Ero già stato al “San Ciro” di Portici per la partita più sentita della stagione, colpito in positivo dalla prestazione degli ultras locali decido di tornare a caccia di conferme sulle loro qualità.

L’avversario odierno è il blasonato Messina con i suoi impagabili ultras, al seguito in questa lunga trasferta nonostante la squadra si trovi appena fuori dalla zona calda dei play out che i peloritani non meriterebbero.

Al contrario il Portici sta disputando un ottimo campionato, sottolineato da un volantino affisso nei punti più strategici per invitare la città allo stadio con l’auspicio di spingere una delle società più vecchie d’Italia (essendo nata nel 1906, come lo stesso volantino ricorda) verso l’obiettivo playoff.

Il tragitto dalla stazione della Circumvesuviana allo stadio è sempre particolare: scritte e murales un po’ ovunque, trasmettono a pelle l’attaccamento della tifoseria alla sua squadra. Peccato però che il resto della cittadinanza non risponda con altrettanto orgoglio: poco oltre duecento gli spettatori, con i padroni di casa che entreranno a un quarto d’ora dal fischio d’inizio, posizionandosi nella parte centrale del settore e offrendo un buon colpo d’occhio: in proporzione sembrano addirittura più gli ultras che gli spettatori totali.

Anche i messinesi entrano tutti insieme a una ventina di minuti all’inizio. Risultano molto colorati grazie sia alle bandierine della GIOVENTÙ GIALLOROSSA che a quelle dei TESTI FRACIDI, tornati a seguire dopo la diserzione contro il presidente Sciotto. Tra le due tifoserie vige una sorta di rispetto reciproco: lo rimarca qualche coro all’inizio e alla fine, poi ognuno tiferà per sé.

La partita viene trasmessa in diretta su Repubblica.it ed i porticesi, con l’entrata delle squadre in campo, molto intelligentemente espongono uno striscione che rimarca l’episodio di Turris – Bari quando uno steward esultò sopra le righe mostrando il dito medio alle telecamere, venendo per questo punito con la diffida: “03-02-19 NON SI PUÒ ESULTARE PIÙ MALEDETTA PAY – TV”. Sterilizzato il calcio dal sacro fuoco di rivalità e sfottò, non resta ormai che un passivo spettacolino teatrale: paga e zitto!

il primo tempo lo passo proprio davanti ai sostenitori biancoazzurri di cui posso constatare l’alto numero di ultras presenti, l’età media elevata e la presenza di “belle facce”, anche forse favoriti dal fatto che oggi la Serie A e di conseguenza il Napoli non giochi (un grosso problema per i gruppi di quest’area è proprio la vicinanza con Napoli che toglie loro effettivi).

I porticesi non fanno molto colore, ma in compenso hanno molta qualità canora ed alternano cori secchi con quelli a rispondere accompagnando il tutto con ottimi battimani, ben eseguiti da tutti i presenti. Già al settimo minuto esultano grazie al gol di bomber Improta, seppur gli ultras sembra che festeggino appena, rimanendo più concentrati sui cori e sulla loro durata.

I padroni di casa sono veramente in forma e nonostante la partita sia un’altalena di gol (di nuovo Improta porta il Portici in vantaggio dopo il pareggio avversario, ma subendo il 2-2 alla fine del tempo), non soffrono di grossi sbalzi d’umore e nemmeno della calda giornata.

Nel secondo tempo la partita in campo non vede più variazioni di risultato, ma in compenso i porticesi continuano a cantare alla grande, dimostrandosi gruppo valido ed attivo, mettendosi inoltre in mostra per i tanti battimani.

Anche i messinesi sono una tifoseria che delude raramente a livello canoro, sia quando si presentano in numeri considerevoli che quando sono pochi, ed anche oggi il loro lo fanno molto diligentemente, alternando battimani al colore dato dalle bandierine e da due stendardi in perpetuo movimento, facendo raramente registrare pause e risultando molto lineari.

Il caldo pure per gli ospiti risulta un problema, lo si nota quando quasi tutti i presenti rimangono a petto nudo. Molto belle le esultanze ai gol dell’1-1 di Selvaggio al 30′ e del definitivo 2-2 del siciliano Arcidiacono in chiusura di primo tempo, entrambi corsi sotto al settore per condividere la gioia con gli ultras. Nel secondo tempo il loro tifo cala come intensità, tamponato da buoni battimani e dal colore fornito dalle bandierine.

Al fischio finale entrambe le squadre applaudono i propri sostenitori che contraccambiano il saluto, nella fattispecie i padroni di casa si fermano persino a intonare qualche coro insieme agli ultras. Ci sarà spazio per un ultimo scambio di cori per i diffidati e per la libertà degli ultras, prima che cali il sipario su questa interessante sfida tra due tifoserie che hanno mostrato sicuramente tanta qualità a dispetto del numero dei presenti.

Marco Gasparri