Ancora tanto entusiasmo nella città della Torre. Ormai il tutto esaurito, malgrado la capienza ridotta, non è più neanche una notizia, la città in questa stagione tribolata si è stretta attorno alla squadra ed ora, complice il passaggio di società e l’arrivo del nuovo presidente Corrado, l’ambiente sembra vedere un po’ di luce in fondo al tunnel.

Il pubblico risulta essere ancora una volta l’arma in più di un Pisa che sul campo mostra impegno ma anche qualche limite tecnico. Il connubio tifoseria – giocatori può essere decisivo per tagliare il traguardo della salvezza.

Da Terni arrivano una venticinquina di persone, lo striscione in bella mostra, anche se capovolto, è quello della Curva Est. Ma, a ben vedere, gli ultras presenti sono pochi o comunque desiderosi di aver timbrato anche questa trasferta anche perché durante l’incontro si fanno sentire veramente poco.

Sul numero della tifoseria ternana incide sicuramente la decisione della Curva Nord di non tesserarsi anche se è evidente una certa flessione degli ultras umbri che qualche decina di anni fa avevano un discreto potenziale. Indipendentemente dal giudizio personale, dire che i Freak per svariati motivi siano stati uno dei gruppi più “chiacchierati” del nostro panorama non è certo una bestemmia; per impegno sociale, tifo, storia, numeri non è certamente stato un gruppo meteora ed il declino della Curva Est non è stato né indolore né estremamente lento.

Curva Nord che apre le danze con uno striscione per capitan Mannini, premiato prima della partita per le cento presenze con la maglia del Pisa. Poi fremono i preparativi per la coreografia iniziale che non può passare inosservata: tante bandiere nerazzurre sono distribuite in tutta la curva e creano un muro colorato che strappa gli applausi di tutto lo stadio rimarcando quell’unione di intenti tra ultras – tifosi – sportivi che è stato il cavallo di battaglia della tifoseria nella battaglia all’ex presidente Petroni. Coreografia riuscitissima che resta presente per diversi minuti con la curva che tiene alte le bandiere anche a partita iniziata, preannunciando una prestazione che in termini di colore e di sostegno sarà ineccepibile.

Ovvio che la partenza non può essere che con l’acceleratore premuto a tavoletta. I primi cori sono boati, la curva nel suo insieme non si risparmia e la fiammata iniziale riesce a restare alta per diverso tempo, cosicché il tifo risulta caldo ed incisivo.

Se i cori non bastano a distribuire il pensiero, la Curva Nord non si risparmia neanche per gli striscioni esposti. In ordine cronologico, il primo è rivolto a quei giocatori che fino ad oggi hanno difeso, tra mille peripezie, la maglia: “Anche se il mercato ci separerà…Pisa non dimentica chi ha lottato per la nostra città”.

Le bandiere abbondano, i bandieroni sono spesso e volentieri alti, la voce non viene meno. Complice anche il mutismo ed il ridotto numero della tifoseria ospite, i padroni di casa proseguono nell’incitamento ad una squadra che prova a far sua la partita.

La voce è tutta rivolta ai giocatori in campo, poche, pochissime divagazioni in questa prima fase della partita ed i soli momenti di break si hanno nel momento dell’esposizione degli striscioni. Il secondo prende di mira la categoria dei giornalisti, in questo caso è il quotidiano “La Nazione” a finire nel mirino degli ultras: “Nessuno può lucrare sulla nostra passione…’Pisa non si piega’ è il simbolo della città, non certo un libro de ‘La Nazione’…tutto il ricavato in beneficienza…non per la vostra speculazione”.

Sul terreno di gioco il Pisa passa in vantaggio ed il finale di tempo è una vera e propria bolgia interrotta, almeno in parte, dal duplice fischio del direttore di gara che richiama le squadre negli spogliatoi, mentre in curva c’è chi prosegue instancabile la propria prestazione.

Secondi quarantacinque minuti e sono ancora i padroni di casa che estraggono dal cilindro il terzo striscione della giornata. Questa volta è una notizia di cronaca, una notizia che non può far cantare vittoria ma almeno rende un briciolo di verità ad una storia che troppe volte sembrava sul punto di calare i titoli di coda: “8 maledetti anni in cerca della sola verità…la morte di Cucchi era e rimane una vostra responsabilità…giustizia per Stefano”. Seguono, quasi scontati, i cori contro la repressione e contro le forze dell’ordine.

In questa ripresa il leitmotiv resta lo stesso: la curva offre una prestazione maiuscola ed in un paio di circostanze invita a partecipare anche la gradinata che di domenica in domenica diventa una spalla quasi fondamentale per gli ultras, riprendendo ed offrendo un botta e risposta che riesce fin troppo bene.

La curva ripropone le bandierine della coreografia iniziale, qualche torcia viene accesa nelle diverse zone ed i cori riescono bene con una leggera flessione verso il finale di gara quando la Ternana tenta il tutto per tutto per raddrizzare la partita, tenendo col fiato sospeso tutto lo stadio.

Il risultato sul terreno di gioco non cambia, il Pisa si porta a casa i tre punti e gli ultras chiudono la loro prestazione riproponendo lo striscione per capitan Mannini contornato da una sciarpata, mentre la squadra si porta sotto il settore per il consueto scambio di saluti.

Valerio Poli.