Dopo un anno e mezzo il Portici torna a casa. I lavori allo storico “San Ciro” sono terminati e finalmente ultras e squadra possono tornare nella loro sede naturale. Arriviamo 15 minuti prima allo stadio, passando fuori al settore ospiti in scooter. Gli ultras Castrovillari sono già pronti ad entrare, guardinghi e diffidenti non solo perché in trasferta e quindi naturalmente allerta, ma anche perché i porticesi hanno una forte rivalità con i loro gemellati Ebolitani.
Parcheggiamo e subito entriamo in campo. Lo stadio è bellissimo, si respira storia e dopo questo maquillage, l’impressione è che potrebbe fare ad occhi chiusi la Serie C, con quattro settori grandi e due curve che, con quei gradoni, mettono i brividi solo a guardarle.
Le due tifoserie si posizionano in tribuna e distinti, i padroni di casa si compattano dietro lo striscione “Porticesi”, mentre gli ospiti, in circa 40 divisi in due gruppi, uno di circa 35 e l’altro di 5-6 unità, si posizionano dietro il loro materiale molto variegato. Alcune pezze, come ad esempio “Curva Sud” sembrano davvero trasudare km e passione.
I porticesi accompagnano l’ingresso delle squadre con bandierine, torce, fumogeni bianchi e blu, oltre allo striscione “Finalmente a casa”, mentre gli ospiti cantano motivati anche dalla presenza dei dirimpettai. Il tifo è di alti livelli in ambo i settori, due stili di tifo diversi, con i padroni di casa che scelgono cori secchi mentre i calabresi optano per cori più melodici. A rendere il clima più frizzante ci pensano i porticesi chiedendo a gran voce se ci siano ebolitani con gli ospiti. Un coro tira l’altro ed arrivano presto anche le offese dirette fra le due parti che mettono ulteriore pepe alla contesa sugli spalti.
La partita finisce 1 a 1. Il clima sembra disteso, usciamo dallo stadio e lo salutiamo ammirando i bei murales che rendono il territorio molto “marcato”.
Emilio Celotto