Si è chiusa con un’assoluzione con formula piena l’avventura di quattro tifosi interisti denunciati al termine della partita dello scorso 14 febbraio a Vienna tra Rapid e Inter per apologia di nazionalsocialismo ai sensi dell’art. 3 della “Legge del Divieto” che reprime ogni forma di condivisione, revisione, riabilitazione, glorificazione del regime nazista.
In particolare i quattro erano accusati di aver intonato cori aventi ad oggetto “Sieg Heil” o “Heil Hitler” e due di loro anche per aver fatto​ a più riprese il saluto romano.​
Il collegio composto da tre giudici togati e otto giudici popolari ha emesso​ verdetto unanime di assoluzione nonostante il PM avesse chiesto una sentenza di condanna. Il reato specifico prevede una pena da 1 a 10 anni di reclusione.
L’istruttoria, svoltasi in un’unica giornata con la presenza e l’esame degli imputati nonché la deposizione di otto poliziotti, ha fatto emergere lacune insanabili poiché l’accusa non è riuscita a stabilire dove fossero avvenuti i cori o i saluti tra il corteo post partita, il viaggio in metropolitana e l’arrivo al capolinea. Chi effettivamente li abbia compiuti ed, infine, con che modalità fossero stati identificati i quattro soggetti.
I tifosi interisti sono stati difesi in aula dall’avv. Manfred Althofer di Linz.