È proprio così, è stato un pomeriggio da leccarsi i baffi quello a corollario della gara fra Portici e Acireale. I motivi li possono cogliere solo quanti bazzicano questo mondo perché, parliamoci chiaro, chi è dall’esterno non potrà mai capire o, al massimo, come dice un mio buon amico, potrebbe considerare i suoi attori come dei “malati di mente”.

Portici – Acireale rappresentava già dalla vigilia un match interessantissimo, in quanto era prevedibile che, insieme agli acesi ospiti, si presentassero i loro gemellati savoiardi, a loro volta rivali dei Porticesi, rivalità recente ma caricata ulteriormente dal fatto che i porticesi sono molto amici dei corallini, e difatti non sono mancate scaramucce nell’ultimo match con entrambe le tifoserie presenti sugli spalti.

Arriviamo all’esterno dello stadio con venti minuti d’anticipo. Aria tesa, tensione che contagia presto anche me ed il mio amico e che si trasforma brevemente in adrenalina, con i porticesi a presidiare il territorio, anche se in realtà e purtroppo si gioca in campo neutro ad Ercolano. I “padroni di casa” appaiono belli carichi, tutti compatti e vicini, tutti vestiti dello stesso colore, a formare una bella macchia umana.

Con l’approssimarsi del calcio d’inizio entrano e a quel punto entriamo anche noi: non passano che cinque minuti e dall’esterno si odono i cori “Acireale e Torre Annunziata” con i quali gli ospiti si presentano subito in maniera perentoria. Entrano alla spicciolata e si verifica immediatamente qualche scaramuccia, ma nulla di particolarmente rilevante. La situazione si calma con l’ingresso dei poliziotti ai confini dei due settori ed inizia la partita del tifo.

Aprono le ostilità i porticesi che bersagliano offensivamente i savoiardi, mentre gli ospiti tentennano ancora un po’ prima di partire. Quando anche loro lo faranno, udire la rabbia agonistica dei due gruppi che cantano all’unisono è qualcosa di davvero impagabile: una vera goduria quei cori che spezzano il silenzio di una domenica pomeriggio qualunque.

Gli acesi rispondono alle offese dei dirimpettai ignorando loro e chiamando invece in causa i loro amici corallini, assenti però a questa sfida. I siciliani espongono inoltre uno striscione per “Bombonera”, un ultras della loro curva alle prese con problemi personali. Verso la fine del primo tempo c’è qualche nuova scaramuccia tra le due tifoserie, che si stuzzicano a distanza ma non arrivano al contatto fisico: giusto qualche lancio di oggetti ma – per quanto comprensibilmente condannabile dal loro punto di vista – nulla di così grave come romanzato in qualche sito locale.

Nel secondo tempo il tifo cala un po’ ma forse era persino logico che ciò avvenisse con un caldo quasi estivo. Match in campo che termina 4 a 4 e nulla da segnalare dal punto di vista dell’ordine pubblico nel post partita.

Emilio Celotto