Mi spiace dirlo ma bisogna partire da una nota stonata: l’evento è stato gestito male e da questo punto occorre partire. Perché la partita in fin dei conti era tra le più tranquille, ed infatti così è stato, con nessun coro contro, nessun astio particolare, nessun episodio spiacevole che poteva essere previsto. Unico dato assodato, una folta presenza di ospiti favoriti dal buon inizio di campionato della loro squadra e favoriti ancora di più dalla vicinanza tra Livorno e Pontedera.

Durante la settimana che precede la partita, a Pontedera si vivono ore di ansia ed apprensione, anche eccessive ed immotivate se vogliamo, per la problematica di gestire un numero importante di ospiti. In prima battuta viene presa in considerazione l’ipotesi di destinare agli amaranto l’intera gradinata, settore che abitualmente occupano gli ultras granata. Apriti cielo, con quest’ultimi che scendono legittimamente sul piede di guerra contestando la decisione.

Alla fine ai livornesi viene destinato il comune settore ospite ed una parte di tribuna. Problema risolto? Non sembra pensarla così l’ala più intransigente del tifo granata che, come annunciato precedentemente, attua una protesta contro la società scegliendo di non entrare nell’impianto sportivo e assicurando una presenza all’esterno dello stesso.

Ultras granata che appunto seguono la partita nel piazzale esterno la tribuna, si ritrovano in una zona dove almeno parzialmente si può buttare un occhio sulla gara ed attuano la loro protesta a son di cori e di striscioni, facendosi pure notare per l’accensione di diverse torce, soprattutto al momento dei gol.

Gradinata che quindi rimane pressoché deserta, gli ultras sono compatti fuori l’impianto ed i presenti sono un centinaio scarsi. Se un segnale “forte” voleva essere dato, probabilmente l’intento è stato raggiunto.

La decisione degli ultras è sicuramente discutibile da un punto di vista opposto, più probabilmente la diatriba in questione è stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso: i rapporti tra dirigenza e tifosi non erano proprio al massimo della stima ed è bastata una decisione un po’ affrettata per far sì che il confronto degenerasse.

La dirigenza inoltre ha messo in vendita la società, si sussurra a titolo gratuito, con l’intenzione di passare definitivamente la mano. Insomma, acque agitate in casa granata con la salvezza che, indipendentemente da tutto, deve essere raggiunta nella miglior maniera possibile.

Ospiti che come annunciato, si presentano con buoni numeri, si va ben oltre il migliaio di sportivi che prendono d’assalto il settore dedicato in cui vengono stipati come sardine. Bello ovviamente il colpo d’occhio ed anche se coreograficamente non offrono nulla, le bandiere ed i bandieroni colorano degnamente lo spicchio a loro destinato.

Gli amaranto non mancano di sostenere la squadra e a parte un paio di cori per i diffidati, non smettono un secondo di cantare per la squadra e per la città. In alcuni frangenti il settore risulta essere in ebollizione, con un’ottima partecipazione, in altri casi il tifo è sulle spalle del gruppo principale.

Da dire che sul terreno verde il Pontedera va avanti di due reti e resta in vantaggio fino a dieci minuti dalla fine, quando il Livorno prima accorcia le distanze, poi raggiunge il pareggio e sul filo di lana giunge alla vittoria.

Ovvio che il finale al cardiopalma veda gli ospiti sugli scudi, ma a ben vedere anche sotto di due reti il tifo non è mai venuto meno, con gli ultras che hanno continuato ad incitare i giocatori.

Mastica amaro la sponda granata, una sconfitta maturata nella peggior maniera possibile, una dirigenza che minaccia di lasciare, una tifoseria sul piede di guerra ed infine una trasferta ad Arezzo che non sarà per niente facile. Diciamo che come inizio campionato il livello di tensione è già oltre la soglia di sopportazione.

Valerio Poli.