Partita di Coppa Italia di Lega Pro, quest’oggi ad Ancona, e prima partita ufficiale della Maceratese, che ritorna in “Serie C” dopo 14 anni di assenza, allorquando disputo la vecchia e cara “Serie C2”.

Purtroppo, come accennato, la Maceratese non potrà disporre del proprio stadio per lavori di adeguamento alle normative di ordine pubblico richieste dalla stessa Lega Pro; quindi, molto probabilmente, un altro stadio storico finirà stuprato in nome di questa presunta sicurezza, anche se spesso tutto ciò non serve in alcun modo a garantirla. Come oggi, per esempio, dove sembrava non bastasse nemmeno uno stadio come il “Del Conero”, in cui si è disputata anche la serie A e possiede tutti i requisiti richiesti, eppure fino all’ultimo s’è rimasti in dubbio sulla disputa in nome di presunte rivalità e possibili incroci che si sarebbero potuti verificare. Così, solo tre giorni prima della gara, sono stati messi in vendita i biglietti, mentre il giorno della partita c’è ovviamente un numero sproporzionato di forze dell’ ordine.

Ritirato il mio accredito, accedo in campo e noto che tutto questo teatrino è stato montato per niente: dentro non ci saranno più di 150 persone ad assistere a questo incontro. I maceratesi prendono posto nella tribuna coperta, ma non ci sono ultras e non sapendo il motivo non posso aggiungere altro; seguiranno la partita tutti comodamente seduti, senza alcun tipo di partecipazione attiva. Nel settore ospiti invece, ci sono solo 4 tifosi, anche loro seduti, e mi lascio prendere dai pensieri su quanto possa essere triste assistere ad una partita del genere: niente cori, niente megafoni, niente tamburi, niente fumogeni, niente colore; così non ha molto senso, rischia di diventare tutto di una noia mortale.

Fortunatamente non ho il tempo di deprimermi troppo perché, dopo un quarto d’ora dall’inizio, entreranno tutti insieme circa una trentina di riminesi, con due pezze che terranno in mano per tutta la durata dell’incontro. Calcolando che hanno perso la prima partita in casa col Santarcangelo e che si gioca alle 17, si capisce che la presenza è esclusivamente una questione d’orgoglio o, come cantano goliardicamente loro stessi, perché “non hanno un caz*o da fare”. Chi mastica anche un pochino di ultras invece, sa quanto contino questo tipo di trasferte, molto più di altre magari più importanti sotto il profilo sportivo.

I riminesi comunque, in questa mezz’ora della prima frazione, si fanno sentire spesso, con cori accompagnati da discreti battimani e mani alzate, mentre più a tratti si fanno notare per lo sventolio delle bandiere. Nel secondo tempo ripartono bene e vengono premiati dal gol di Ricchiuti, dopo appena 8 minuti, ma loro incuranti continuano a cantare e ad accompagnare i cori con discreti battimani, per poi eseguire una semplice quanto bella sciarpata. Nel prosieguo della gara, si divertiranno con alcune goliardiate, spostandosi nel settore o facendo un “trenino”. Al fischio finale esultano per la vittoria, ricevendo gli applausi più che meritati dei propri giocatori.

Marco Gasparri.