Il nostro eterno pallino è quello delle interviste. Il problema è che le azioni non sempre riescono a stare al passo delle idee, un po’ per i tanti impegni che questa nostra attività comporta (senza dimenticarci che è una passione, e che dovendola portare avanti nei ritagli di tempo libero dal lavoro vero, non sempre si ha sufficiente tempo a disposizione) e un po’ per una certa ritrosia degli ultras a raccontarsi. In ogni caso, quelle volte che riusciamo ad agganciare un buon contatto, come in questo caso con i ragazzi degli UM94, quando questi si rivelano capaci di andare al di là degli slogan e delle facili frasi fatte che imperversano sul web e che anche i minus habens sono capaci di ripetere a memoria, ne escono fuori chiacchierate interessanti, utili a conoscere meglio realtà ai più sconosciuti. Bando alle ciancie, questa è l’intervista agli ultras di Monaco, realtà che aveva catturato la nostra attenzione per l’amicizia con Ascoli Piceno e che abbiamo scoperto avere tanto di più da raccontare di questo semplice dato di superficie.
Buona lettura.

 

Presa diretta: Intervista con gli Ultras Monaco

Presa diretta: Intervista con gli Ultras Monaco

Quanti anni hai e da quanto frequenti lo stadio “Luis II”?

Mi chiamo John e ho 21 anni. Frequento lo stadio Louis II dal 2003/2004 e sono entrato negli UM94 dalla stagione 2005/2006.

Ci puoi spiegare come sono nati gli Ultras Monaco 1994, se prima c’erano altri gruppi al Luis II e quali sono le difficoltà ad essere ultras nel Principato?

Gli Ultras Monaco sono stati fondati nella stagione 1993/1994 da giovani tifosi dell’ASM FC, in seguito al vuoto lasciato dalla dissoluzione dell’associazione Supporters Rouges et Blanc. C’è anche da dire che, nel 1986, un gruppo con più tendenza ultras, gli Sconvolts, aveva cominciato ad apportare un rinnovamento nella maniera di sostenere l’AS Monaco FC dalla Tribuna Pesage.

Presa diretta: Intervista con gli Ultras Monaco

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Questo gruppo era sempre presente al Louis II, animando le tribune e sfoggiando la prima coreografia mai vista nel nostro stradio. In un primo momento divisi in piccoli “clan” (Vikings, South Boys, Bulldogs, etc), gli Sconvolts si riunirono in una sola entità nella stagione 1992/93, i Supporters Rouges et Blancs. Questa nuova associazione guadagna velocemente importanza e popolarità, tanto da disturbare i tifosi tradizionali del club. Dei conflitti in occasione della trasferta a Nimes, nel Gennaio 1993, porteranno al loro definitivo scioglimento qualche settimana più tardi.

Così nel 1994, gli Ultras Monaco fanno il loro debutto in Tribune Pesage. Sono un piccolo gruppo di adolescenti, uniti dalla passione comune per l’AS Monaco FC.

L’accoglienza di questo nuovo gruppo da parte del Principato e della dirigenza del club è piuttosto fredda, anche ostile a più riprese. Qualcuno tenterà d’impedire la nostra esistenza sin dall’inizio, ma la fortuna è di aver avuto dei fondatori dal carattere temprato e un po’ ribelle che non si sono lasciati scoraggiare. Attualmente siamo un’istituzione apprezzata e rispettata sia dal Principato che dalla società. Benché molti fondatori abbiano lasciato, al giorno d’oggi la loro influenza ed i valori acquisiti dalla prima stagione costituiscono la base della mentalità degli Ultras Monaco.

Il vostro gruppo è formato in maggioranza da ragazzi di Montecarlo o ci sono anche persone che vengono da altre zone della Francia? Esiste un’identità monegasca oppure non avete alcun problema ad accogliere tifosi francesi?

Presa diretta: Intervista con gli Ultras Monaco

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La situazione è molto particolare. Monaco è complessivamente un piccolo paese di 36.000 abitanti, di cui solamente 8.392 possiedono la cittadinanza monegasca. Per inteso, abbiamo molti monegaschi nel gruppo, ma la maggior parte dei membri sono Francesi.

L’identità monegasca è molto presente al nostro interno. Il nostro emblema è Malizia Francesco Grimaldi (il primo principe di Monaco). Abbiamo anche qualche canto in dialetto monegasco.

Non c’è alcun problema con i membri francesi perché le città frontaliere, Mentone e Roquebrune-cap-martin tra le altre, appartengono storicamente al Principato e quindi, assieme a Monaco, hanno in comune la stessa storia.

