Se hai vent’anni e sei nato a Torino è difficile tu sia entrato in contatto con il mondo della pallacanestro della tua città.

L’Auxilium torna infatti in serie A dopo ventidue anni. Ventidue anni tra fallimenti, promesse non mantenute, qualche illusione, subito disillusa.

Niente di strano penserete voi, ci sono ovunque storie di grandi piazze costrette alle sabbie mobili delle serie inferiori che non hanno perso però l’attaccamento verso i propri colori.

Eh no, Torino è un’altra cosa. Torino è una città dove il calcio ancora fagocita tutto.

Esistono due scuole di pensiero che attraversano tutti gli sport “secondari”.

C’è chi sostiene che servano metropoli con squadre ad alti livelli per riempire i palazzetti e chi invece che le città di provincia siano un carburante molto più performante per gli spalti e per questi sport, in generale.

Io credo non ci sia nemmeno da discutere.

Le città di provincia portano sempre con loro un attaccamento particolare e le storie sportive che lì nascono coinvolgono e trascinano tutta la città.

Nelle metropoli, Milano, Roma, Torino appunto, è difficile invece coinvolgere lo spettatore medio, se non con i risultati, ed è altrettanto difficile portare avanti un determinato tipo di ideale, scontrandosi spesso con l’idea del cliente/tifoso.

Allora tanto di cappello a chi c’è sempre stato: i Rude Boys.

Nati nel ’93 con il nome di Eagles e tornati nel 2000 allo storico nome, sono l’unica sigla ultras che ha seguito la PMS, ora di nuovo Auxilium, in ogni palazzetto.

Dall’altra parte, nel settore ospiti del PalaRuffini, una storia simile, ma diversa, appunto.

Pistoia non è Torino, è un piccolo capoluogo di provincia.

Ma anche a Pistoia il basket, dopo gli anni d’oro della Coppa Korac, ha visto la storica Olimpia schiacciata dai debiti, costretta a vendere il titolo a Fabriano. Siamo nel 1999 e ricomincerà da lì la lunga e lenta risalita dal basket locale fino alla serie A conquistata nel 2013.

Entusiasmo alle stelle e record di abbonamenti per quella che oggi è una delle più belle realtà cestistiche italiane.

E con lei lo storico gruppo ultras Baraonda, che è senza dubbio uno dei gruppi più in forma dell’intero panorama ultras di casa nostra.

Tra le due curve, così simili e così diverse, esiste oggi un vero e proprio gemellaggio, che già esisteva negli anni più felici e che, nonostante la lontananza di categorie non si è mai sopito del tutto, riemergendo ancor più forte con il ritorno in serie A.

Prima della partita, a testimonianza, striscione di benvenuto fuori dal settore ospiti, bevuta insieme e scambio di materiale. Poi dentro il palazzo sventolio di bandiere sotto le rispettive curve e giro del parquet tra gli applausi di tutti.

Durante la partita i Rude hanno messo in scena due coreografie, entrambe per i ragazzi di Pistoia. Peccato per la seconda, leggermente rovinata dallo striscione di quella precedente.

Tifo altalenante per gli ultras di casa, ma con picchi alti e che riesce a coinvolgere anche il pubblico, spesso silente a queste latitudini.

Gli ospiti invece, come sempre in grande spolvero. Quaranta minuti di un’intensità pazzesca culminati con l’esplosione finale al canestro di Blackshear sulla sirena del primo overtime.

A fine partita fischi da tutto il palazzo all’indirizzo di coach Bechi, malvoluto dalla piazza, e applausi per i giocatori. Piccolo confronto poi con il presidente Forni proprio sotto il settore Rude.

87-88 il risultato finale, dopo una partita spettacolare. Una sconfitta pesante che lascia molta tensione nell’ambiente torinese.

Io invece ho una certezza: proprio come la vittoria con l’Olimpia, qualche settimana fa, anche la partita di oggi farà bene al pubblico di casa. Oggi, all’uscita dal palazzo, l’Auxilium avrà, di sicuro, qualche tifoso in più.

Gianluca Pirovano.