Titolo: Quelli della capitale
Autore: Gianluca Di Leo
Editore: Urbone Publishing
Prezzo: 12 euro

Premetto che probabilmente non sono la persona più indicata per recensire un libro scritto da Gianluca Di Leo, non fosse altro per la stima che ho dell’autore e per il percorso comune intrapreso.

Al netto di ciò, mi svesto dei panni del sostenitore e del tifoso e indosso quelli più oggettivi di colui che deve descrivere a sommi tratti un libro che indiscutibilmente, già da prima vista, colpisce in pieno. La copertina è azzeccatissima: il mitico striscione degli Irriducibili, “Mister facce entrà”, con la maglia della Lazio numero 12 che lo sormonta, è quanto di più semplice ma efficace possa esserci per introdurre il lettore in un viaggio tra il popolo laziale. Uso il termine “popolo” volutamente, visto che in più passaggi l’autore stesso fa largo uso di questo appellativo, quando vuol delineare la tifoseria biancoceleste.

L’idea di fondo dell’opera è quella di sviscerare la cultura e la tradizione della tifoseria laziale, per raggiungere l’obiettivo di dimostrare quanto la Curva Nord abbia portato di innovativo nel modo di vivere la curva. Perciò tradizione in questo caso va perfettamente a braccetto con originalità, originalità ed innovazione sia nel vivere lo stadio al proprio interno, sia in tutti quegli ambiti extracalcistici che comunque ruotano intorno ad esso. La musica così come l’abbigliamento, sono due punti che la tifoseria laziale, nel tempo, ha ben messo in chiaro, talvolta anche con comunicati piuttosto duri ed intransigenti. Ad avvalorare questa tesi, non è mancato materiale, t-shirt o sciarpa che sia, con frasi estrapolate da cantanti o gruppi di tendenza, così come alcuni striscioni sono stati dedicati a questo o quell’artista particolarmente ben visto.

Tra musica, cinema e politica, non può mancare nemmeno un accenno alla solidarietà e all’impegno sociale della tifoseria laziale, anche se non smetterò mai di affermare quanto, su questo punto, l’informazione sia carente se non addirittura in malafede. Sicuramente gli episodi di violenza fanno scalpore, fanno più notizia e permettono di vendere qualche copia in più, ma fossilizzarsi sempre sugli aspetti negativi della vita di curva, rende la descrizione del fenomeno lacunosa e parziale.

Spesso Gianluca Di Leo parte da una semplice bandiera a due aste, dal suo messaggio vergato a vernice, per addentrarsi all’interno della Curva Nord. Questo passaggio accompagna solamente il lettore in quanto l’autore non si focalizza sul particolare ma lascia, non so quanto volutamente, spazio alla fantasia e soprattutto alla riflessione personale di ognuno sulla specificità dei punti analizzati.

Il libro supera di poco le cento pagine, ragion per cui lo spazio è ristretto, si legge in un sol boccone ed alcuni aspetti non sono sinceramente affrontati in maniera approfondita ed esauriente, questo senza lesinare di offrire al lettore materiale su cui ragionare in merito a quanto questa tifoseria abbia rappresentato e ancora rappresenti per il movimento ultras, al netto delle immancabili polemiche o discordanze di opinione che si possono avere con essa.

Sono presenti una ventina di foto a colori dei laziali, quasi tutte tra le mura amiche se escludiamo uno scatto ad Empoli, mentre il finale – oserei dire doveroso – è un omaggio a Gabriele Sandri e a tutte quelle tifoserie che hanno avuto un pensiero per lo sfortunato ragazzo.

In definitiva, visto anche il prezzo veramente molto popolare, è un libro che si legge con piacere ed offre uno spaccato interessante su questa tifoseria, sulla quale tanto ancora si poteva dire.

Valerio Poli