di poco conto. La frammentazione delle diverse curve, gruppi che tifano gli stessi colori, abitano le stesse zone, hanno il solito passato alle spalle e che immancabilmente si fanno la lotta intestina ci offre un panorama abbastanza chiaro ed esaustivo di come, ultimamente, si cerchi a tutti i costi un nemico da dichiarare, pensando più all’orticello proprio che a guardare la complessità. La necessità di spaccare il capello in quattro si ritorce contro in un ambiente che fa della pluralità di idee la propria base, la propria forza; aggregare persone di diversa estrazione culturale, diversa età e diverse affinità permette alla curva di poter esaudire tutte quelle attività che occorrono a rendere migliore un progetto.

Divagazione a parte, oggi da Carpi arrivano una cinquantina di ultras, si sistemano nel settore ospite dietro la porta e una volta attaccate le pezze dei gruppi, fanno un bel quadrato e cominciano ben prima del fischio d’inizio a scaldare le ugole. In bella evidenza la pezza dei “Guidati dal Lambrusco”, un nome originale e quanto mai azzeccato per via della terra d’origine dei presenti; anche il simbolo, un Obelix assetato ma non di acqua, rappresenta quel tocco di originalità in un periodo dove si tende a omologare nomi e simboli dei gruppi ultras. Siamo passati da un periodo, diciamo a cavallo tra gli anni ’80 e ’90, dove alcuni nomi di gruppi ultras erano un mix di stranezza ed originalità, poi pian piano il filone si è andato ad esaurire per tornare ad identificarsi in motti, nomi comuni e semplici simboli. Un passo indietro dettato magari dalle curve metropolitane che inevitabilmente sono il megafono delle novità, peccato perché in Italia ci sono realtà di provincia che poco, a parte i numeri, hanno da invidiare ai fratelli maggiori.

Carpigiani che hanno il grosso merito di restare uniti per tutta la partita, il tifo poggia sulla totalità dei presenti e anche per quanto riguarda la continuità dei cori c’è poco da obiettare. Il colore è donato da tre bandieroni sventolati per tutto l’incontro, la sciarpata eseguita nel finale di gara è la classica ciliegina sulla torta. I presenti si divertono, animano il settore e creano quel bel clima che si respira quando sei in trasferta, scanzonato, un po’ sopra le righe, decisamente movimentato. Ottimo pomeriggio in quanto la squadra regala anche la vittoria, tre punti che la rilanciano in classifica con i play out che almeno momentaneamente si allontanano.

Padroni di casa che accolgono le squadre in campo con l’accensione di qualche torcia e di un bandierone, la conferma di come i granata ce la mettano tutta per animare una gradinata che in questa serata vede qualche presenza in più rispetto al recente passato. Anche durante la partita non mancano i cori, il sostegno vocale è sulle spalle dei soliti noti e pur con qualche pausa, la carretta viene tirata fino al fatidico novantesimo minuto. Nonostante la sconfitta, la squadra viene ugualmente applaudita, del resto per i colori granata questa è una stagione dove ci sarà da mangiare del pane duro, tifoseria e sportivi devono necessariamente fare quadrato per evitare spiacevoli guai. Se poi ci fosse l’occasione di entrare nel lotto delle squadre che si giocheranno la promozione tanto meglio, ma come si dice in questi casi, un occhio davanti ma due dietro.

Valerio Poli