Per la 34esima giornata, quando mancano cioè solo quattro partite alla fine della stagione regolare, si affrontano al “Viviani” Potenza e Juve Stabia, due squadre divise da solo una manciata di punti, in una gara che quindi assume fondamentale importanza in chiave playoff.
Diversi spunti di interesse anche sugli spalti fra le due tifoserie, separate da una vecchia e sentita rivalità che affonda le radici nello spareggio per la C disputato allo stadio della Vittoria di Bari nel lontano 1975. Rivalità che sul piano ultras ha trovato forma e sostanza negli accesi match giocati a cavallo tra gli anni ’80 e ’90 e che anche in questa gara è stata rinverdita da diversi sfottò da una parte e dall’altra.
I dati ufficiali parlano di 3.157 e il colpo d’occhio è di gran lunga superiore a tutte le recenti uscite interne, frutto dell’entusiasmo per i buoni risultati dell’ultimo periodo e anche (bisogno riconoscerlo) per la politica di prezzi popolari attuati dalla società. Senza stare a ciarlare lugamente e inutilmente di riportare le famiglie o più genericamente gente allo stadio, basterebbe applicare questa semplice formula matematica: prezzi più bassi uguale più pubblico.
Restando sulle fonti ufficiali, sono 214 le presenze registrate nel settore ospiti che, da un punto di vista meramente qualitativo del tifo, producono un tifo continuo a sostegno della propria squadra, fino al novantesimo. Il pesante passivo di 5 reti a 2 li vedrà ammainare per poi esporli al contrario, in segno di contestazione contro una prestazione a dir poco dimessa. A nulla è valso il ritorno in panchina di Walter Novellino sulla panchina delle Vespe per evitare questa terza sconfitta consecutiva che, oltre che estrometterle dalla zona playoff, li vede pericolosamente avvicinarsi a quella playout, distante ora solo cinque lunghezze. Certo un buon margine ma serve anche una scossa emotiva, la stessa che la tifoseria ha inteso dare con la sua presa di posizione finale.
Pier Paolo Sacco