Busto Arsizio, comune di 80mila abitanti in provincia di Varese, posto a metà strada tra Milano e la zona dei sette laghi.

La Pro Patria, è la squadra di questa città, troppo vicina a Milano per essere provincia, troppo grande per ritenersi subordinata a Varese.

La “Pro”, come è usanza chiamarla qui, ha un passato glorioso, che ha visto i fasti della Serie A fino alla stagione 1955-1956; il suo lento declino sportivo si è trasmesso ovviamente anche sugli spalti, ma resistono ancora quei tifosi normali e quei ragazzi un po’ “esuberanti” che la seguono in ogni categoria, persino nella poco stimolante serie D; resistendo ai richiami della Serie A di Milan e Inter il cui stadio dista da Busto Arsizio appena 30 km.

Entrando in città, noto con piacere dei volantini appesi ai semafori e ai cartelli stradali che invitano i bustocchi a riempire lo stadio per il match odierno.

Arrivato al Carlo Speroni di Busto Arsizio di buon’ora, ritiro il mio accredito stampa ed entro.

La partita è alle 15.00 della domenica, giorno ed orario classici, che permettono agli appassionati di questo sport di godersi il giorno del football senza la stanchezza post lavorativa e senza le rotture che porta il calcio spezzatino.

Lo stadio è tenuto bene, ha quell’aspetto romantico, con i suoi gradoni grigi e quella scritta rossa“Pro Patria” nella tribuna centrale che trasmette una sorta di riverenza.

Purtroppo la tifoseria di casa non ha una curva dietro la porta, ma il settore più caldo si rivela una tribuna, qui chiamata “Popolari Scoperti” al lato destro del rettilineo opposto alla tribuna stampa.

Quest’oggi non mi aspetto di vedere una grossa presenza degli ospiti, poiché il Crema rappresenta la seconda squadra dell’omonima città, ed è la Pergolettese, erede del Pergocrema, dai colori sociali giallo-blu, che ha più seguito e può vantare un gruppo di sostenitori ben più numeroso dei concittadini bianco-neri. Ahimè sarebbe stato più interessante dal punto di vista delle gradinate un Pro Patria-Pergolettese poiché vi è anche una certa e sentita rivalità tra queste due tifoserie.

Secondo le stime ufficiali gli spettatori odierni saranno 1.000 circa con una presenza ospite di 2 unità.

Il settore degli ultras di casa è animato da 80 persone circa; dalle pezze e gli stendardi, alcuni di pregevole fattura, si leggono i nomi dei gruppi che compongono il settore più caldo bianco-blu: “MIB”che dovrebbe essere l’acronimo di “Made In Busto”, “Gioventù Bustocca” e “United 88”. Vi è anche la presenza degli Ultras del Marbella, squadra spagnola di Segunda División B con i quali i bustocchi hanno stretto un’amicizia.

Onestamente mi aspettavo qualcosina di più a livello numerico, vedendo anche i volantini appesi per la città e i comunicati sui social network, ma probabilmente l’avversario non proprio di alto spessore ha fatto desistere i più indecisi e gli occasionali.

All’entrata in campo delle squadre, la curva di casa effettua una coreografia, composta da vari bandieroni, numerose bandiere con i colori sociali, uno striscione esposto in balaustra recante “OLTRE OGNI CATEGORIA… FINO ALLULTIMO RESPIRO”e 5 fumogeni dai colori bianco-blu; coreografia semplice, ma di grande effetto!

Durante la partita i bandieroni vengono sventolati continuamente e l’apporto vocale da parte degli ultras bustocchi nella prima fazione di gioco è di buon livello, i lanciacori si alternano nel coordinare il tifo, avvalendosi dell’ausilio di un megafono.

Oltre al supporto alla squadra, non mancano i cori per i diffidati e contro la repressione; non ci si dimentica neppure degli storici nemici del Legnano che vengono omaggiati di un paio di cori poco amichevoli.

La Pro Patria si porta in vantaggio al 43’ ed è bella l’esultanza nel settore ultras.

Nel secondo tempo il tifo cala di intensità, ma si mantiene su buoni livelli. Vengono accesi ancora un paio di fumogeni e si sostiene gli undici giocatori che stanno portando a casa tre punti fondamentali per la classifica.

Il match si conclude con il risultato di 1-0 per la Pro Patria, i cui giocatori festeggiano meritatamente sotto il settore dei loro sostenitori.

Esco dallo stadio soddisfatto, pensando che un applauso debba andare a tutti quei tifosi, che in qualunque parte dello Stivale seguono le peripezie della loro squadra cittadina, infischiandosene degli echi e del blasone degli squadroni più quotati, anche se distanti un pugno di chilometri.

Nicolò Manfrinati.