C’è stato un tempo, intorno agli anni ’90, che in Toscana, ogni paese o frazione che fosse, aveva una tifoseria ed in alcuni casi il movimento era anche numericamente importante avendo ben attecchito sul territorio. Viareggio, Cecina, Ponsacco, Massese erano squadre che più o meno stabilmente calcavano i campi della serie C togliendosi pure qualche soddisfazione ed al seguito vi erano tifoserie di un certo spessore, numerose considerando i bacini di utenza. Viareggio probabilmente è la piazza che ha pagato più di ogni altra le nuove normative in materia di stadio, la tifoseria ha scelto una linea intransigente, la squadra è crollata in campionati dilettantistici ed il risultato è quello di aver perso una realtà che nel passato si è cimentata in trasferte quasi proibitive, quelle in Sardegna su tutte, mentre in casa gli Ultras Fighetrs e company hanno portato in alto il nome della città del Carnevale.

Tra le realtà ormai consolidate sul territorio toscano ci sono pure Pontedera e Montevarchi, che negli anni non hanno perso la propria identità e malgrado qualche inevitabile alto e basso, hanno continuato a farsi vedere e “battere” il territorio.  Se da un lato i Boys ’79 hanno segnato gran parte della storia del tifo granata, dall’altra parte le Brigate Rossoblù ed Ultrà Giglio hanno movimentato i pomeriggi in quel di Montevarchi. Oggi si è voltato pagina, del resto per i gruppi storici è stata una carneficina, uno dopo l’altro hanno lasciato il passo un po’ per un normale ricambio generazionale, un po’ per quella ondata di repressione che ha investito in pieno il mondo ultras nazionale intorno all’inizio del secolo.

In questa stagione gli ultras granata hanno deciso di non entrare sugli spalti e di restare all’esterno dell’impianto. Le normative anti Covid hanno imposto questa decisione, perciò nel loro settore capeggia uno striscione rivolto alla squadra ma calore e passione restano forzatamente fuori le mura di cinta. Da sottolineare come la presenza degli ultras sia tangibile, tanto per i cori che per il colore che all’inizio e durante la partita si palesano attraverso fumogeni, torce ed una bandierina che richiamano maggiormente l’attenzione attorno a questa presenza-assenza e alle motivazioni della stessa.

Ospiti che invece si presentano a Pontedera divisi idealmente in due gruppi, mentre gli ultras si posizionano nello spicchio vicino all’ingresso del settore, i tifosi “normali” trovano posto nel settore adiacente. Divisione enfatizzata soprattutto nel modo di seguire l’incontro visto che se da un settore non vola una mosca, dall’altro il tifo è praticamente un rullo compressore ed anche sotto di tre reti, gli ultras continuano imperterriti a svolgere il proprio dovere. La Curva Sud versione trasferta, dal punto di vista vocale è inappuntabile: il sostegno alla squadra non viene mai meno mentre visivamente si fanno apprezzare per qualche bandierina e per un bel bandierone sventolato per quasi tutta la partita. Vista la tradizione della tifoseria, qualcosa di più ci si poteva attendere dal punto di vista numerico però le solite restrizioni anti Covid possono sicuramente aver influito su questo aspetto. Tanto per restare su questa tematica più che mai attuale, a cose normali sarebbe stata certa la presenza degli empolesi al fianco dei gemellati mentre in questo pomeriggio, nessun drappo che rimanda alla tifoseria azzurra è visibile nel settore ospite. Un richiamo al gemellaggio viene fatto dai montevarchini che sottolineano con un paio di cori un legame pluridecennale, ma anche i padroni di casa non mancano di indirizzare un paio di cori ai rivali di turno, spostando poi l’attenzione sugli empolesi. La classica faida toscana dove basta metter il naso fuori dai propri confini cittadini per andare a pestare i piedi ai vicini di casa.

Valerio Poli