Che la Lega Calcio spesso sia mossa nelle sue scelte da logiche perverse è ormai cosa nota, ma dato che viviamo in un mondo alla ricerca continua di conferme, quanto accaduto oggi è la riprova che i “gestori” del calcio sono del tutto incapaci di comprendere come popolare gli spalti per quanto a parole continuino a dire di voler riportare bambini, famiglie, donne e anche i due liocorni allo stadio.

Senza addentrarci in logiche ultras, che come sempre prescindono da tutto e anzi, più forti sono le cause ostative e più si ostinano a seguire. Parliamo piuttosto e più genericamente di tifosi. Per cominciare, tra le poche certezze sappiamo, per esempio, che Potenza è il capoluogo più alto d’Italia, ma non sono tanto i suoi 819 metri sul livello del mare o il relativo record l’aspetto pregnante della vicenda, ma ciò che questo comporta: per esempio, il clima da queste parti è quasi sempre rigido, soprattutto dall’arrivo dell’autunno in poi. Già il 30 novembre, andando contro qualsiasi previsione, restando in termini meteorologici, la Lega decise di far disputare Potenza-Cerignola alle ore 21:00 con temperature sotto lo zero. Risultato? Stadio semivuoto!

Tra le poche altre certezze residue, sappiamo inoltre che il 23 dicembre cade di venerdì e anche qui non è l’arrivo del Santo Natale in sé ad essere dirimente, quanto il fatto che il 23 sia l’ultimo giorno lavorativo utile e quindi smarcarsi dal lavoro diventa davvero difficile, sia che la propria attività sia indipendente o subordinata: fra ultime consegne agli sgoccioli e permessi o ferie difficili da ottenere dopo che già per tutto l’anno s’è dato fondo all’impossibile per star dietro la propria squadra.

Fatta questa premessa passiamo ai fatti. Tutti attendevano il palinsesto della ventesima giornata, la prima del girone di ritorno, convinti che la Lega avrebbe perseverato questo match del 23 dicembre alle ore 20:00 e che il male questa volta non sarebbe finito per nuocere, permettendo a tutti di svincolarsi per tempo dal lavoro o dalle ultime compere natalizie. Certo, ha ragione anche chi ci ricorda che nel capoluogo più alto d’Italia giocare di sera comporta il rischio di temperature sotto lo zero, ma stranamente questa volta le previsioni meteorologiche prospettavano un clima quasi primaverile, una rarità da queste parti. Giocare di sera sarebbe stata la soluzione ideale, come ideale sarebbe stato giocare Potenza-Cerignola alle ore 18:00 anziché alle 21:00. Vabbè, troppo complicato in effetti questa logica degli orari dinamici in base al fluttuare delle condizioni intrinseche. Un po’ come il “dinamyc pricing”, la logica dei prezzi dinamici per i biglietti delle partite che invece hanno saputo applicare benissimo in certi casi, quando c’era da fare di necessità virtù.

Andando contro qualsiasi logica dunque, Potenza-Andria si gioca sempre il 23 ma alle ore 14:00 e a concorrere a questo clima surreale, di mezzo ci sono inoltre i sei gol che il Potenza ha subito nella partita precedente a Catanzaro; tre invece quelli subiti dall’Andria in casa contro il Latina. Insomma, se il clima è primaverile è l’umore questa volta ad essere sottozero. Il combinato disposto che ne viene fuori, orario scomodo e andamento sportivo deludente, avrebbe allontanato chiunque dagli spalti, ma nonostante gli ostacoli, si registra tuttavia una discreta cornice di pubblico, ma comunque inferiore a quella che si sarebbe registrata se il match si fosse giocato ad un orario più congeniale alle esigenze dei tifosi.

Dalla città pugliese giungono poco più di 60 ultras che si raccolgono dietro lo striscione “Solo per la maglia”. Il loro arrivo è strettamente sorvegliato dalle forze dell’ordine, che dedicano agli ospiti uno zelo eccessivo, considerato che tra le due tifoserie da anni regna totale indifferenza. Gli andriesi provano a spingere la squadra; gli undici in campo tengono botta per oltre 80 minuti ma al minuto 85 il Potenza segna il gol vittoria. Il Natale per i pugliesi si prospetta amaro, in linea con la stagione che sta conducendo fin qui la compagine biancazzurra.

Capitolo padroni di casa. Molti sono i lucani scesi sia per passare il Natale in terra natìa ma anche per rimettere piede al Viviani. L’umore comunque, e come già detto, non è dei migliori. Il clima è teso non tanto per la classifica, quanto per la pessima prestazione offerta dai lucani in casa della capolista Catanzaro. L’aria che si respira è pesante, all’ingresso i tutori dell’ordine, inoltre, impediscono ai ragazzi della Ovest di introdurre striscioni di carta. Quando le squadre entrano in campo, ad ogni buon conto, i lucani si compattano e accolgono la squadra con una sciarpata, marchio di fabbrica di questa tifoseria. Il tifo è compatto e continuo. Lo sforzo profuso viene poi ripagato con una vittoria sofferta che permette al Potenza di uscire dalla zona play out.

Si poteva chiedere di più a questo Natale, oltre ai tre punti. Magari un percorso meno travagliato per arrivare a goderne. Ma il senso della festa è tutto nel imparare ad accettare i doni e farne tesoro. Prima o poi ci riusciranno anche le autorità calcistiche con gli orari, i giorni, le normative e i prezzi degli eventi che organizzano. Lasciamolo nella prossima letterina per Babbo Natale, fra speranze e buoni propositi.

Foto di Pier Paolo Sacco
Testo a cura della redazione