Per chi non lo sapesse, Pontedera è un paesone che fa parte della provincia di Pisa, salito alla ribalta nel recente passato per aver dato un dispiacere alla nazionale italiana di calcio durante una partita amichevole, ormai venti anni fa. Dopo aver toccato il picco di celebrità, inevitabilmente, c’è stata una caduta verso il basso ma società, squadra e tifoseria si sono rimboccate le maniche ed oggi il colore granata torna a far parlare di sé in una Lega Pro che mette svariate squadre toscane di fronte le une alle altre. Derby a tutti gli effetti perciò, anche se è facile intuire quanto poco pathos possa esserci in una partita del genere, troppo diverse le storie delle due squadre e delle due tifoserie, troppo diversi i bacini d’utenza e troppo diversi, infine, i numeri in gioco. Del resto il derby per eccellenza per il Pontedera è quello con i rivali di Ponsacco, per il Pisa i derby segnati con l’evidenziatore sono quelli contro il Livorno e la Lucchese. Derby e perciò tessera del tifoso che si va a benedire, impossibile fare una cernita tra “buoni” e “cattivi” in questo caso; l’unica soluzione possibile sarebbe stata di aprire le porte dello stadio ai soli abbonati e perciò possessori della tessera del tifoso. Voglio sperare che questa soluzione non sia neanche passata per l’anticamera del cervello a qualche “genio”, la partita è talmente tranquilla sugli spalti che non servirebbe neanche l’ausilio degli stewards.
Ed infatti il prepartita scorre via tranquillo, le due tifoserie cominciano a prendere posto sui gradoni, la Curva Nord mantiene numeri più che dignitosi mentre nel settore ospite si forma una bella macchia granata a centro curva, con gli ultras che, una volta entrati, invitano il restante pubblico a fare gruppo, invito seguito dai più che si spostano andando ad infoltire la presenza degli ultras.
Coreografia degli ospiti che accolgono le squadre in campo con lo sventolio di parecchie bandierine granata, mentre la curva di casa si fa vedere solamente con i classici bandieroni sventolati a centro settore.
Gli ospiti fanno gruppo a centro curva, un paio di lanciacori coordinano il tifo e il nocciolo duro segue diligentemente gli ordini, mentre il restante pubblico partecipa saltuariamente al sostegno alla squadra. Tifo che fin da inizio partita si poggia quasi esclusivamente sugli ultras, tanto che dopo una ventina di minuti parte il coro “E chi non canta resti a casa…”. I granata sono continui, ma il loro neo principale è la poca partecipazione, mentre a livello di colore non dispiacciono affatto con le bandierine granata, un paio di bandieroni ed un due aste spesso e volentieri alzato. Tanti cori per la squadra e qualche incitamento ai singoli giocatori; che la rivalità tra le due tifoserie sia allo zero assoluto lo testimoniano i cori dei granata contro i rivali storici di Ponsacco, simpaticamente chiamati ruba orsi.
Sull’altro versante i numeri sono schiaccianti, la curva si mostra abbastanza piena con gli ultras che si sistemano come di consueto nella zona centrale. Lungo striscione attaccato alla vetrata “Non ha senso per me la mia vita senza te”, qualche pezza attaccata a centro curva ed i soliti bandieroni che offrono una bella pennellata di colore. A livello corale prestazione tra alti e bassi: la partenza è bruciante con qualche coro veramente ben fatto, poi c’è un graduale ma inesorabile calo anche se, tutto sommato, il tifo resta su livelli più che sufficienti. Per entrambe le tifoserie, la parziale giustificazione ad una iniziale prova non certo estremamente positiva è il gioco espresso dalle due compagini: sia il Pisa che il Pontedera giocano a sbagliare ogni passaggio, ogni singola azione, tanto che le emozioni nella prima fase vanno cercate col lanternino.
Nella ripresa le cose cambiano ed il primo gesto da rimarcare è il lungo striscione esposto dai padroni di casa: “Pistole elettriche? Prima per gli ultras poi per tutta la città. Ci fate voglia di caa”. Può sembrare scontato ma questo non è uno striscione come tutti gli altri, non è la semplice protesta verso le forze dell’ordine oppure una condanna per un arresto, magari non proprio “ortodosso”. In questo caso la curva vuol protestare contro l’introduzione delle pistole elettriche, chiamate Taser, che potrebbero essere usate in via di sperimentazione negli stadi (…e ti pareva!!!). L’introduzione del Taser è stata presentata dal forzista Gregorio Fontana, favorevole all’introduzione di uno strumento che, in teoria, potrebbe favorire l’arresto di una persona che, colpita dal raggio della pistola, resta per qualche secondo priva di forza, inoffensiva. Restano dei dubbi sulle conseguenze da parte di questo strumento su soggetti deboli di cuore o portatori di particolari patologie; del resto i detrattori fanno presente che tale strumento, già usato in altre parti del mondo, è stato l’artefice di svariate centinaia di morti. Insomma, non è un giocattolo, ed usato su determinati soggetti ha le stesse potenzialità di una comune pistola. In ogni caso, ancora una volta, lo stadio è la palestra ideale per sperimentare novità in campo repressivo, gli ultras ancora una volta usati come cavie sulle quali sperimentare nuove armi destinate poi a diventare di largo uso nella vita comune e negli spazi sociali, per di più in un periodo dove leggi speciali ed un salto di qualità da parte degli ultras, hanno fatto sì che il far west negli stadi degli anni ’80-’90 sia solo un ricordo più che ingiallito. Poi ci son stati altri casi, tra il colpo partito accidentalmente e quello deviato, ma queste sono altre storie con ben altri protagonisti. Peccato che dalla parte delle vittime ci siano spesso quelli accusati dai “normali” organi di dis-informazione di far violenza gratuita.
Dopo questa divagazione doverosa, torno sulla partita, con le due tifoserie che probabilmente in questa ripresa offrono il meglio. La curva di casa si fa forte dei numeri a disposizione, gli ultras riescono a coinvolgere gran parte del settore ed i cori sono più incisivi che nel primo tempo, ed alcuni sono veramente dei boati, mentre i battimani sono partecipativi. Ottimo tifo da parte della Curva Nord che passa in rassegna i rivali di sempre; Livorno, Firenze e Lucca entrano di prepotenza nel lotto delle tifoserie da menzionare, poi l’attenzione viene nuovamente spostata sulla squadra che sembra voglia serrare i tempi per giungere alla vittoria. Bello anche il botta e risposta tra curva e gradinata mentre, a livello di colore, bandiere e bandieroni continuano a fare in pieno il proprio dovere.
Anche tra gli ospiti c’è chi non si siede sugli allori e continua imperterrito a sostenere la squadra; sicuramente, i cori che ottengono un maggior successo sono quelli cantati nei rari momenti di stanca della curva neroazzurra, però anche in questo caso l’aspetto visivo non viene tralasciato, con un paio di bandieroni che vengono fatti sventolare ai lati del gruppo principale.
A passare in vantaggio è la squadra di casa. Una torcia accesa in curva festeggia l’evento, i cori, grazie anche al momentaneo vantaggio, sono autentici boati e non manca neppure il “Tutti avanti, tutti indietro…”, proposto per ben tre volte. Solamente sul filo di lana il Pontedera perviene al pareggio; esultanza scomposta nel settore granata, mentre in Curva Nord c’è chi mastica amaro per una vittoria svanita sul filo del traguardo. Il Pontedera si conferma squadra tosta ed arcigna, gli ultras si confermano vivi e vegeti. Ora prendete la mira, sparate e possibilmente colpite, la società dei perbenisti ve ne sarà grata.
Valerio Poli