Parlare di Napoli-Legia Varsavia e non menzionare il caldo pre partita sarebbe impossibile. Anche se nello scrivere questo resoconto un atroce dubbio mi tormenta: come porre la faccenda evitando che nei commenti sotto l’articolo scoppi il putiferio e tutta l’Italia curvaiola faccia a gara a chi ce l’ha più lungo? Beh, innanzitutto non essendoci quando gli incidenti sono avvenuti, diciamo che posso limitarmi a giudicare in base a racconti e articoli di giornale. Ovviamente prendendo tutto ciò con le molle e, sempre ovviamente, evitando di scendere in particolari.

Ecco, complessivamente mi sento di dire che alle pendici del Vesuvio si è animata una bagarre retrò, con i tifosi polacchi che hanno avuto l’ardore, e questo gli va riconosciuto, di arrivare in città sin dal giorni prima e quelli partenopei di non farsi pregare e difendere la propria nomea con i denti. Stop. Tutto il resto lo lasciamo alle cronache, alle speculazioni e, ahimè, alle aule giudiziarie. Che possono già annoverare sette ultras del Legia condannati a tre anni e un mese di reclusione, diversi napoletani indagati e altri supporter polacchi tenuti in stato di fermo durante il match.

Insomma, che non sarebbe stata una giornata facile dal punto di vista dell’ordine pubblico lo si sapeva. Gli ultras del Legia lo avevano annunciato mesi or sono, con la loro smisurata voglia di confrontarsi che, forse, stavolta gli è rimasta un pochino bloccata in gola. A poco sono serviti i fermi della polizia italiana, che prima del match ha sequestrato agli ospiti diverso materiale atto ad offendere e numerosi artifizi pirotecnici (anche se mi sorge il dubbio su come abbiano fatto a varcare confini e frontiere con tutta quella roba appresso…).

E’ logico che con un preambolo del genere, la sfida del tifo abbia perso assai di valore. In un San Paolo praticamente deserto, si nota soltanto la presenza degli ultras nelle due curve e nel settore ospiti. Rispetto alla prestazione stellare di un paio di anni fa all’Olimpico, quella degli ultras di Varsavia sarà una performance tutto sommato deludente. Se ne annunciavano ottocento e, a occhio nudo, direi che non si va oltre le cinquecento presenze (considerando la squadra praticamente eliminata e il genere di trasferta, è comunque un numero ottimo). La cosa curiosa è che il settore va riempiendosi minuto dopo minuto, anche a partita iniziata, con diversi tifosi che faranno il proprio ingresso a ridosso della fine dei primi 45′. Di tifo se ne vede davvero poco, giusto qualche manata, qualche coro e un abbozzo di sciarpata nel secondo tempo. Evidentemente è stata una giornata lunga ed estenuante anche per loro.

Su fronte partenopeo, come detto, allo stadio ci sono praticamente soltanto gli ultras. La partita è di poco interesse, con il Napoli già qualificato e il calcio d’inizio alle 19. Tuttavia le due curve si compattano facendosi sentire per tutto il match. Tante le offese nei confronti degli ospiti, che rispondono dimostrando di conoscere un ottimo italiano “da stadio”, e sempre molto belle da vedere le manate e le spalle voltate al campo per saltellare tutti assieme. Da segnalare, in Curva A, la presenza degli ultras del Borussia Dortmund e della Lokomotiv Plovdiv, mentre in Curva B spicca la pezza del gruppo Cosa Nostra, al seguito del Monaco 1860.

In campo non c’è storia e gli azzurri sommergono i dirimpettai per 5-2. Ma questo è davvero l’aspetto più marginale di una due giorni di fuoco che entrambe le tifoserie ricorderanno lungamente.

Simone Meloni