Generalmente il Principato di Monaco è visto come un’isola felice senza molti legami con il calcio, sport in teoria popolare e non per ricchi (anche se il vostro Principe Alberto è un noto tifoso del Monaco). Quale è il rapporto degli abitanti del Principato con il calcio ed il Monaco?

Presa diretta: Intervista con gli Ultras Monaco

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Innanzitutto non bisogna farsi ingannare dall’apparenza. Non tutti i Monegaschi sono ricchi. Il calcio è uno sport popolare a Monaco. Tutti quanti nel Principato seguono, da vicino e non, le gesta dell’AS Monaco. Ovunque voi andrete, troverete un riferimento al club. Camminando per le strade vedrete numerose persone con abiti riportanti l’effige dell’ASM, numerosi ristoranti, caffè, bar e negozi con i colori biancorossi. Se di mattina faceste un giro al mercato, o entraste in un bar del porto di Fontvieille, vi accorgerete che l’AS Monaco è l’argomento più gettonato dalla gente.

Lo ricordo ancora una volta, Monaco è complessivamente un piccolo paese di 36.000 abitanti di cui solamente 8.400 hanno la nazionalità monegasca.

Ovviamente, come il popolo monegasco, anche il Principe Alberto segue le sorti del club. E’ spesso presente allo stadio (anche durante i due anni passati in Ligue 2). Generalmente, quando è assente, è soltanto per delle ragioni professionali. Anche suo padre, il Principe Ranieri III, era un grande tifoso dell’AS Monaco FC.

 

Avete dei modelli di riferimento nel tifo (italiano, inglese, ecc.)? Parlateci della vostra maniera d’intendere l’ultras ed il tifo.

Presa diretta: Intervista con gli Ultras Monaco

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Per quanto riguarda gli Ultras Monaco 1994, abbiamo la nostra mentalità. Ma condividiamo alcuni valori del modello ultras italiano (indipendenza dal club, sostegno incondizionato in casa e fuori, autofinanziamento ed animazione degli spalti).

 

Cosa ne pensate della politica in curva?

La politica in curva è spesso lo specchio della città e del club, anche se il suo posto non è allo stadio. Da noi, la nostra unica politica è l’AS Monaco FC. Poi, ogni membro è libero di pensarla come vuole al di fuori delle tribune.

 

 

Il Monaco è stato uno dei club francesi più celebri tra gli anni ’90 e i 2000, arrivando anche a disputare una finale di Coppa Campioni. Oggi siete ritornati in Ligue 1 dopo due anni di Ligue 2; come avete vissuto questi cambiamenti e come ha risposto il pubblico monegasco?

Presa diretta: Intervista con gli Ultras Monaco

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A dire la verità, ci aspettavamo un po’ tutti di scendere in Ligue 2. Erano quasi dieci anni, subito dopo la famosa finale di Coppa dei Campioni persa nel 2004, che l’ASM FC lottava per non retrocedere. Tuttavia, alla fine, questi due anni di purgatorio sono finiti per essere un bene, nel male. Questo ha permesso di fare ordine all’interno del club (via dirigenti e giocatori mercenari) ed anche sulle tribune. Solo i più fedeli hanno continuato a seguire. Il primo anno fu davvero duro, perché rischiammo di retrocedere in Nationale (l’equivalente della nostra Lega Pro, ndt).

Dal nostro ritorno in Ligue 1, ovviamente i disertori sono tornati sugli spalti. Ma la nuova dirigenza non ha dimenticato chi è rimasto fedele anche nel momento più buio, premiando i tifosi che non hanno mai mollato con riduzioni sugli abbonamenti ed altri vantaggi, e questo solamente per le persone abbonate anche ai tempi della Ligue 2.

 

Quali sono le vostre rivalità e le vostre amicizie (in particolare parlateci di come è nata l’amicizia con i ragazzi di Ascoli Piceno)? Ci sono degli episodi storici (trasferte, incidenti, coreografie etc) di cui vi piace parlare?

Presa diretta: Intervista con gli Ultras Monaco

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La nostra unica amicizia è con gli Ultras 1898 di Ascoli Piceno. Nel passato c’erano soltanto delle semplici conoscenze personali tra Ascolani e Monegaschi. Poi, di recente, esse si sono trasformate in una vera e propria amicizia. Da allora, i contatti sono diventati regolari tra i nostri due gruppi.

