Al Viviani di Potenza si affrontano due squadre che per ragioni opposte stanno vivendo una stagione esaltante: la Juve Stabia, sorprendentemente capolista del proprio girone, e i neo promossi lucani che, grazie al vulcanico presidente Caiata, stanno vivendo una seconda giovinezza calcistica.
Una sfida affascinante che affonda le proprie radici nel lontano giugno del 1975: sul campo neutro di Bari, campani e lucani in gara unica si giocarono la promozione in Serie C. Allo scadere dei due tempi supplementari il Potenza conquistò la sospirata promozione, mentre gli stabiesi dovettero digerire la bruciante sconfitta.
Da allora i match tra stabiesi e lucani non sono mai stati banali e scontati; una rivalità che soprattutto nei primissimi anni ‘90 ha visto contrapporsi le due tifoserie in partite che terminavano spesso con violenti scontri.
Le due curve tra l’altro sono divise da uno stile “ultras” fortemente contrapposto: gli stabiesi con il modello per così dire “argentino”, rivisitato in chiave campana, e i lucani con influenze d’oltremanica mischiate alle peculiarità che da sempre contraddistinguono il tifo italiano.
Si gioca di mercoledì alle 20:30 e questo permette a tutti di assistere alla partita, senza dover ricorrere a permessi di lavoro o ferie. Lo stadio presenta un bel colpo d’occhio, oltre 5 mila spettatori, con 500 tifosi giunti da Castellamare di Stabia.
Il servizio d’ordine è imponente, droni ed elicotteri perlustrano l’intera area attorno al Viviani. La Ovest all’ingresso in campo degli 11 si colora di una fitta sciarpata che coinvolge anche la Gradinata, settore che negli ultimi anni vede la presenza ormai costante dei gruppi “Vecchi Gradoni” “Vecchie Spugne” (lato Curva Ovest) “Nucleo storico” e “Via Mazzini” spostati verso il settore ospiti.
Durante i 90 minuti i lucani provano a spingere la squadra alla vittoria. Sono parecchi i cori di scherno che le tifoserie reciprocamente si rivolgono per tutto l’arco della partita. Da segnalare l’esposizione nella curva del Potenza di uno striscione di vicinanza al giocatore Di Senso, esterno di centrocampo che è stato uno dei protagonisti della fantastica cavalcata della passata stagione, e attualmente alle prese con una brutta malattia.

Gli stabiesi sostengono le vespe con il loro tifo fatto di cori in stile “argentino” ritmati dal rullio del tamburo, marchio di fabbrica che da anni li distingue da tutte le realtà vesuviane, quest’ultime spesso sensibili alle nuove mode lanciate dalle curve napoletane: i “gialloblè”, come loro stessi amano definirsi, sono distanti anni luce dallo stile “casual” e asciutto che dalla metà degli anni 2000 ha influenzato il movimento ultras nazionale. Da segnalare l’esposizione di bandiere a due aste a comporre la scritta “Potenza merda”.
La partita si conclude con un pareggio a reti inviolate e le due squadre raccolgono il meritato applauso dei propri sostenitori. Nulla da segnalare sul fronte dell’ordine pubblico.

Testo di Michele D’Urso.
Foto di Pier Paolo Sacco e Davide Gallo.

Galleria Gallo:

Galleria Sacco: