Scrivere la parola “derby” è semplice. Raccontarne e descriverne uno, invece, non è così facile. Andiamo con ordine. Già venerdì sera, durante l’ultima rifinitura, la squadra del Potenza riceve un primo “assaggio” di quello che poi accade sabato sera: i suoi tifosi si danno appuntamento presso lo stadio per spronare i leoni rosso-blù a dare il massimo in vista di questa partita. La grande attesa per il derby lucano, che mancava da 24 anni, sta per terminare. Attesa spasmodica, ovunque non si parla d’altro e già si annuncia un “Viviani” stracolmo di bandiere e sciarpe rosso-blù con l’atmosfera da brivido.

Quella tra Potenza e Matera è una partita dal sapore antico, una sfida tra due città diverse tra loro anche se capoluoghi della stessa regione. Ansia e paura accompagnano sogni e speranze per una sfida che, come sempre, trascende il mero risultato del campo.

Alla presenza del pubblico delle grandi occasioni (circa 5.000 persone, di cui 400 tifosi materani), la Questura non poteva certo abbassare la guardia e farsi trovare impreparata, così ha predisposto che i supporter della città dei Sassi fossero scortati da Matera sino a Potenza sia all’andata che al ritorno.

Sabato, sin dalle prime ore della mattina, invece, Potenza si è fermata: la città s’è svegliata presto, mentre nei dintorni dello stadio già si cominciano a vedere i primi ambulanti sistemare i loro banchetti con bandiere e sciarpe colorate di rosso-blu e bianco-azzurro, all’interno dell’impianto sportivo, i ragazzi della curva sistemano tutto quanto necessario per rendere indimenticabile questa partita in una serata magica.

Con il passare delle ore la tensione aumenta e all’entrata in campo delle squadre, il “Viviani” presenta un colpo d’occhio eccezionale: tutti gli spettatori presenti sollevano al cielo migliaia di sciarpe rosso-blu e bandiere. Dal settore dei materani, invece, inneggiano cori che rimarcano il colore “biancoazzurro” della Lucania, dando inizio ai consueti cori di sfottò.

La partita prosegue molto nervosamente e le squadre in campo provano a far valere la loro superiorità, sospinte anche dal calore dei propri sostenitori. Ma le due compagini riescono a contenersi a vicenda ed annullarsi. Il match termina senza vincitori e vinti, con l’unico vero vincitore che è sicuramente il pubblico, da ambo le parti.

Nella serata di sabato, nota a margine, è stato infine svelato anche il nuovo murales posto all’ingresso dello stadio, realizzato dall’artista Franco Corbisiero: un tributo alla potentinità ed alla sua maschera per eccellenza, Sarachella (Sarachedda), vestito con sciarpa e scarpe rosso-blu.

Pierpaolo Sacco