A livello di rivalità, a dire il vero, siamo attesi quasi ovunque in Francia. Questi ultimi anni l’abbiamo ampiamente testato. In Ligue 1 come in Ligue 2.

Per gli incidenti, come si dice da noi, solo i presenti sanno.

 

Dalla vostra promozione in Ligue 1 la società è stata acquistata da milionari russi. Che rapporti avete con loro e non temete che in futuro possano entrare in conflitto con voi che rimanete i custodi della storia e della tradizione del club, proprio come successo ai ragazzi del PSG?

Presa diretta: Intervista con gli Ultras Monaco

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Il contrario. Non ci eravamo mai trovati così bene con il club. Contrariamente a quanto si potrebbe credere, Mr Rybolovlev non è qua per fare del Monaco un suo nuovo giocattolo, ma per passione.

Prima il club era appartenuto solamente a Monegaschi (fatta eccezione per la stagione 2008/2009). Purtroppo, in questi ultimi dieci anni, la società è stata gestita da persone incompetenti e malintenzionate. Il club affondava poco a poco dopo la finale persa in Coppa dei Campioni. Nel 2012 siamo scesi in Ligue 2, evitando di pochissimo la retrocessione in Nationale.

Fortunatamente Mr Rybolovlev è arrivato per la stagione 2012/2013. Sempre in Ligue 2, mandò via i dirigenti incompetenti per sostituirli con il suo staff. In campo allontanò i mercenari. Le sue scelte hanno pagato. L’AS Monaco ha terminato la stagione vincendo il campionato e quindi risalendo in Ligue 1.

Anche per i tifosi il club ha fatto molto; per esempio, si è battuto al nostro fianco contro il governo monegasco per far annullare delle diffide ingiuste. Grazie a loro siamo riusciti a far saltare ben 6 interdizioni. Nessuno in Francia ha un club che farebbe di tutto per difendere i suoi ultras contro un governo.

 

Da noi si parla spesso di trasferte vietate, biglietti nominativi, divieto di appendere striscioni salvo preventiva autorizzazione, tessera del tifoso etc. Da voi in Francia e per il vostro gruppo la situazione è simile o riuscite ancora a sopravvivere “liberamente”?

Presa diretta: Intervista con gli Ultras Monaco

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In Francia siamo riusciti ad evitare il sistema dei biglietti nominativi (salvo a Parigi), e per ora non esiste nessuna tessera del tifoso.

I divieti di trasferta sono molto rari e toccano solamente 3/4 grandi club. Generalmente è solo per una partita specifica.

Per gli striscioni, nessun problema, eccezion fatta per i gruppi disciolti o in conflitto con il loro club. Al giorno d’oggi in Francia il movimento ha ancora un po’ di libertà. Ma, sfortunatamente, la situazione un po’ per volta peggiora.

 

Fino al 2007 in Italia non si doveva autorizzare gli striscioni, i quali entravano normalmente allo stadio. So che da voi ciò è differente da molto tempo perché occorre registrare il proprio gruppo come associazione (e lo Stato può scioglierla quando vuole). Ci vuoi spiegare meglio come si forma un gruppo ultras in Francia, come può esso mettere il proprio striscione allo stadio, come gli ultras francesi vivono la loro militanza e come lo Stato può intervenire mettendogli i bastoni tra le ruote?

Presa diretta: Intervista con gli Ultras Monaco

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In Francia non c’è realmente bisogno di registrare il proprio gruppo in prefettura. Diciamo che è fortemente consigliato. Semplicemente per poter avere più peso di fronte alla società o alle autorità in caso di problemi. In più essere un’associazione registrata permette di rassicurare i membri dal punto di vista finanziario. Per farla corta, gli iscritti possono verificare che i soldi del gruppo siano utilizzati solo ed esclusivamente per animare le tribune, produrre materiale, pagare gli avvocati in caso di diffide e via dicendo, e non per arricchire delle persone poco oneste.

 

Il movimento ultras francese è stato in grande ascesa fino a pochi anni fa. Pensi che ce la farà a riprendersi? Quanto inciderà sulle vostre curve l’Europeo che la Francia si appresta ad ospitare?

Effettivamente il panorama ultras francese era in piena forma fino a 4-5 anni fa.

Presa diretta: Intervista con gli Ultras Monaco

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La repressione tocca tutti i gruppi, ma soprattutto quelli più piccoli che rifiutano di adattarsi al sistema. Quando tu non hai che un centinaio di membri nel tuo gruppo, e ricevi 20/30 diffide, fa male. Molto male. Fortunatamente ci sono ancora molti gruppi che hanno deciso di non mollare fino alla fine.

