Un buon antipasto prima di quello che dovrebbe essere un lauto pranzo. Una volta tanto il calendario è favorevole e pone questo Atletico Boville-Cassino proprio nello stesso giorno di Isola Liri-Sora. Boville è un piccolo paesino distante neanche venti minuti dallo stadio Nazareth dove alle 14,30 inizierà il derby. Avevo lasciato i cassinati a Colleferro, tre settimane fa. Anche se sembra essere passato più tempo visto che da allora i biancoblu hanno incamerato solo sconfitte non riuscendo ad approfittare dei due passi falsi consecutivi proprio del Colleferro. In settimana inoltre sono stati eliminati in Coppa Italia dal Villanova. Ovvio non aspettarsi un altro esodo, doveroso attendersi la presenza di chi davvero tiene alla squadra e la seguirebbe nella buona e nella cattiva sorte.
Assieme ad un fido partitellaro raggiungiamo Boville relativamente presto. Sono le dieci e in giro non c’è praticamente nessuno. Prendiamo un caffè e poi raggiungiamo lo stadio. Le vallate dei Monti Ernici fanno da cornice al campo, che dispone di una tribuna e uno piccolo spazio per gli ospiti, ricavato dietro la porta, proprio vicino a una casetta piccola così, con tante finestrelle colorate. In realtà, è una casetta decadente, lo avesse saputo la Questura di Frosinone avrebbe certamente vietato la trasferta ai cassinati. Chissà come da queste parti siano riusciti a tenerglielo nascosto, penso che nel capoluogo ciociaro si sarebbe aperto un caso in grado di arrivare in Parlamento. Giù immagino il titolo di tutti i telegiornali: “Lo Stato lascia sola la Questura di Frosinone, costretta a mandare le forze speciali per mettere a norma lo stadio di Boville Ernica minacciato da una casina decadente”.
Quando la partita sta per iniziare arrivano gli ultras ospiti, in totale una quarantina con le pezze di Fedayn, Brigate e Utsb. Do un’occhiata alla tribuna di casa, quasi vuota. Solo un signore con il suo cane fa l’ingresso trionfale tirando dritto a mo di sfilata e mettendosi poi a sedere con il suo amico quadrupede. Per il resto sembra che a Boville non interessi proprio a nessuno del calcio. E pensare che questa piccola cittadina (meno di 9.000 abitanti) fino a qualche tempo fa poteva contare su ben tre squadre: il Boville Ernica, il Real Boville e la Bovillense. Questo finché le prime due hanno deciso di fondersi dando vita all’attuale Atletico Boville.
Dicevo dei tifosi ospiti, non si fanno certo spaventare dal numero e una volta schierati sui gradoni cominciano a tifare mantenendo ritmi più che buoni. Poche pause, tanta voce e cori tenuti anche a lungo. Come notato a Colleferro, tra loro c’è più di qualcuno sopra gli “anta”. Credo che ciò sia un esempio fondamentale per i più giovani. Gente che ha vissuto gli anni veri del movimento girando campi bollenti e facendo tifo quando lo stadio era un fenomeno di massa avrebbe anche le giuste giustificazioni per passare la domenica mattina nel letto a dormire. E invece sono qua. Poco da dire. La squadra di certo non li ricompensa. Il Cassino trova il vantaggio nel primo tempo illudendo un po’ tutti per la buona mole di gioco costruita. Nella ripresa tuttavia i biancoblu si fanno mettere sotto da una formazione sulla carta nettamente inferiore, che ringrazia e ribalta il risultato suscitando la rabbia dei tifosi cassinati, i quali continuano a tifare fino all’ultimo non risparmiando però cori di contestazione.
Termina con i padroni di casa che fanno, giustamente, festa e quelli ospiti chiamati a rapporto dagli ultras. Non è un momento facile per una società che, dopo anni di sofferenze post fallimento, solo la scorsa stagione ha ricominciato a vedere la luce in fondo al tunnel. Ci sarà da faticare per conquistare almeno i play-off. Riponiamo il fratino e sistemiamo le macchinette, per poi rimetterci in macchina alla volta di Isola Liri. Spesso mi lamento delle poche partite interessanti che la mia regione offre, ma oggi davvero non mi posso lamentare. Se poi ci fossero stati i Manichini Turbolenti del Boville sarebbe stata la perfezione. Ma va bene lo stesso.
Simone Meloni