Qui chi non terrorizza s’ammala di terrore, diceva De André. Articolo che fa il paio con altri simili usciti in questi giorni. L’antifona è evidente: data l’inutilità dimostrata dalla tessera del tifoso, rieccoli i giustizialisti di ogni risma ad aizzare gli inquisitori contro le streghe, ad invocare nuovi roghi. Pare che tutt’intorno sia un bucolico idillio, veramente non hanno altro di cui preoccuparsi per ingigantire in proporzioni così assurde i fatti? Sulla contestazione di Milano, tanto per non addentrarci troppo e puntualizzare le tante banalità riportate (e partite per bocca di digossini, per dire l’imparzialità…), non dicono che ci sono state 35 diffide per nulla? Solo per il reato di lesa maestà? I contestati reati di manifestazione non autorizzata e adunata sediziosa dovrebbero richiamare alla mente le peggiori dittature, quando anche più di due persone insieme venivano ritenute pericolose per il potere ed arrestate a priori, ma questi si preoccupano sempre e solo di sedicenti dittature dei tifosi. O sono ignoranti o sono servi, e nessuna delle due cose è funzionale al loro dovere di “fare corretta informazione”. Per la cronaca, riportare solo la campana della digos non è corretta informazione.
MF

scontri1“L’impressione è che le curve si siano riorganizzate”. Commentavamo così nell’Aprile del 2013 gli incidenti di Ponte Milvio e Ponte Duca d’Aosta tra romanisti e laziali. Sempre sul Catenaccio in quello stesso articolo scrivevamo:”Una recrudescenza quella della violenza da stadio che non va sottovaluta”. Alle stesse conclusioni, bontà loro, sembrano giunti, a quasi un anno di distanza, gli investigatori dell’Ucigos (Ufficio centrale per le investigazioni generali e per le operazioni speciali) nell’ultimo rapporto sulle tifoserie organizzate reso noto oggi da “Repubblica”.

La morte di Filippo Raciti nel Febbraio del 2007 ha scatenato in Italia una forte repressione nei confronti del movimento ultras. Agli ultras è stata imposta la tessera del tifoso, sono state vietate le trasferte, è stato impedito di andare allo stato se colpiti da daspo. Alcune tifoserie sono state colpite in modo pesante, i vertici di curve importanti decapitati.  La fase di sbandamento però è ormai superata. Tutte le curve si sono riorganizzate. Gli ultras sono tornati a scontrarsi tra di loro scegliendo sempre più spesso zone lontane dagli stadi.

Nel rapporto dell’Ucigos emerge anche un altro particolare: molte curve italiane hanno rapporti/gemellaggi con tifoserie straniere. Il fenomeno non è una novità di questi anni. Gemellaggio vuol dire supporto in determinate trasferte con tanto di sostegno negli scontri. Un’analisi che se si soffermasse però solo sulla recrudescenza della violenza da stadio sarebbe parziale. Le curve ormai si sono tutte riorganizzate, sono tornati i gruppi guida a dettare una linea che può essere condivisa o meno. In molti casi nelle curve e nei gruppi c’è stato un vero e proprio cambio generazionale fisiologico, naturale, dovuto principalmente all’età.

Il movimento ultras esprime oggi una compattezza che mancava da anni. Facciamo alcuni esempi per rendere meglio l’idea. La contestazione dei laziali al presidente Lotito è partita ed è stata guidata dalla Nord coinvolgendo tutto il popolo laziale. La contestazione della Sud di Milano contro il Milan sta assumendo dimensioni importanti. Lo scorso anno la Nord interista fu protagonista delle famose domande, esposte allo stadio, alla società. I romanisti hanno lottato in modo deciso contro il nuovo stemma. Tutte manifestazioni di dissenso quelle che abbiamo appena elencato assolutamente pacifiche. Unità d’intenti e ironia che gli ultras hanno mostrato nell’ultimo periodo gridando il loro no alla discriminazione territoriale e rivendicando allo stadio il loro diritto a fare certi cori. La norma è in discussione e quanto prima verrà cambiata.

Gli ultras sono tornati protagonisti, il movimento oggi più che mai mostra segni di grande vitalità,  ha resistito alla repressione. Prossimo obiettivo emarginare chi con striscioni, cori e scritte non rispetta morti e tragedia. Su questo serve un repentino cambio di marcia.

[Fonte: Il Catenaccio]