Nel 2008 a Nizza e Lens, poi nel 2012 a Montpellier, gran parte dei gruppi ultras francesi si sono mobilitati per manifestare contro la repressione. Era stato creato anche un collettivo nazionale che raggruppava quasi tutte le entità (il CNU. Coordination Nationale des Ultras). Purtroppo la troppa individualità di alcuni gruppi e le forti rivalità tra altri hanno fatto saltare tutto. Ogni curva prova a far sopravvivere il movimento, ma senza unione è molto difficile. Pertanto, attualmente, in Francia sopravviviamo nonostante si debba fare i conti con una repressione feroce e cieca.

L’ottenimento dei campionati Europei del 2016 non ha agevolato le cose. Le leghe sono gestite da persone avide di denaro e potere. Il loro unico obiettivo è quello di svuotare le curve dai “tifosi ultras” per rimpiazzarli con semplici spettatori/consumatori.

 

Ci sapresti spiegare come funzionano le interdizioni previste dalla legge francese (durata, motivazione etc)?

Presa diretta: Intervista con gli Ultras Monaco

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In Francia esistono due tipi di interdizioni: l’IDS (Interdiction de Stade) e l’IAS (Interdiction Administrative de Stade)

L’IDS riguarda le persone interpellate e/o giudicate dal tribunale. Per la durata, tutto dipende dal motivo dell’arresto. Generalmente è un anno d’interdizione, 2 anni per i recidivi e dai 3 ai 5 anni per i casi più gravi.

L’IAS è generalmente per le persone che non hanno potuto essere sottoposte al giudizio del tribunale ma sono state identificate dalle telecamere o denunciate dagli steward. Non c’è alcun giudizio, ma queste persone ricevono una lettera che notifica la loro interdizione. Le sanzioni vanno solitamente dai 6 mesi ad un anno.

Nei due casi, quando si prende un IDS o una IAS in Francia, oltre a non poter frequentare gli stadi si è anche interdetti da ogni impianto dove si disputino manifestazioni sportive (campo da tennis, stadio municipale, piscine, campo da basket etc). E persino in luoghi dove si pratica sport a livello scolastico. Ma tuttavia, a parte gli stadi da calcio professionistici, non c’è alcun rischio di farsi “acchiappare”.

 

Le diffide emesse in Francia sono valide nel Principato? A Montecarlo avete un vostro sistema d’interdizione? Spiegaci come funziona.

Presa diretta: Intervista con gli Ultras Monaco

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Le diffide francesi sono valide anche a Monaco. Come del resto quelle monegasche sono valide in Francia. Fino allo scorso anno le IDS monegasche si applicavano solo sul territorio del Principato. Ma, dato che la Francia ospiterà gli Europei del 2016, i due governi, assieme alla FIFA ed alla LFP (Ligue de Football Professionnelle) hanno tenuto diverse riunioni contro l’“hooliganismo”. E, di colpo, tutto è peggiorato, in Francia come a Monaco.

Da noi, poi, si rischia anche l’interdizione a lavorare nel Principato e, ancora peggio, il divieto di accesso nel territorio monegasco a vita.


Cosa ne pensi del movimento ultras italiano e della repressione che al momento lo travolge?

Visto da noi, il modello ultras italiano resta sempre un modello di passione. È sempre un piacere vedere le curve colorate, riempite con sentimento, al di là della categoria dove si giochi. La maggior parte delle curve italiane hanno saputo difendere le loro tradizioni ed i loro valori.

Presa diretta: Intervista con gli Ultras Monaco

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A livello di repressione, è vero che è stato un colpo davvero duro per voi. Le sanzioni sono semplicemente allucinanti. Dopo aver assistito a diverse partite in Italia, posso dire che la polizia ama caricare senza alcun motivo.

Per quanto riguarda la tessera del tifoso, la trovo veramente assurda. Come si può impedire ad un cittadino di spostarsi liberamente nel proprio paese? Malgrado tutto, molte curve hanno saputo resistere rimanendo coerenti e rifiutando di aderire ad un simile sistema liberticida. Onore a loro!

 

Infine, pensieri liberi

Saluto i nostri fratelli ascolani.

Solidarietà a tutti i diffidati!

Libertà per gli Ultras!

 

Si ringraziano John e tutti gli Ultras Monaco 1994 per la disponibilità.
Intervista e traduzione a cura di Simone Meloni.
Le foto sono di proprietà del sito http://www.ultrasmonaco1994.com/um/