“Quer pasticciaccio brutto brutto” della partita tra Linfield e Celtic rischia di trasformarsi in un boomerang politico che nessuno, da queste parti, avrebbe previsto.

Vediamo cos’è successo.

Sorteggio dei primi due turni preliminari di Champions League. Il Linfield, squadra semi-professionistica di Belfast che lo scorso anno ha vinto il campionato Domestic nord-irlandese, viene sorteggiato nel primo turno preliminare contro La Fiorita, una squadra di San Marino; la vincente della sfida affronta, nel secondo turno preliminare, il Celtic – che, nonostante abbia vinto in scioltezza le ultime sei edizioni della Scottish Premiership e sia uno dei club più titolati al mondo, paga (con l’inserimento in questa fase preliminare) le pessime prestazioni della nazionale scozzese e la conseguente posizione nel ranking mondiale.

Fin qui, nulla di strano.

Il Linfield FC è una squadra di Belfast, come detto, e una squadra “protestante”. La sua casa è il Windsor Park, situate in una zona piuttosto “delicata” sotto l’aspetto religioso-settario-politico della capitale nord-irlandese.

Come tutti sanno, il Celtic è invece un club a fortissimo tradizione cattolica, fin dai suoi inizi.

A complicare la faccenda, ci si mette la data in cui il match è in programma: l’11 luglio. Se in Italia è un giorno come un altro – e, francamente, non solo in Italia ma in buona parte del mondo – nel microcosmo formato da Scozia e Irlanda del Nord è la vigilia di una ricorrenza  molto importante per il mondo protestante. Il 12 luglio 1690 l’esercito del re protestante (olandese) William II sconfigge l’esercito cattolico di James II nella battaglia della Boyne – un fiume che bagna Drogheda, cittadina a 30 miglia circa da Dublino – un anno prima, a Derry (o Londonderry, a seconda di come la pensate) era stato coniato lo slogan “No surrender” che trovate spesso su bandiere e striscioni dei tifosi dei Rangers (vecchi e nuovi).

L’Orange Order – difficile spiegare a chi vive lontano da questi posti cosa siano, francamente – organizza ogni anno tra giugno e luglio numerose sfilate (parades), la più importante delle quali si tiene il 12 luglio o nel weekend prima per celebrare quella vittoria.

La sera dell’11 luglio in tutta l’Irlanda del Nord si possono vedere falò, tradizionalmente accesi alla vigilia della giornata di festa ma che, negli anni, hanno causato parecchie polemiche – perché nei falò venivano bruciati tricolori della Repubblica Irlandese ed effigi religiose cattoliche.

Insomma, come visto brevissimamente poco sopra, la gara pone serissimi problemi di ordine pubblico andandosi ad inserire in un contesto già piuttosto complicato di suo e la PSNI – la forza di polizia dell’Irlanda del Nord – ancor prima che il Linfield (con grande fatica) avesse la meglio de La Fiorita – si era detta subito contraria allo svolgimento del match a Belfast in quella data.

Strano che, nessuno, abbia pensato di invertire i campi ma dopo qualche giorno arriva la notizia: la gara si gioca venerdì 14 luglio, con calcio d’inizio alle 5pm per rendere ancora più facile la gestione dell’ordine pubblico.

Un comunicato pubblicato il 4 luglio sul sito ufficiale del Linfield conferma non solo data ed orario del match, ma anche che non saranno messi a disposizione tagliandi per i tifosi ospiti.

Un giorno prima il Celtic FC aveva annunciato che non avrebbe utilizzato la quota biglietti messa a disposizione dei tifosi ospiti, mettendo l’interesse della sicurezza dei propri tifosi davanti a tutto.

Una scelta, questa, che il Celtic Trust e la Green Brigade hanno contestato, chiedendo con un comunicato alla società di ripensare la decisione presa e dare la possibilità ai Bhoys di seguire la propria squadra a Belfast, concedendo al Linfield di vendere loro direttamente i tagliandi del settore ospiti.

Oltretutto, la vendita dei biglietti è riservata ai residenti in Irlanda del Nord – che possono dimostrare di avere un CAP, qui chiamato postcode, che comincia con BT – ma questo non considera il vasto numero di tifosi del Celtic che vivono a Belfast. L’acccesso al Windsor Park  – che è anche la casa della nazionale dell’Irlanda del Nord – verrà vietato ai tifosi del Celtic che saranno “riconoscibili” – ovvero con sciarpe, maglie, etc del club – ma ovviamente non si potrà vietare l’accesso ai residenti in possesso di regolare biglietto che decideranno di accedere alla partita in forma “anonima”.

La partita si giocherà, e già questo è un buon segnale, ma senza tifosi ospiti. Almeno in teoria. Vedremo cosa succederà ma se in campo il Linfield – sabato sconfitto 4-1 in casa dagli Hearts in amichevole – non sarà in grado di di fermare gli Invincibles di Brendan Rodgers – che sempre sabato a Tallaght (Dublino) hanno umiliato 9-0 gli Shamrock Rovers – sugli spalti si potrebbe giocare un’altra partita.

Matteo Mangiarotti.