Che la Legabasket non sia il nonplusultra della furbizia e dell’intelligenza logistica lo si è capito da tempo. Non sorprende, allora, che l’incontro in questione venga programmato durante la settimana e successivamente anticipato alle 17,30, per evitare la concomitanza con la partita di Champions League tra Roma e Real Madrid.

Un orario scomodo davvero per tutti, tanto che a vederlo con razionalità e paradosso, verrebbe quasi da dire che forse il sovrapporsi degli eventi sarebbe stato comunque meglio per la Virtus. Esclusa quella fetta diretta all’Olimpico, infatti, giocare alle 20,30 avrebbe consentito ai tifosi laziali, a quelli romanisti non intenzionati ad assistere al match contro gli iberici e ai non calciofili di presenziare più numerosamente sulle gradinate del PalaTiziano. Ovvio, in tutto ciò rimane da vedere quanto le somme istituzioni romane abbiano influito. Di questi tempi, si sa, prima viene la sicurezza. Poi, forse, tutto il resto.

Sta di fatto che dopo diversi anni torna una sfida inedita all’ombra del Colosseo, quella contro la Viola Reggio Calabria. Altro sodalizio storico del basket italiano caduto in disgrazia e che, lentamente, sta risalendo la china. Il club reggino può contare su un seguito alquanto assiduo che, per quanto mi è capitato di vedere, sta presenziando un po’ ovunque in un girone che non offre certo un contesto edificante dove fare trasferte e confrontarsi con altre tifoserie. I ragazzi arancioneri timbrano il cartellino anche oggi, in una giornata tutt’altro che semplice. Quando mi avvicino al palazzetto, inoltre, noto come diverse persone con la sciarpa della Viola si dirigano verso il settore ospiti, netta conseguenza della folta rappresentanza calabrese da sempre residente nella Capitale per motivi di studio e lavoro.

Quando la palla a due sta per essere scodellata nel centro del campo, ritiro l’accredito e faccio il mio ingresso. La cornice di pubblico non è certo delle migliore e, se da una parte questo mi permette di scorrazzare a destra e a manca, senza dover sgattaiolare tra la classica selva di gambe degli spettatori, dall’altra è un vero peccato per un incontro comunque importante al cospetto di due squadre abituate a ben altri palcoscenici.

Come di consueto le Brigate si dispongono in uno spicchio della Curva Ancilotto mettendosi subito in mostra con manate e sbandierate. Giornate come queste, un po’ come i primi turni della Coppa Italia calcistica, sono quasi sempre le favorite per il tifo organizzato. Pochi intimi e voglia di cazzeggio infatti sospingono i 40′ degli ultras capitolini, che alla fine avranno anche la gioia di esultare per la seconda vittoria consecutiva.

Su fronte ospite, sempre considerato il giorno feriale, la presenza è più che buona. I ragazzi calabresi, dopo essersi disposti dietro le numerose pezze (tra cui lo storico Total Kaos) si cimentano in una prestazione più che dignitosa, trascinando spesso il resto dei presenti e tifando tutto sommato con ottima costanza, anche a risultato ormai acquisito per gli avversari.

Nel finale ci sono applausi per tutte e due le squadre. Mentre il palazzetto sfolla abbastanza velocmente e dentro restano solo gli ultras a ritirare gli striscioni. Immagine romantica e retrò, ideale per chiudere un pomeriggio apparentemente fatto ad hoc per chi ci crede e non ha intenzione di mollare le proprie passioni e la propria squadra. Non male in tempi in cui le uniche pulsioni, pure quelle sessuali, sembrano concentrarsi verso le app scaricate prontamente su smartphone e Iphone.

Simone Meloni