Diciassette sono i minuti di circumvesuviana che separano Portici da Napoli. Partendo da Piazza Garibaldi non ti accorgi nemmeno di cambiare comune passando per Gianturco, San Giovanni a Teduccio, Barra e San Giorgio a Cremano. Una peculiarità di questa zona e del suo storico treno che lambisce la maggior parte dei paesi alle pendici del noto vulcano. Un viaggio che vale sempre metà dei motivi che ti portano da queste parti. Un viaggio che ti mette davanti agli occhi i venditori ambulanti, i logorroici passeggeri impegnati ad attaccare bottone con chiunque gli si palesi davanti, i turisti sovente spaesati sulla linea per Sorrento e un paesaggio che chilometro dopo chilometro si avvicina al mare sorprendendoti ogni volta e regalandoti una profonda e pittoresca visione di questa celebre zona della Campania.

Con la sua Reggia, il suo centro storico ben tenuto, le sue viuzze caratteristiche e il suo suggestivo sbocco al mare Portici è sicuramente una delle più carine località vesuviane, sebbene poco frequentata dal turismo di massa e spesso sconosciuta anche a molti autoctoni. Di questa cittadina sapranno senza dubbio quelli amanti di viaggi e trasporti. Quelli che alla scuola elementare hanno studiato la prima linea ferroviaria d’Italia (che, per l’appunto, qui arrivava partendo dal capoluogo) e quelli che pur non essendo campani hanno saputo comprendere e amare le bellezze, le contraddizioni e le storture di una regione a dir poco complessa e “pazza”. Amata e odiata come forse nessun’altra nel Belpaese.

Dalla stazione Bellavista lo stadio San Ciro dista circa un chilometro. Lungo il percorso incontro diverse persone con la sciarpa rosso corallo al collo. Quella tra i locali e la Turris è una partita dal clima disteso grazie all’amicizia esistente tra le due tifoserie. Ciononostante avvicinandomi allo stadio non posso evitare di notare lo sproporzionato dispiego di forze dell’ordine con alcuni funzionari fin troppo agitati per l’arrivo del contingente ospite. Classica isteria creata dall’ormai annoso terrorismo psicologico perpetrato sia dai media che dai piani alti degli addetti alla gestione dell’ordine pubblico. Non è un caso che gli oltre mille supporter corallini facciano ingresso alla spicciolata, ben oltre il fischio d’inizio.

L’impianto porticese si conferma tra i migliori della regione per scattare grazie alla sua pista d’atletica e ai suoi ampi spazi che permettono di muoversi liberamente. Restituito alla città da non molto tempo il San Ciro è attualmente uno dei migliori stadi campani, a conferma di una tradizione ormai alquanto longeva. Non è un caso – per dirne una – che proprio qua vengano disputate spesso finali regionali e anni addietro abbia ospitato le gare interne del Savoia causa stadio Giraud in ristrutturazione e un celebre “Derby delle due Torri” terminato 2-2 con rimonta corallina.

Alle 14,10 ambedue le fazioni ultras sono presenti ai loro posti. Una trentina gli ultras del Portici che come sempre si confermano molto belli da vedere. Manate, cori sempre in alto, bandieroni al vento e una bella sciarpata. Quella biancazzurra è una realtà che da qualche anno viaggia su ottimi livelli, malgrado i numeri contenuti e un seguito di pubblico “normale” che sembra stentare a decollare.

Per quanto riguarda i corallini si può parlare di esodo scontato, considerando il primato in classifica e la distanza pressoché nulla (in molti hanno optato per il motorino). Lo zoccolo duro composto 150/200 ultras si mette al centro dando vita a una gran bella prestazione, riuscendo spesso a trascinarsi dietro il resto dei presenti.

In campo le due squadre danno vita ad un incontro avvincente: gli ospiti si portano dapprima in vantaggio di due reti facendosi però clamorosamente recuperare. Quando tutto sembra far presagire al pari il corallino Prisco inventa il gol della domenica smarcando mezza difesa porticese e battendo l’estremo difensore avversario. Esultanza sfrenata per gli ospiti che solidificano ancor più un primato che attualmente li vede in vantaggio di sette lunghezze sull’Ostiamare.

Simone Meloni