Cesena-Pescara, gustoso anticipo serale del venerdì, manda in scena lo scontro al vertice tra due squadre che viaggiano a pari punti nella zona alta della classifica.

La curva di casa si fa trovare pronta, come sempre, con un tifo sostenuto e continuo per tutti i novanta minuti di gioco.

Picchi di intensità elevati, intervallati da qualche calo di tensione caratterizzano il tifo espresso dalla Curva Mare che, nel complesso, è di buona fattura e fa costantemente da colonna sonora alle varie fasi di gioco.

Insomma, un sostegno vocale magari non eccezionale, quello di stasera, ma che a tratti sa essere coinvolgente e con alcuni momenti veramente esaltanti che vanno di pari passo con i tentativi dei bianconeri romagnoli di scardinare la porta del Pescara.

Molto belle e partecipate le due sciarpate che accompagnano il coro “Romagna e Sangiovese” durante il primo tempo e “Romagna mia” nel finale della seconda frazione di gioco.

Dalla parte opposta del Manuzzi, in Curva Ferrovia, i pescaresi. Ovvero, una promessa non mantenuta.

Sono in tanti per una trasferta di venerdì sera, un migliaio circa e quando cominciano a cantare e ad ondeggiare tutti insieme sembra davvero che ci si debba preparare ad una grande serata di tifo.

Dal loro settore, poco prima e subito dopo il calcio d’inizio partono dei veri e propri boati, come poche volte ne ho sentiti provenire da questa parte del Manuzzi.

Impressionante è, soprattutto, l’ondeggiare della folla accalcata al secondo anello della curva ospiti. E sono davvero in tanti anche quando si divertono a prendere in giro i padroni di casa storpiando il coro “Romagna mia”, così come avevo visto fare prima d’ora soltanto ai veronesi.

Accendono un paio di torce, fanno scoppiare una bomba carta, sventolano continuamente le loro bandiere e poi? Più nulla. Cioè, quello che proprio non ti aspetteresti dopo le premesse iniziali.

Di tutto l’ardore che si era intravisto rimane ben poco, visto che a parte il nucleo centrale dei Pescara Rangers, sempre attivo ed in movimento tra sventolii di bandiere, battimani e braccia al cielo, il resto dei tifosi ospiti durante la partita partecipa solo di rado. Ed in ogni caso, dalla mia postazione, che è quasi all’altezza della linea di centrocampo, li sento chiaramente solo poche volte.

Trovano comunque il tempo di farsi notare con un paio di sciarpate, con le quali danno un tocco di bianco e di azzurro alla notte cesenate. Si prodigano in scambi di “convenevoli” indistintamente con tutti i tifosi di casa ed in particolare nei confronti della Curva Mare che, prontamente, ricambia.

Così come ricambiano anche i ragazzi romagnoli “casualmente” posizionati nella parte bassa dei distinti, stasera spostati un po’ più al centro rispetto al solito. Ed è da questi che, a mio avviso, arriva la vera sorpresa della serata, quella che proprio non ti aspetti. Se in passato avevo accennato alla loro poca propensione al sostegno vocale continuo, contrariamente a quanto fanno i loro compagni di fede della Curva Mare, stavolta mi devo ricredere. Perché questa sera, devo proprio ammetterlo, mi hanno davvero stupito.

Nell’ultima mezz’ora di gioco esplodono letteralmente, dando il via ad una serie continua ed ininterrotta di cori che spaziano dalla risposta alle offese rivolte loro dai vicini pescaresi, al sostegno ai propri beniamini, senza trascurare di intimidire i giocatori avversari ogni qualvolta si trovano a passare nelle vicinanze del loro settore.

La loro vicinanza al campo è sicuramente efficace ed unitamente al sostegno caloroso della Curva Mare riesce a contribuire al successo finale. Evidentemente deve averla pensata così anche mister Drago, visto che al triplice fischio finale, in preda alla gioia, istintivamente si dirige verso il settore dei distinti occupato dai ragazzi.

Si ferma solo quando è la Curva Mare a chiamarlo a gran voce per rendergli omaggio ed a quel punto, rivolgendosi ai suoi giocatori che hanno appena finito di raccogliere il tributo della curva, li invita a grandi gesti ad andare verso il gruppo di sostenitori bianconeri posizionato nella parte bassa dei distinti. Una di quelle cose che proprio non ti aspetti.

Giangiuseppe Gassi.